Molteno ricorda con una targa l'ex sindaco Spreafico

''Esempio di impegno politico e sociale a Molteno e nel territorio'': così recita la targa commemorativa inaugurata nella mattinata di domenica 9 novembre presso la scuola media del paese per rendere omaggio ad Augusto Spreafico, figura di grande rilievo nella vita politica, sociale e cristiana del territorio.
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La targa scoperta quest'oggi alla scuola media di Molteno alla memoria di Spreafico

L’iniziativa, promossa dagli amici di sempre, ha visto la partecipazione di amministratori comunali, ex colleghi, familiari e cittadini, in un momento di memoria condivisa e di profonda riconoscenza.
A introdurre la cerimonia è stato Angelo Rigamonti, che ha tracciato un ricordo affettuoso e grato di Spreafico: ''Lui era per fare, costruire e portare il benessere socio-culturale nel nostro paese''.
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Al microfono Angelo Rigamonti

L'attuale sindaco Giuseppe Chiarella, ha voluto ricordare l’attualità del suo esempio: ''La scuola media rappresenta uno dei lasciti di Augusto Spreafico.  Quello che so lo conosco grazie ai suoi amici: facciamo sì che la politica torni a essere espressione delle volontà popolare e che ci sia maggiore rispetto per le istituzioni. Spreafico ci ricorda i valori della persona e della comunità che dovrebbero caratterizzare ogni amministratore politico''.
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Spreafico (1928-2000) nacque e crebbe a Molteno, dove la tragica morte del fratello Augusto Lorenzo nel 1945 segnò profondamente la sua giovinezza. Dopo le prime esperienze nell’Azione Cattolica e all’oratorio San Giovanni Bosco, il suo impegno politico prese forma con la Democrazia Cristiana, di cui fu esponente già nelle elezioni del 1948.
Negli anni Cinquanta lavorò a Milano, dove maturò esperienze significative nel contesto della Mensa Cardinal Ferrari e nel fervore spirituale animato dal cardinal Montini e dal movimento dei Focolarini di Chiara Lubich.
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A destra Giovanni Orsenigo

Eletto sindaco di Molteno dal 1965 al 1970, Spreafico fu tra i principali promotori della costruzione della scuola media, oggi luogo simbolico del suo ricordo e tra i fondatori del Consorzio Acquedotto Brianteo insieme al dottor Maldini, allora sindaco di Casatenovo.
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Dal 1970 assunse incarichi di crescente responsabilità nella Provincia di Como, diventando assessore ai servizi sociali dal 1974 al 1985. In quegli anni il suo impegno si distinse per l’attenzione ai più fragili: i non vedenti, i minori abbandonati, le persone con disabilità, i pazienti psichiatrici e i giovani colpiti dal fenomeno della tossicodipendenza.
Durante il terremoto dell’Irpinia del 1980, coordinò per la Provincia gli interventi di aiuto a Sant’Angelo dei Lombardi, portando sul posto la solidarietà concreta del territorio comasco.
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Da destra i sindaci Emanuele De Capitani (Sirone), Giuseppe Chiarella (Molteno) e Mauro Colombo (Garbagnate Monastero)

Il collega Giovanni Orsenigo lo ha ricordato, con l’amico Giuseppe Canali, come ''un grande maestro per tutti'', sottolineando come la sua azione abbia contribuito a riformare i servizi sociali provinciali, a potenziare la rete scolastica e a favorire la collaborazione tra enti locali in anni di grande trasformazione istituzionale: ''Ho dedicato i ricordi agli anni ‘70 che furono anni di cambiamento all’interno della società, delle istituzioni e delle autonomie locali. Nascono le regioni a statuto ordinario: ci sono nuovi indirizzi per la programmazione locale, nuovi governi del territorio, si introducono i comprensori e le comunità montane''. 
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Gli amici dell'ex primo cittadino, promotori della cerimonia odierna

Orsenigo ha ricordato come, durante i due mandati nella giunta guidata da Giovanni Fiamminghi, Spreafico abbia contribuito a riformare la sanità e i servizi sociali provinciali, introducendo un nuovo modo di intendere la politica come ''cura delle persone: grazie a lui la Provincia di Como mise in pratica la riforma Basaglia, riducendo i ricoveri e favorendo la nascita delle comunità alloggio''.
Non meno importante il suo contributo nel campo dell’educazione e della pianificazione scolastica: ''Si diede avvio in quegli anni al piano di edilizia scolastica media e superiore intitolato ''una scuola per ogni distretto''. Le nostre realtà provinciali godono di sistema scolastico efficiente che raccoglie le esigenze di istruzione dei ragazzi''.
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Orsenigo ha poi voluto condividere un pensiero personale: ''Spreafico trattava i problemi dei minori come se fossero dei propri figli: aveva capacità di esprimere nei loro riguardi un rapporto paterno. Anche noi dobbiamo mantenere attività questa linea calda della politica come accoglienza''. 
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Al microfono Antonio Rusconi

Negli interventi successivi, l’ex senatore Antonio Rusconi - oggi assessore a Valmadrera - ha sottolineato la dimensione spirituale della sua testimonianza: ''Per Augusto dobbiamo parlare di spiritualità in politica. Era credente nella fatica di ogni giorno. Se la memoria è ricordare con uno scopo, lui ci insegna la passione, la formazione di nuovi amministratori e rivendicava la storia degli amministratori cristiani sul territorio. Ha vissuto la politica come servizio. De Gasperi ai giovani diceva che la vita privata doveva essere uguale a quella pubblica. Penso che Augusto abbia ancora da insegnare a noi molto su questo''.  
Il momento più toccante è coinciso con la scopertura della targa da parte della sorella Tina, accompagnata dal nipote, che ha ricordato una delle frasi più amate dello zio: il bene va fatto in silenzio. ''Se siamo qui oggi a ricordarlo è perché aveva ragione'' ha detto. 
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Tina Spreafico e alle sue spalle la targa posata in ricordo del fratello

Dopo gli anni in Provincia, Spreafico continuò la sua opera di volontario instancabile nell’associazione La Rosa di Nibionno accanto alla fondatrice Carla, alla Casa sul Pozzo di padre Angelo Cupini a Lecco, e presso la Comunità dell’Arca di Erba. Si spese anche per l’aiuto ai carcerati di Como e per l’accoglienza dei profughi libanesi, ai quali seppe offrire sostegno e dignità e per questo impegno gli fu conferito il Premio Marco d’Oggiono. Durante la cerimonia è stato esposto anche un quadro donato da un amico libanese, simbolo dei legami umani e spirituali che Spreafico seppe costruire nel tempo.
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I familiari di Antonio Augusto Spreafico

''Tante sono le persone - ha ricordato Rigamonti - che a lui si sono rivolte e da lui ascoltate ed aiutate. La politica come espressione massima della carità cristiana e l'attenzione e l'impegno diretto per le persone in difficolta''.
L’intera comunità ha voluto ricordare un uomo che ha vissuto la politica come servizio, la fede come testimonianza e la vita come dono agli altri, lasciando un segno indelebile nella storia del paese.
M.Mau.
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