Oggiono: gli alunni della scuola superiore incontrano il nipote di Vittorio Bachelet

Un'atmosfera carica di emozione e riflessione ha riempito ieri mattina il Palabachelet di Oggiono, dove centinaia di studenti delle classi prime dell'Istituto Superiore hanno incontrato il Vittorio Bachelet, nipote e omonimo del celebre giurista e servitore dello stato assassinato dalle Brigate Rosse nel 1980.
"Non avendolo conosciuto di persona, questo rappresenta per me un modo per scoprirlo ogni anno" ha esordito Vittorio Bachelet davanti agli studenti attenti e partecipi. Infatti, il nipote è nato poco dopo la sua morte, ma da diverso tempo ci tiene a raccontare la sua storia ai ragazzi ogni anno.
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Vittorio Bachelet

La dirigente Anna Panzeri ha aperto l'incontro sottolineando l'importanza per gli studenti di conoscere la persona che dà il nome alla loro scuola. "Vittorio Bachelet non è un eroe dei fumetti, ma un testimone che ci ricorda di fare bene la nostra parte come cittadini, portando i valori nella nostra quotidianità".
Assassinato dopo una lezione tenuta in università, Bachelet fu un servitore dello stato e della chiesa, un riformatore del diritto cresciuto nella scuola del vangelo e della costituzione, che credeva profondamente nel dialogo e nella democrazia.
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Un incontro, quello di oggi, che ha assunto da subito un significato ancora più particolare in questi giorni: venerdì scorso è morta a 72 anni Anna Laura Braghetti che sparò al giurista. ''Dovete pensare che aveva poco più della vostra età all’epoca dei fatti” e, come ha continuato il nipote, fu profondamente segnata dall'incontro con Adolfo, fratello di Vittorio, nelle carceri. "Avrebbe voluto andare ai funerali di Adolfo, ma non vi partecipò per rispetto verso gli altri parenti" ha spiegato il relatore, ricordando come la figura di suo nonno abbia avuto un significato particolare anche nella vita di chi lo uccise.
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La dirigente scolastica Anna Panzeri

Il giurista ha poi ripercorso la vita del nonno, ultimo di sei fratelli, appassionato di montagna e, fin da giovane, di giornalismo. Negli anni Trenta, durante il regime fascista, fondò con ironia un giornale familiare, il Telechab, prima di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza a Roma, l'attuale Sapienza. Un uomo attento e curioso, che si è da subito distinto nel panorama italiano.
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Per Bachelet senior, Alcide De Gasperi rappresentava l'esempio perfetto del politico che non ricorre alla retorica della demagogia, ma si mette al servizio della costruzione del bene comune. L'Europa era per lui un'opportunità di crescita democratica e morale, ma richiedeva un impegno forte sia dal punto di vista informativo che formativo.
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La professoressa Laura Tentori e l'assessore Giovanni Corti

"Per lui era solo grazie alla cultura che si poteva far avanti l'idea di un Paese" ha spiegato il nipote. A 38 anni venne chiamato a presiedere l'Azione Cattolica, grazie alle sue pubblicazioni nelle riviste cattoliche. Si candidò alle elezioni, lanciandosi nella scena politica, ma venne subito eletto nel Consiglio Superiore della Magistratura, prima di poter completare il percorso istituzionale.
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Negli anni del terrorismo, Bachelet era convinto che bisognasse vincere attraverso la democrazia, con una reale e consapevole partecipazione della popolazione. "I cambiamenti veri non avvengono con il sangue, ma con la cultura e la partecipazione democratica" ha concluso il nipote.
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A chiudere la mattinata sono gli stessi studenti, i quali hanno presentato una canzone dedicata a Vittorio Bachelet, suggellando con la musica e l'impegno dei giovani il messaggio di partecipazione democratica e responsabilità civile che il giurista ha incarnato nella sua vita.
All'incontro erano presenti anche Giovanni Corti, assessore di Oggiono con deleghe a cultura e istruzione, e la professoressa Laura Tentori dell'Ufficio Scolastico Territoriale.
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''Pensate che sua moglie, mia nonna - affettuosamente chiamata Piccola - è ancora tra noi e compirà 102 anni a fine mese'' ha aggiunto il nipote, a simboleggiare la presenza di una custode vivente di quella memoria che oggi passa di mano in mano, di generazione in generazione.
Anche quest’anno, l’omaggio ha dimostrato come l'eredità di Bachelet continui a vivere nelle nuove generazioni, quelle stesse che oggi studiano nell'istituto a lui intitolato.
M.E.
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