Lettera aperta al Direttore Generale dell’ASST di Lecco

In merito alle recenti dichiarazioni del Direttore Generale dell’ASST di Lecco sul caso dei medici del servizio di Endoscopia impegnati nel pomeriggio presso una clinica privata, sentiamo la necessità di intervenire per chiarezza e rispetto verso il personale e i cittadini.

La motivazione fornita — la carenza di personale infermieristico che limiterebbe l’attività interna dell’Azienda — mette a nudo la vera emergenza che da tempo affligge la nostra sanità territoriale.

Il problema non è solo contingente, ma strutturale: l’ASST di Lecco vive una crisi profonda di risorse umane, ereditata dal passato e aggravata negli anni.

L’attuale Direttore ha raccolto un’eredità difficile, segnata da una fuga costante di professionisti dagli ospedali di Lecco e Merate. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: turni massacranti, ferie e riposi arretrati, personale costretto a garantire la continuità dei servizi sacrificando il proprio tempo e la propria salute.

Una situazione che tocca tutti i reparti — dalla Chirurgia alla Medicina, fino alla Psichiatria — e che, in alcuni casi, come in Radiologia a Merate, si traduce in un utilizzo solo parziale delle risorse diagnostiche per mancanza di personale.

In questo contesto e permetteteci di dirlo con chiarezza: non è così che si risolvono le liste d’attesa.

Spostare i professionisti verso l’attività privata non aiuta la sanità pubblica a ripartire, né restituisce fiducia ai cittadini che da mesi attendono visite ed esami.

Le liste d’attesa si riducono investendo nel personale, potenziando i reparti, migliorando le condizioni di lavoro e creando un ambiente che invogli i professionisti a restare e a crescere dentro l’ASST, non fuori.

Nonostante gli sforzi nel reclutamento, anche il 2025 si chiude con un saldo negativo di personale. Forse è il momento di cambiare approccio.

Per esempio perché non aprire un confronto vero con i rappresentanti dei lavoratori e con le amministrazioni locali per individuare soluzioni concrete, come l’offerta di alloggi ad equo canone per medici e infermieri che scelgono di lavorare a Lecco o Merate?

Molti vincitori di concorso rinunciano per difficoltà logistiche o costi abitativi troppo elevati. Eppure l’ASST dispone di immobili propri: metterli a disposizione del personale significherebbe investire in modo intelligente, e quasi a costo zero, sul futuro della nostra sanità pubblica.

Ci permettiamo quindi un appello al Direttore Generale: metta in campo tutta la sua esperienza, la sua professionalità e il suo senso etico per restituire valore e fiducia alla sanità pubblica lecchese.

Siamo pronti a sostenerla in questo percorso, se l’obiettivo comune sarà quello di costruire un servizio pubblico forte, giusto e di qualità, capace di rispondere davvero ai bisogni dei cittadini.
I volontari dello Sportello Salute Lecco
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