Monticello: il racconto del caporal maggiore Arcilesi e la Costituzione ai neo 18enni
E’ stata una celebrazione molto particolare quella che il Comune di Monticello ha voluto dedicare al 4 Novembre ricordando l’importanza dei valori di unità e di comunità. Nella serata di ieri nell’ex Granaio di Villa Greppi l’amministrazione Hofmann ha reso omaggio alle forze dell’ordine, alle associazioni civili e militari, ma ha anche celebrato i neo diciottenni ovvero tutte le ragazze i ragazzi monticellesi nati nel 2007.

Dopo l’apertura con l’inno d’Italia cantato a gran voce dalle autorità e dal pubblico presente, la parola è passata al sindaco Alessandra Hofmann che ha sottolineato l’importanza della serata e il valore del ricordo. ''Il 4 Novembre non è semplicemente la giornata delle Forze Armate, ma credo che possa racchiudere il senso più autentico dell’essere italiani, ovvero l’unità, il legame che unisce la storia del nostro Paese al presente. Ogni giorno in Italia ci sono Forze Armate che lavorano con silenziosa fermezza, guidati dal dovere e nel diritto seguendo la disciplina e l’onore come recita il loro giuramento, sono donne e uomini che rappresentano la parte migliore del Nostro Stato. La giustizia e la democrazia sono dei valori fondamentali, ma non sono scontati, sono il frutto di sacrifici e scelte difficili, il risultato di una fedeltà al nostro paese che si rinnova ogni giorno con gesti concreti''.
''Questa sera – ha detto l'amministratrice - abbiamo però voluto celebrare anche i giovani neo diciottenni rivolgendo a loro un pensiero speciale con la consegna della Costituzione che rappresenta un momento simbolico, ovvero il passaggio verso la responsabilità e la consapevolezza di essere parte viva di una grande comunità. Verrà consegnato il tricolore, la bandiera di cui andiamo fortemente fieri, è fatta dal verde simbolo di speranza per il futuro, dal bianco come purezza di principi e il rosso, simbolo di passione e di sacrificio. Celebrare il quattro novembre significa ricordare ma anche guardare avanti, significa credere in un paese che cresce grazie all’impegno quotidiano di ognuno di noi che facciamo la nostra parte con lo studio, il lavoro e il servizio. Viva Monticello, via le Forze Armate e viva l’Italia''.

Per celebrare la giornata dedicata alle Forze Armate e tutti coloro che prestano servizio sotto la bandiera italiana, è intervenuto Paolo Arcilesi, caporal maggiore e medaglia d’oro al valore come vittima di terrorismo, un riconoscimento che ha ricevuto nel 2024 a Lecco. La storia dell’ormai monticellese d'adozione inizia a Palermo quando, fin da ragazzo sente forte la vicinanza dei valori della Patria e decide di arruolarsi, prima nella Folgore e poi nella sezione Alpini di cui è rimasto affascinato dal senso di comunità. Tutto cambia nel 2011 quando, dopo un addestramento di quasi sette mesi, viene chiamato ad operare sul campo in Afghanistan, un giorno durante una pattuglia vede in faccia la morte.
''Quando sono stato mandato in missione Nato in Afghanistan ero felicissimo perché dopo lunghi mesi di addestramento potevo finalmente applicare ciò che avevo imparato. Il nostro compito era quello di pattugliare i villaggi, parlavamo con le persone e con i capi villaggi, ma un giorno il mio mezzo è stato colpito da un ordigno: fortunatamente sono sopravvissuto. Riprendersi è stato difficile, soprattutto a livello mentale, è stato un processo lungo e faticoso. Quando vai in missione sai benissimo cosa può succedere, ma hai sempre l’idea che sia impossibile che accada per forza a te, invece è successo'' ha raccontato Arcilesi che dopo il periodo in missione è passato dall’altra parte. Oggi si occupa di formazione, anche nelle scuole, per far conoscere cosa è veramente l’Esercito, una struttura che non è solo armi e combattimenti, ma un gruppo che ha la missione di salvaguardare ogni cittadino, senza distinzione.

Tra le fila dell’Esercito infatti, trovano spazio anche meccanici, medici, burocrati, ma soprattutto volenterosi che hanno la missione di aiutare il prossimo. Tra le tante missioni alcune hanno lasciato un segno indelebile, ma in particolar modo il ricordo va al servizio che ha prestato in occasione del terremoto in Umbria e Marche del 2016.

''In quel periodo mi trovavo in Friuli per un addestramento, ci stavamo preparando per una missione in Kosovo, eravamo senza televisione e non sapevamo quello che stava accadendo. La chiamata è arrivata all’improvviso e siamo partiti immediatamente, il giorno successivo eravamo già sul campo a Foligno e io ero impegnato nel turno notturno. Con il buio non si vedeva bene, ero in una città deserta, ma appena è sorto il sole ho visto la devastazione totale e mi sono accorto di quello che era successo'' ha aggiunto Arcilesi.

''E’ stato uno shock, in pochi istanti le persone avevano perso tutto, la loro casa, non esisteva più niente e lì il nostro compito era quello di dar loro una mano. Non c’era più niente di materiale da salvare, ma durante il giorno cercavamo di impegnare tutti i cittadini per distrarli da quello che era successo e intanto provavamo a ricostruire. È stata un’esperienza molto bella che mi ha particolarmente segnato, ho legato dei legami speciali con persone con cui sono tutt’ora in contatto. Credo che il valore dell’esercito stia proprio in queste cose, mettersi al servizio dell’Italia e della comunità''.

La serata è poi proseguita con l’omaggio ai neo diciottenni, i cinque ragazzi presenti hanno ricevuto dal sindaco Alessandra Hofmann i simboli della cittadinanza italiana. A Veronica Bonfanti, Valentina Brivio, Sofia Cannarozzo, Khadija El Ayoubi, Aurora Regosini Putelli e Filippo Savoini sono stati consegnati la Costituzione e il Tricolore. Palpabile l’emozione in sala, un momento quasi solenne di passaggio accompagnato dalle autorità civili e militari del territorio.

Ad affiancare Hofmann c’erano infatti i membri del consiglio comunale come il vice sindaco Roberto De Simone, Maria Teresa Colombo, Marco Pirovano, Francesca Viganò, Sergio Crippa, Davide Gatti e Alessandro Origgi, ma anche gli Alpini di Monticello e di Torrevilla capitanati rispettivamente da Francesco Limonta e Giulio Penati, i volontari della Protezione Civile, l’Avis, la Croce Rossa, l'Associazione Nazionale Carabinieri e i rappresentanti del Consorzio Brianteo Villa Greppi con la presidente Lucia Urbano.

Dopo il momento istituzionale c’è stato spazio per la musica con il Guitar Landscape ensemble, gruppo composto da cinque chitarristi che ha accompagnato la celebrazione. Da brani classici come la Carmen e le melodie inconfondibili di un tango, i musicisti hanno accompagnato i presenti in un piccolo viaggio musicale che è terminato con la celeberrima “under pressure” dei Queen, tutto rigorosamente eseguito con la chitarra acustica.

In chiusura della serata il sindaco Alessandra Hofmann ha rivolto un particolare ringraziamento a tutti i presenti e in particolar modo ai neo diciottenni e ai loro genitori che hanno scelto di celebrare insieme la ricorrenza del 4 Novembre.

''Per tutti noi questa è una serata veramente speciale in cui abbiamo celebrato l’essere dei cittadini italiani. Ringrazio di cuore tutti coloro che sono intervenuti, ma in particolar modo i ragazzi e i loro genitori che hanno scelto di portarvi a questa piccola cerimonia. Tutti voi avete fatto di un segno di rispetto verso quello che è un passaggio molto importante nella crescita, sono sicura che tutti questi neo diciottenni troveranno il loro posto perché sono guidati da famiglie che comprendono il valore di giornate come quella del 4 Novembre''.

Gli amministratori comunali con i neo 18enni intervenuti alla cerimonia
Dopo l’apertura con l’inno d’Italia cantato a gran voce dalle autorità e dal pubblico presente, la parola è passata al sindaco Alessandra Hofmann che ha sottolineato l’importanza della serata e il valore del ricordo. ''Il 4 Novembre non è semplicemente la giornata delle Forze Armate, ma credo che possa racchiudere il senso più autentico dell’essere italiani, ovvero l’unità, il legame che unisce la storia del nostro Paese al presente. Ogni giorno in Italia ci sono Forze Armate che lavorano con silenziosa fermezza, guidati dal dovere e nel diritto seguendo la disciplina e l’onore come recita il loro giuramento, sono donne e uomini che rappresentano la parte migliore del Nostro Stato. La giustizia e la democrazia sono dei valori fondamentali, ma non sono scontati, sono il frutto di sacrifici e scelte difficili, il risultato di una fedeltà al nostro paese che si rinnova ogni giorno con gesti concreti''.

Il sindaco Alessandra Hofmann
''Questa sera – ha detto l'amministratrice - abbiamo però voluto celebrare anche i giovani neo diciottenni rivolgendo a loro un pensiero speciale con la consegna della Costituzione che rappresenta un momento simbolico, ovvero il passaggio verso la responsabilità e la consapevolezza di essere parte viva di una grande comunità. Verrà consegnato il tricolore, la bandiera di cui andiamo fortemente fieri, è fatta dal verde simbolo di speranza per il futuro, dal bianco come purezza di principi e il rosso, simbolo di passione e di sacrificio. Celebrare il quattro novembre significa ricordare ma anche guardare avanti, significa credere in un paese che cresce grazie all’impegno quotidiano di ognuno di noi che facciamo la nostra parte con lo studio, il lavoro e il servizio. Viva Monticello, via le Forze Armate e viva l’Italia''.

Per celebrare la giornata dedicata alle Forze Armate e tutti coloro che prestano servizio sotto la bandiera italiana, è intervenuto Paolo Arcilesi, caporal maggiore e medaglia d’oro al valore come vittima di terrorismo, un riconoscimento che ha ricevuto nel 2024 a Lecco. La storia dell’ormai monticellese d'adozione inizia a Palermo quando, fin da ragazzo sente forte la vicinanza dei valori della Patria e decide di arruolarsi, prima nella Folgore e poi nella sezione Alpini di cui è rimasto affascinato dal senso di comunità. Tutto cambia nel 2011 quando, dopo un addestramento di quasi sette mesi, viene chiamato ad operare sul campo in Afghanistan, un giorno durante una pattuglia vede in faccia la morte.

Il caporal maggiore Paolo Arcilesi
''Quando sono stato mandato in missione Nato in Afghanistan ero felicissimo perché dopo lunghi mesi di addestramento potevo finalmente applicare ciò che avevo imparato. Il nostro compito era quello di pattugliare i villaggi, parlavamo con le persone e con i capi villaggi, ma un giorno il mio mezzo è stato colpito da un ordigno: fortunatamente sono sopravvissuto. Riprendersi è stato difficile, soprattutto a livello mentale, è stato un processo lungo e faticoso. Quando vai in missione sai benissimo cosa può succedere, ma hai sempre l’idea che sia impossibile che accada per forza a te, invece è successo'' ha raccontato Arcilesi che dopo il periodo in missione è passato dall’altra parte. Oggi si occupa di formazione, anche nelle scuole, per far conoscere cosa è veramente l’Esercito, una struttura che non è solo armi e combattimenti, ma un gruppo che ha la missione di salvaguardare ogni cittadino, senza distinzione.

Tra le fila dell’Esercito infatti, trovano spazio anche meccanici, medici, burocrati, ma soprattutto volenterosi che hanno la missione di aiutare il prossimo. Tra le tante missioni alcune hanno lasciato un segno indelebile, ma in particolar modo il ricordo va al servizio che ha prestato in occasione del terremoto in Umbria e Marche del 2016.

''In quel periodo mi trovavo in Friuli per un addestramento, ci stavamo preparando per una missione in Kosovo, eravamo senza televisione e non sapevamo quello che stava accadendo. La chiamata è arrivata all’improvviso e siamo partiti immediatamente, il giorno successivo eravamo già sul campo a Foligno e io ero impegnato nel turno notturno. Con il buio non si vedeva bene, ero in una città deserta, ma appena è sorto il sole ho visto la devastazione totale e mi sono accorto di quello che era successo'' ha aggiunto Arcilesi.

''E’ stato uno shock, in pochi istanti le persone avevano perso tutto, la loro casa, non esisteva più niente e lì il nostro compito era quello di dar loro una mano. Non c’era più niente di materiale da salvare, ma durante il giorno cercavamo di impegnare tutti i cittadini per distrarli da quello che era successo e intanto provavamo a ricostruire. È stata un’esperienza molto bella che mi ha particolarmente segnato, ho legato dei legami speciali con persone con cui sono tutt’ora in contatto. Credo che il valore dell’esercito stia proprio in queste cose, mettersi al servizio dell’Italia e della comunità''.

La serata è poi proseguita con l’omaggio ai neo diciottenni, i cinque ragazzi presenti hanno ricevuto dal sindaco Alessandra Hofmann i simboli della cittadinanza italiana. A Veronica Bonfanti, Valentina Brivio, Sofia Cannarozzo, Khadija El Ayoubi, Aurora Regosini Putelli e Filippo Savoini sono stati consegnati la Costituzione e il Tricolore. Palpabile l’emozione in sala, un momento quasi solenne di passaggio accompagnato dalle autorità civili e militari del territorio.

Ad affiancare Hofmann c’erano infatti i membri del consiglio comunale come il vice sindaco Roberto De Simone, Maria Teresa Colombo, Marco Pirovano, Francesca Viganò, Sergio Crippa, Davide Gatti e Alessandro Origgi, ma anche gli Alpini di Monticello e di Torrevilla capitanati rispettivamente da Francesco Limonta e Giulio Penati, i volontari della Protezione Civile, l’Avis, la Croce Rossa, l'Associazione Nazionale Carabinieri e i rappresentanti del Consorzio Brianteo Villa Greppi con la presidente Lucia Urbano.

Dopo il momento istituzionale c’è stato spazio per la musica con il Guitar Landscape ensemble, gruppo composto da cinque chitarristi che ha accompagnato la celebrazione. Da brani classici come la Carmen e le melodie inconfondibili di un tango, i musicisti hanno accompagnato i presenti in un piccolo viaggio musicale che è terminato con la celeberrima “under pressure” dei Queen, tutto rigorosamente eseguito con la chitarra acustica.

In chiusura della serata il sindaco Alessandra Hofmann ha rivolto un particolare ringraziamento a tutti i presenti e in particolar modo ai neo diciottenni e ai loro genitori che hanno scelto di celebrare insieme la ricorrenza del 4 Novembre.

''Per tutti noi questa è una serata veramente speciale in cui abbiamo celebrato l’essere dei cittadini italiani. Ringrazio di cuore tutti coloro che sono intervenuti, ma in particolar modo i ragazzi e i loro genitori che hanno scelto di portarvi a questa piccola cerimonia. Tutti voi avete fatto di un segno di rispetto verso quello che è un passaggio molto importante nella crescita, sono sicura che tutti questi neo diciottenni troveranno il loro posto perché sono guidati da famiglie che comprendono il valore di giornate come quella del 4 Novembre''.
G.M.














