Bulciago: la convivenza con il cancro e terapie integrate nella serata di Agatha in Cammino

Oggi il tumore alla mammella non significa più soltanto sopravvivenza: significa vita. Grazie ai progressi della ricerca e a cure sempre più personalizzate, molte donne possono convivere con la malattia mantenendo una buona qualità di vita: il tumore può diventare una condizione cronica. Martedì 28 ottobre, la scuola primaria Don Lorenzo Milani di Bulciago si è trasformata in luogo di ascolto, consapevolezza e speranza sul tema del tumore al seno metastatico e le terapie oncologiche integrate.
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Le volontarie di Agatha in Cammino con i dottori Laffranchi e Vannelli

A organizzare la serata è stata Agatha in Cammino ODV, associazione impegnata da anni nel sostegno alle donne con diagnosi di tumore al seno. L’iniziativa si inserisce nella campagna nazionale di Europa Donna Italia, che per la quinta Giornata sul tumore al seno metastatico ha scelto un titolo provocatorio e potente: ''Pazienti, fino a un certo punto''. Un modo per ricordare che dietro la malattia c’è sempre una persona, con desideri, lavoro, famiglia e futuro.
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Dopo i saluti istituzionali da parte del sindaco Luca Cattaneo, l’assessore Raffaella Puricelli ha aperto l’incontro con parole di gratitudine e vicinanza: ''Ringrazio Agatha in cammino, un’associazione vera che non esiste solo sulla carta ma vive quotidianamente nei nostri territori. Di fronte alle difficoltà, avete avuto il coraggio di fare squadra. Siete l’esempio di chi non si arrende: anche se il dolore resta, il vostro sorriso dà la forza di affrontare qualcosa di terribile''.
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A sinistra il sindaco Luca Cattaneo

A seguire, Daniela Invernizzi, presidente di Agatha in Cammino, ringraziando i relatori e i comuni patrocinanti (Bulciago e Molteno) ha ricordato lo spirito dell’incontro: ''Europa Donna raccoglie la voce di 180 associazioni e la porta davanti alle istituzioni. Abbiamo scelto Bulciago perché qui vive Giusi che, insieme ad Antonella, ha partecipato alla campagna nazionale''
A dialogare con il pubblico, due esperti che da anni accompagnano le pazienti lungo il percorso di cura: il dottor Alberto Vannelli, chirurgo presso l'ospedale Sant’Anna di Como, e il dottor Alberto Laffranchi, radiologo e specialista in terapie complementari.
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La presidente di Agatha, Daniela Invernizzi con i dottori Vannelli a Laffranchi

Il primo ha illustrato il quadro generale: ''Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 55.000 nuovi casi di tumore alla mammella, di cui 7.500 solo in Lombardia. Circa il 7% dei casi è metastatico alla diagnosi. Oggi però, molte donne convivono con la malattia per anni: parliamo di 37-40.000 persone in Italia'' ha detto Vannelli.
Il messaggio è chiaro: il carcinoma metastatico non è, nella maggior parte dei casi, guaribile, ma può essere cronicizzato e dunque tenuto sotto controllo per lungo tempo, garantendo una buona qualità di vita.
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Il momento della testimonianza di Giusi e Antonella

Il dottor Laffranchi ha precisato come la ricerca stia cambiando il modo di curare: ''Le terapie sono sempre più personalizzate. Già prima di iniziare un trattamento, possiamo prevedere con un’alta probabilità la sua efficacia. L’obiettivo è prolungare la vita, ma anche migliorarne la qualità''.
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Oggi la medicina combina diversi approcci: la chemioterapia, che resta una delle armi principali; le terapie ormonali, che agiscono bloccando gli ormoni che ''nutrono'' alcune cellule tumorali; le terapie a bersaglio molecolare e anticorpi monoclonali, capaci di colpire in modo preciso le cellule malate, risparmiando quelle sane; gli inibitori di PARP, che impediscono alle cellule tumorali di riparare il DNA danneggiato, portandole alla morte.
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Accanto alle cure farmacologiche, un ruolo importante è giocato da attività fisica, alimentazione e terapie di supporto. ''Gli studi dimostrano che il 17% dei tumori del colon e della mammella, che hanno lo stesso meccanismo ormonale, risponde positivamente all’attività fisica'' ha ricordato Laffranchi.
Anche le terapie complementari, come l’omeopatia di supporto, possono aiutare a gestire meglio gli effetti collaterali, purché non interferiscano con i farmaci oncologici.
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In chiusura, le testimonianze delle due volontarie di Agatha in Cammino in giro per l’Italia con Europa Donna: ''Ho avuto la possibilità – ha detto Antonella - di raccontare il mio vissuto in modo costruttivo ed è stata una delle giornate più belle della mia vita. Le cure ci permettono di vivere più a lungo, ma la nostra voce deve avere spazio per rendere la vita più semplice a chi verrà dopo di noi''.
Giusi, con semplicità e forza, ha aggiunto: ''la terapia che seguo è forte: una settimana sto male, le altre due vivo la mia vita di prima e, per certi versi, anche meglio perché riesco ad apprezzare le singole cose. Suggerisco quindi di non abbattersi mai''.
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L’incontro, ricco di momenti di intensa emozione, si è chiuso con una riflessione comune: la cura non è solo farmaci e protocolli, ma anche ascolto, sostegno e rete. Al termine della serata, è rimasta nell’aria un’energia quieta, fatta di sguardi che si incrociavano e mani che si stringevano. Forse è questo il vero senso della cura: non solo guarire, ma continuare a vivere con dignità, fiducia e amore, anche dentro la malattia. L'altra sera, a Bulciago, scienza e cuore si sono dati la mano.
Michela Mauri
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