Oggiono: Silvia Schenatti ha aperto gli incontri letterari ''a Km 0''
Oggiono si conferma punto di riferimento per la promozione della cultura e della lettura grazie ad una nuova edizione della rassegna letteraria dedicata ad autori locali.
Il primo appuntamento di quest'ultimo ciclo, svoltosi nel pomeriggio di sabato 8 novembre presso la biblioteca comunale, ha visto protagonista Silvia Schenatti, giovane avvocata e scrittrice, con il suo legal-thriller Il gelsomino di Sarajevo. Un’opera che intreccia diritto, storia e vicende personali in una trama avvincente e ricca di dettagli.
Tra letture a voce alta e approfondimenti sulla genesi del romanzo, il pubblico intervenuto ha potuto immergersi nelle atmosfere della Brianza e di Trieste, scoprendo al contempo nuovi talenti del territorio.

''Siamo contenti di essere riusciti a mantenere questo impegno costante nel tempo'' ha annunciato fiero l’assessore all’istruzione e alla cultura, Giovanni Corti. ''L’incontro di oggi aprirà la prima delle due rassegne previste, in cui il nostro obiettivo è trovare opere a km 0. Quindi, andiamo alla ricerca di autori originari della Brianza o che, in qualche modo, raccontino storie ambientate nel nostro territorio. Da questa caratteristica prende il nome dell’iniziativa, che oggi presenta un legal-thriller, scritto da Silvia Schenatti. Rispetto alle edizioni precedenti, la novità è l’introduzione della lettura a voce alta nel corso della presentazione, in modo da permettere agli uditori di addentrarsi e immedesimarsi nel racconto. Nel corso del tempo, infatti, è nato questo gruppo di appassionati della lettura: i volontari di questo circolo leggono in anticipo il titolo proposto, individuando i punti salienti da proporre nel corso degli incontri''.
Grazie a questi spunti e ad alcune scene topiche del libro, il pubblico ha avuto modo di conoscere l'opera attraverso una modalità nuova e curiosa. Dietro ad ogni grande protagonista però, si nasconde la creatività e la penna del proprio autore, talento scoperto di recente dall’amministrazione comunale, come ha raccontato l’assessore Corti: ''il nostro primo incontro è avvenuto in una giornata di novembre circa un anno fa, a Cascina Rapello, sopra Airuno. La peculiarità della nostra conoscenza sono stati i ruoli invertiti rispetto a questo pomeriggio. Infatti, in quell’occasione è stata lei a presentare me. Tutto poi è cominciato quando Silvia mi ha parlato del suo blog Parole al limite, in cui il tema principale sono proprio i libri. Prima di questo libro, la nostra ospite si era già cimentata nella scrittura e nella pubblicazione del suo primo giallo L’inferno dentro ai suoi occhi''.

La parola è stata poi lasciata all’autrice, che si è inoltrata nelle particolarità della storia. ''Ringrazio l'assessore e il Comune di Oggiono per avermi invitata'' ha esordito Silvia. ''Sono nata nel 1992, data significativa anche per il libro, come poi vedremo. Il mio percorso di studi mi portato ad essere avvocata e ora lavoro in uno studio legale a Lecco. Quindi, il campo della legalità era il mio terreno perché nel racconto si parla di diritto, di delitto, anche se magari sotto traccia, e di indagini. Per questo mi è venuto naturale scrivere questo tipo di romanzo. Un esempio di materia giuridica sono alcuni articoli citati all’interno del libro, che effettivamente si trovano all’interno del nostro Codice Penale''.
Anche la scelta dell’ambientazione, caduta su Trieste, non risulta casuale, ma in linea con la trama tessuta dalla scrittrice: ''ci sono stata due volte ed è una delle mie città preferite'' ha proseguito la giovane. ''Ho cercato di portare nel libro le sue vie e tanto altro. Sono stata lì circa un anno fa, a settembre, e devo ammettere che in quel periodo ho fatto qualche ritocco, dopo essermi accorta che alcuni elementi narrativi non coincidevano alla realtà''.

Come per lo scenario, anche il ritratto della protagonista è stato curato in modo mirato e dettagliato. ''La protagonista si chiama Matilde Bonfanti - ha specificato l’avvocato - curiosamente stesso nome e cognome di mia cugina. Nel libro però Matilde è la PM delle indagini e l’ho collocata a Trieste in parte per il mio legame affettivo alla città. In parte perché la prerogativa della graduatoria del concorso di magistrato prevede l’inserimento lavorativo in quella città. Inoltre, ho colto l’occasione per far avvicinare il lettore a tematiche significative e ancora attuali, che toccano il territorio e la storia dell’ex Jugoslavia''.

Il titolo stesso, concetto chiave della seconda lettura, richiama il profondo legame tra narrazione e storia di un Paese che conserva un passato di conflitto, ancora forte nella memoria. ''Proprio nel '92 a Sarajevo ha preso inizio un assedio, per cui c'erano milizie serbe o serbo-bolsceviche che volevano annientare la componente musulmana'' ha approfondito il tema Silvia. ''Io personalmente ho visitato Sarajevo otto anni fa e vi posso garantire che porta con sé ancora i segni della guerra. Non so se qualcuno di voi ci sia stato, ma mi è rimasta dentro questa città perché è vicina a noi più di quanto crediamo, ma al tempo stesso distante. In occasione di questo viaggio, ho conosciuto una ragazza, poi diventata mia amica, che mi ha fatto da guida. Pensare che lei ha vissuto una situazione del genere è stato impattante. Il titolo, Il gelsomino di Sarajevo, si ricollega al nome di una ragazza della capitale, personaggio cruciale per la storia. Senza spoilerare troppo, aggiungo che si chiama Jasmine, nome che in italiano fa riferimento al gelsomino''.

Tra spunti originali rivelati dalla scrittrice e momenti intensi offerti dalla lettura, il primo incontro si è concluso con successo e curiosità verso le nuove proposte letterarie del territorio. Appuntamenti di questo genere si rivelano una risorsa significativa non solo per la scoperta di talenti locali, ma anche per promuovere spazi di confronto e condivisione per la comunità.
Con questo obiettivo, l’amministrazione comunale - rappresentata l'altro pomeriggio anche dal sindaco Chiara Narciso - è già pronta per ospitare gli autori di ''Insieme si può'', Mauro Meroni e di ''Vera a metà'', Maddalena Bertelè.
L’attesa infatti, è tutta per i prossimi incontri della rassegna (sabato 15 e 22 novembre), così da conoscere nuovi talenti e storie dal territorio.
Il primo appuntamento di quest'ultimo ciclo, svoltosi nel pomeriggio di sabato 8 novembre presso la biblioteca comunale, ha visto protagonista Silvia Schenatti, giovane avvocata e scrittrice, con il suo legal-thriller Il gelsomino di Sarajevo. Un’opera che intreccia diritto, storia e vicende personali in una trama avvincente e ricca di dettagli.
Tra letture a voce alta e approfondimenti sulla genesi del romanzo, il pubblico intervenuto ha potuto immergersi nelle atmosfere della Brianza e di Trieste, scoprendo al contempo nuovi talenti del territorio.

Da sinistra Silvia Schenatti, l'assessore Giovanni Corti e il sindaco Chiara Narciso
''Siamo contenti di essere riusciti a mantenere questo impegno costante nel tempo'' ha annunciato fiero l’assessore all’istruzione e alla cultura, Giovanni Corti. ''L’incontro di oggi aprirà la prima delle due rassegne previste, in cui il nostro obiettivo è trovare opere a km 0. Quindi, andiamo alla ricerca di autori originari della Brianza o che, in qualche modo, raccontino storie ambientate nel nostro territorio. Da questa caratteristica prende il nome dell’iniziativa, che oggi presenta un legal-thriller, scritto da Silvia Schenatti. Rispetto alle edizioni precedenti, la novità è l’introduzione della lettura a voce alta nel corso della presentazione, in modo da permettere agli uditori di addentrarsi e immedesimarsi nel racconto. Nel corso del tempo, infatti, è nato questo gruppo di appassionati della lettura: i volontari di questo circolo leggono in anticipo il titolo proposto, individuando i punti salienti da proporre nel corso degli incontri''.


La parola è stata poi lasciata all’autrice, che si è inoltrata nelle particolarità della storia. ''Ringrazio l'assessore e il Comune di Oggiono per avermi invitata'' ha esordito Silvia. ''Sono nata nel 1992, data significativa anche per il libro, come poi vedremo. Il mio percorso di studi mi portato ad essere avvocata e ora lavoro in uno studio legale a Lecco. Quindi, il campo della legalità era il mio terreno perché nel racconto si parla di diritto, di delitto, anche se magari sotto traccia, e di indagini. Per questo mi è venuto naturale scrivere questo tipo di romanzo. Un esempio di materia giuridica sono alcuni articoli citati all’interno del libro, che effettivamente si trovano all’interno del nostro Codice Penale''.
Anche la scelta dell’ambientazione, caduta su Trieste, non risulta casuale, ma in linea con la trama tessuta dalla scrittrice: ''ci sono stata due volte ed è una delle mie città preferite'' ha proseguito la giovane. ''Ho cercato di portare nel libro le sue vie e tanto altro. Sono stata lì circa un anno fa, a settembre, e devo ammettere che in quel periodo ho fatto qualche ritocco, dopo essermi accorta che alcuni elementi narrativi non coincidevano alla realtà''.

Come per lo scenario, anche il ritratto della protagonista è stato curato in modo mirato e dettagliato. ''La protagonista si chiama Matilde Bonfanti - ha specificato l’avvocato - curiosamente stesso nome e cognome di mia cugina. Nel libro però Matilde è la PM delle indagini e l’ho collocata a Trieste in parte per il mio legame affettivo alla città. In parte perché la prerogativa della graduatoria del concorso di magistrato prevede l’inserimento lavorativo in quella città. Inoltre, ho colto l’occasione per far avvicinare il lettore a tematiche significative e ancora attuali, che toccano il territorio e la storia dell’ex Jugoslavia''.

Il titolo stesso, concetto chiave della seconda lettura, richiama il profondo legame tra narrazione e storia di un Paese che conserva un passato di conflitto, ancora forte nella memoria. ''Proprio nel '92 a Sarajevo ha preso inizio un assedio, per cui c'erano milizie serbe o serbo-bolsceviche che volevano annientare la componente musulmana'' ha approfondito il tema Silvia. ''Io personalmente ho visitato Sarajevo otto anni fa e vi posso garantire che porta con sé ancora i segni della guerra. Non so se qualcuno di voi ci sia stato, ma mi è rimasta dentro questa città perché è vicina a noi più di quanto crediamo, ma al tempo stesso distante. In occasione di questo viaggio, ho conosciuto una ragazza, poi diventata mia amica, che mi ha fatto da guida. Pensare che lei ha vissuto una situazione del genere è stato impattante. Il titolo, Il gelsomino di Sarajevo, si ricollega al nome di una ragazza della capitale, personaggio cruciale per la storia. Senza spoilerare troppo, aggiungo che si chiama Jasmine, nome che in italiano fa riferimento al gelsomino''.

Tra spunti originali rivelati dalla scrittrice e momenti intensi offerti dalla lettura, il primo incontro si è concluso con successo e curiosità verso le nuove proposte letterarie del territorio. Appuntamenti di questo genere si rivelano una risorsa significativa non solo per la scoperta di talenti locali, ma anche per promuovere spazi di confronto e condivisione per la comunità.
Con questo obiettivo, l’amministrazione comunale - rappresentata l'altro pomeriggio anche dal sindaco Chiara Narciso - è già pronta per ospitare gli autori di ''Insieme si può'', Mauro Meroni e di ''Vera a metà'', Maddalena Bertelè.
L’attesa infatti, è tutta per i prossimi incontri della rassegna (sabato 15 e 22 novembre), così da conoscere nuovi talenti e storie dal territorio.
V.I.














