Casatenovo: la difficile situazione in Ecuador nel racconto del volontario Bepi Tonello

Nella serata di giovedì 30 ottobre a partire dalle 20.45, presso il baretto dell’oratorio San Giorgio di Casatenovo, si è tenuto l’incontro con Bepi Tonello, volontario in Ecuador dal 1970; l’appuntamento, intitolato ''Ecuador: tra sofferenze e speranze. Perché aiutare un paese lontano ad uscire dai suoi drammi'', è stato organizzato dalle associazioni Angolo Giro e Progettomondo, con il contributo del Gruppo missionario, dell'OMG e della Comunità pastorale Maria Regina di Tutti i Santi.
Tonello, con tono appassionato e riflessivo, ha offerto un’analisi approfondita e dettagliata della realtà attuale dell’Ecuador, un paese che, come ha ricordato, “è ricco di risorse e popolato da una gente laboriosa e buona”. Tuttavia, Tonello ha voluto sottolineare come in America Latina ogni nazione affronti inevitabilmente cicli alternati di crescita e crisi, periodi di stasi e decrescita che possono variare significativamente nel tempo.
“Queste oscillazioni - ha spiegato - derivano da fattori interni come la natura dei governi, la forza delle organizzazioni popolari e il ruolo spesso controverso dei mezzi di informazione, che talvolta informano correttamente, ma più spesso disinformano, manipolano o diffondono bugie al servizio dei grandi capitali e degli interessi politici”.
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Bepi Tonello

Parallelamente, esistono influenze esterne di portata internazionale, generate da politiche commerciali, migratorie, militari e finanziarie, e dalle complesse dinamiche della cooperazione internazionale, il cui impatto si riflette pesantemente su paesi dipendenti come l’Ecuador: ad esempio, l’aumento dei dazi dal 5 al 15%, hanno avuto conseguenze immediate sulla forza lavoro, mettendo in difficoltà un mercato occupazionale già fragile; Tonello ha infatti evidenziato come davvero poca parte della popolazione lavorativa sia formalmente impiegata e come spesso il lavoro regolare sia una rarità. Il discorso si è poi spostato sull’allocazione delle risorse statali: Bepi ha espresso una critica verso la decisione italiana, condivisa da molti paesi, di destinare una parte considerevole del bilancio pubblico alle spese militari, andando contro l’invito di Papa Paolo VI pronunciato nel 1967, nel quale si chiede di ridurre queste spese in favore dello sviluppo sociale ed economico dei popoli.
“La migrazione - ha continuato -è stata storicamente una valvola di sfogo per le pressioni sociali interne all’Ecuador, ma le recenti restrizioni imposte dalla politica dei governi esteri, in particolare quella di Trump negli Stati Uniti, hanno invertito tale dinamica, forzando il ritorno di decine di migliaia di migranti in condizioni umanamente difficili e spesso degradanti”.
Tonello ha puntato inoltre l’attenzione sul drastico ridimensionamento della cooperazione internazionale: con l’arrivo di nuovi governi esteri, come quello di Trump, i finanziamenti per i progetti di sviluppo sono stati sospesi improvvisamente, causando danni profondi, a complicare ulteriormente la situazione, la nuova normativa ecuadoregna ha affidato allo Stato il potere di congelare e persino confiscare i fondi delle fondazioni e associazioni, con la conseguenza diretta di una probabile drastica riduzione degli aiuti esterni, in quanto i finanziatori internazionali saranno dissuasi dall’inviare fondi a rischio di sequestro. Questa decisione per Tonello rappresenta una tendenza politica che mira a concentrare il potere e le risorse, invece che redistribuirle per promuovere sviluppo e benessere collettivo.
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Collegandosi a questo argomento ha inoltre evidenziato con fermezza la distinzione politica fondamentale in America Latina tra governi che puntano alla distribuzione della ricchezza — aumentando salari, creazione di posti di lavoro, investimenti in servizi pubblici e opere infrastrutturali — e quelli che, invece, perseguono la concentrazione della ricchezza mediante privatizzazioni, tagli ai servizi pubblici e riduzione del ruolo dello Stato nell’economia; secondo Tonello, in Ecuador la percentuale di persone occupate in modo regolare è calata negli ultimi dieci anni passando dal 38,5% al 31%, recentemente risalita al 33%, mentre in Italia è del 62%. Ha poi insistito sull’urgenza per il paese di promuovere una crescita basata su salari dignitosi che diano sicurezza pensionistica e prospettive di sviluppo.
Accanto ai problemi di natura economica, ha descritto uno scenario allarmante di crescita esponenziale della violenza: nel 2023 si è registrato infatti il picco storico con oltre 8.000 morti violente, e si stima che il 2024 supererà i 9.000, un tasso di quasi 50 omicidi ogni 100.000 abitanti, una cifra sconvolgente se paragonata ai 5-6 casi per 100.000 in paesi considerati normali, compresa l’Italia. Tonello non ha esitato a raccontare episodi di pizzo, il cosiddetto vacuna, esteso a negozi e persino a lavoratori singoli con stipendi fissi, con conseguenze tragiche per chi si rifiuta di pagare, come nel caso di un ex collega ucciso proprio per questa ragione. Questa criminalità organizzata, dietro alla quale il volontario vede persone costrette dalla necessità, è il riflesso di uno Stato che sembra non avere alcun interesse nello sviluppo reale dell’occupazione e che anzi punta sempre di più su una meccanizzazione che cancella posti di lavoro.
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Il narcotraffico, un altro flagello denunciato dal relatore, vede un flusso enorme di cocaina che attraversa l’Ecuador: “nell’ultimo anno sono state confiscate 232 tonnellate, ma si stima che questo rappresenti solo il 10% della quantità totale in transito. La produzione arriva da paesi vicini come Colombia, Perù e Bolivia, e la droga immessa sul mercato statunitense è stimata altissima, con conseguenze devastanti”. Accanto a ciò cresce la fuga di capitali, incentivata dalle politiche finanziarie globali, e la crisi ambientale provocata dall’espansione mineraria, sia legale che illegale; proprio a proposito di questo Tonello ha portato all’attenzione un’impressionante miniera di 5 chilometri di diametro nella foresta amazzonica, dove lo scavo continuo espone a gravissimi rischi di contaminazione delle falde acquifere, compromettendo la biodiversità e la vita delle comunità locali, specie nelle zone di Cuenca, dove l’acqua potabile rischia di essere irrecuperabile.
Nel corso del suo intervento ha inoltre denunciato con fermezza la diffusione crescente di disinformazione politica, un fenomeno che permette di mascherare un governo che danneggia la popolazione con false dichiarazioni pubbliche e accuse infondate, creando un clima di sfiducia e confusione.
“In Ecuador -ha detto - la povertà cresce mentre diminuiscono servizi essenziali come la sanità e l’istruzione: negli ospedali manca il cibo per i malati, mentre molti giovani abbandonano la scuola per necessità economiche, spesso finendo coinvolti nelle bande criminali, dove la vendita di droga diventa l’unica alternativa per sopravvivere. Il settore pubblico diminuisce drasticamente la propria presenza nelle infrastrutture, con opere pubbliche fermate o danneggiate dai continui scioperi, mentre la coscienza politica si attenua e la democrazia si indebolisce”.
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Tonello ha lamentato come il Presidente della Repubblica abbia ormai un potere pressoché assoluto, limitato solo da qualche contrasto con la Corte Costituzionale, e come le elezioni che l’hanno portato al potere siano state messe in dubbio per quanto riguarda la loro trasparenza. Il volontario poi, ha posto in evidenza la contraddizione dello Stato, che continua a spremere risorse dal popolo con aumenti fiscali promettendo in cambio maggiore sicurezza, promessa però smentita dall’escalation della violenza e delle proteste: ha raccontato di episodi di forte tensione come il presunto attentato alla macchina presidenziale o le accuse di avvelenamento diffuse sui media, tutte strumentalizzazioni che distolgono l’attenzione dai reali problemi. Nel capitolo economico, i prezzi dei carburanti, specialmente del diesel, sono cresciuti vertiginosamente, aggravando i costi del trasporto in un paese con grandi distanze e infrastrutture precarie.
Tonello ha portato all'attenzione dei presenti anche l’episodio della legge sulla promozione industriale che avrebbe permesso alla famiglia del Presidente, la più ricca del paese, di evadere 98 milioni di dollari in tasse, mentre i cittadini si trovano a dover pagare per servizi essenziali sempre più diminuiti. Bepi Tonello ha descritto con amarezza come tutto questo abbia creato una miscela di tensioni che dall’inizio di settembre ha portato allo sciopero e al blocco totale in alcune province, paralizzando il traffico e l’attività quotidiana. Ha citato le parole del cardinale di Guayaquil secondo cui le proteste non sono causate solo per il prezzo del diesel, ma per una situazione complessiva di ingiustizia ed esasperazione.
In contrapposizione a queste “economie e politiche di morte”, Tonello ha proposto un modello alternativo fatto di economia di vita, che metta al centro la persona umana, la produzione sostenibile, la tutela ecologica dei territori e una distribuzione più equa della ricchezza. Ha espresso l’importanza del risparmio non solo economico, ma di risorse naturali, energie e tempo, e del controllo dei consumi come principi fondamentali per tutelare il pianeta, ricordando gli insegnamenti di Papa Francesco che richiama alla solidarietà e alla giustizia sociale come via per evitare una catastrofe ambientale e umana.
In sintesi per Tonello, “la chiave più importante per fermare l’ondata migratoria e migliorare le condizioni di vita è una ridistribuzione più giusta della ricchezza a livello globale, non certo una pari uguaglianza che livellerebbe verso il basso, ma una riduzione delle ingiustizie con uno sforzo collettivo soprattutto da chi ha di più”. Ha espresso con forza che un piccolo sacrificio nelle nazioni più ricche può tradursi in salvezza e libertà per milioni di persone in paesi poveri, cambiando radicalmente il destino di donne, bambini e famiglie.
Infine, Tonello ha toccato con forza un tema popolare: il famoso slogan “aiutiamoli a casa loro”, che a livello politico spesso suona come chiusura alle richieste di aiuto, mentre nella realtà l’Ecuador, con l’aiuto reciproco e la cooperazione internazionale, ha creato e mantenuto posti di lavoro nelle comunità locali, frenando così la migrazione. Ha denunciato con amarezza come gran parte di questo aiuto venga bloccato dalle politiche internazionali e dalle difficoltà burocratiche, ribadendo che il sostegno deve venire da una solidarietà vera, mantenendo vivi gli ideali di mutualità e giustizia sociale per costruire un futuro più dignitoso per tutti.
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L'ospite ha concluso con la speranza che la consapevolezza e la responsabilità collettiva possano invertire la rotta attuale, e che la giustizia economica e sociale diventi un principio guida per l’America Latina e per il mondo intero. La situazione dell’Ecuador, così come illustrata con forza da Bepi Tonello, rappresenta un caso emblematico delle sfide profonde che attraversano molti paesi latinoamericani oggi. Tra crescenti disuguaglianze, violenza dilagante, riduzione dei servizi pubblici e un contesto internazionale complicato da politiche spesso ostili, emerge con chiarezza la necessità urgente di un cambiamento di rotta basato sulla giustizia sociale, la sostenibilità e la solidarietà. Solo una politica che metta al centro la distribuzione equa della ricchezza, la tutela dei diritti umani e la responsabilità ambientale potrà offrire un futuro migliore a queste nazioni e frenare i flussi migratori forzati, ristabilendo la speranza nelle comunità più vulnerabili.
I.M.
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