Casatenovo: l'autismo a 360° nel corso di una serata con CRI e Comune
Una serata densa di contenuti e riflessioni, guidata dalla volontà di comprendere più a fondo il mondo dell’autismo, le sue sfumature e la realtà quotidiana di chi lo vive.
Martedì 11 novembre, nella sala consiliare del municipio di Casatenovo, si è svolto l’incontro “Spettro dell’autismo: istruzioni per l’uso”, promosso dalla Croce Rossa Italiana – Comitato di Casatenovo in collaborazione con il Comune. Un appuntamento pensato per offrire conoscenze, strumenti e testimonianze utili a costruire una comunità più consapevole e accogliente.
A portare i saluti iniziali è stato il sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati, che ha sottolineato l’importanza di momenti come questo per la crescita civile e umana del territorio. Ha ringraziato la Croce Rossa Italiana e tutti i professionisti presenti per il loro impegno nel diffondere una cultura dell’inclusione e della comprensione: “Iniziative come questa ci ricordano che la conoscenza è il primo passo verso una comunità più giusta e solidale”.
La parola è poi passata a Corrado Colombo, presidente della Croce Rossa Italiana - Comitato di Casatenovo, che ha guidato la serata presentando i relatori e coordinando gli interventi: “La serata è densa di informazioni, vi ringrazio di essere qui e ringrazio soprattutto questo parterre”.
A seguire è intervenuta Dott.ssa Paola Olgiati, neuropsichiatra infantile presso l’A.S.S.T. GOM Niguarda, che ha delineato un quadro scientifico e umano dell’autismo, spiegandone origini, manifestazioni e difficoltà. Ha sottolineato come si tratti di un disturbo biologicamente determinato e di insorgenza precoce, spesso già intorno ai 18-24 mesi. In Lombardia, ha spiegato, la diagnosi precoce consente di intercettare i primi segnali e avviare tempestivamente percorsi di sostegno.
Olgiati ha evidenziato la varietà delle forme di autismo: “Ci sono bambini con gravi compromissioni cognitive e relazionali, ma anche soggetti ad alto funzionamento, con capacità cognitive e linguistiche nella norma e tratti di spiccata intelligenza”. Ha ricordato come la prevalenza del disturbo sia in aumento, con implicazioni sociali importanti, e ha spiegato la diagnosi clinica basata su osservazione e colloqui, secondo i criteri del DSM-5, sottolineando l’importanza di considerare le difficoltà di comunicazione e i comportamenti ripetitivi non come limiti ma come caratteristiche di una modalità di funzionamento diversa.
Particolare attenzione è stata dedicata agli aspetti sensoriali e alla comunicazione: Olgiati ha spiegato come le persone nello spettro possano essere ipersensibili o iposensibili agli stimoli, con difficoltà nel riconoscere segnali sociali o nel regolare emozioni e comportamenti. Ha citato esempi concreti: “Un ragazzo mi ha risposto letteralmente quando ho detto ‘ho le mani bucate’, mostrando quanto l’interpretazione possa essere diversa dalla nostra”. Il fenomeno del masking, tipico di chi ha alto funzionamento, è emerso come strategia di adattamento: molti imparano a imitare i comportamenti degli altri, spesso a costo di grande stress emotivo.
Ha concluso con un invito alla sensibilità collettiva: rispettare e valorizzare le persone con autismo, creando contesti e relazioni in grado di accoglierle, senza giudizio, ma con empatia e attenzione ai loro bisogni specifici.
Subito dopo è intervenuta Dott.ssa Francesca Codecà, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva presso l’A.S.S.T. GOM Niguarda, che ha approfondito l’incontro spiegando come comprendere e rispondere ai loro bisogni concreti. Ha posto l’accento sull’osservazione dei comportamenti, sul ruolo dell’ambiente e sull’importanza della regolazione sensoriale: “Spesso ciò che noi consideriamo normale per loro può risultare insopportabile: ascoltare e adattarsi è fondamentale”.
Codecà ha illustrato le principali strategie di comunicazione aumentativa e alternativa, strumenti che non sostituiscono il linguaggio verbale ma ne ampliano le possibilità espressive, come immagini, simboli, fotografie e dispositivi digitali con emissione vocale. Ha spiegato l’importanza di adattare il linguaggio alle capacità del bambino, modulando volume, ritmo e chiarezza delle parole, e di coinvolgere sempre i genitori, veri esperti delle abitudini e delle reazioni dei figli.
Ha inoltre condiviso esempi pratici di stimolazione sensoriale e motoria, evidenziando come l’interpretazione dei comportamenti spesso sia diversa da quanto appare: una stimolazione apparentemente “strana” può essere una risposta positiva a uno stimolo esterno o un modo di regolare emozioni e sensazioni. Ha concluso ribadendo che la comprensione e la coerenza dell’ambiente, la partecipazione dei genitori e la costruzione di strategie individualizzate sono strumenti fondamentali per favorire l’inclusione: “Leggere correttamente ciò che un bambino comunica con gesti o comportamenti ci permette di supportarlo al meglio, rispettando la sua unicità”.
Subito dopo è intervenuto il Dott. Daniele Coppola, direttore del Distretto di Merate presso l’A.S.S.T. Lecco, che ha presentato le novità e i servizi dell’assistenza territoriale. Ha spiegato come negli ultimi anni l’assistenza territoriale abbia avuto un grande sviluppo e come la collaborazione tra professionisti sanitari e sociali sia fondamentale: “Oggi è necessario che tutte le forze si uniscano per affrontare insieme le problematiche dei cittadini”.
Coppola ha illustrato il ruolo delle case di comunità, strutture che integrano assistenza sanitaria e sociale e favoriscono la connessione tra medici, infermieri, assistenti sociali e specialisti. Ha evidenziato il punto unico di accesso, che accoglie cittadini e famiglie, raccoglie bisogni e indirizza verso figure professionali specifiche: “Il punto di accesso serve a comprendere le necessità di ogni persona, anche per interventi non gravi ma che richiedono supporto mirato”.
Ha sottolineato come le case di comunità consentano la presenza settimanale di specialisti, come cardiologi, neurologi e psicologi, e permettano di seguire pazienti a domicilio o con necessità particolari, integrando il lavoro dei medici di medicina generale: “Il nostro obiettivo è garantire un percorso completo e coordinato per ogni cittadino”. Coppola ha infine ricordato l’importanza della valutazione medica integrata e della collaborazione con famiglie e istituzioni: “L’assistenza territoriale oggi permette di rispondere in modo più rapido e coerente ai bisogni di chi vive con disabilità”.
A seguire è intervenuta Dott.ssa Alessandra Madaschi, referente area disabilità dell’Ambito Territoriale Sociale di Merate ed educatore professionale, che ha approfondito il tema dell’inclusione sociale, evidenziando l’importanza di valorizzare le specificità e le potenzialità di ciascuna persona. Ha spiegato come l’autismo rappresenti una condizione caratterizzata da un ampio spettro di manifestazioni, rendendo ogni individuo unico: “Bisogna riconoscere e rispettare le peculiarità di ciascuno, anche quando partono da situazioni di maggiore fragilità”.
Madaschi ha illustrato il progetto biennale “AUT-IN Nessuno Escluso”, promosso dall’Ambito Territoriale e Sociale in collaborazione con diverse cooperative e enti del territorio. Il progetto ha puntato a favorire inclusione e partecipazione attiva nei diversi ambiti della vita quotidiana, come scuola, tempo libero e spazi comunitari, con interventi mirati alle potenzialità e ai desideri delle persone: “Abbiamo cercato di promuovere contesti in cui ciascuno possa esprimersi e contribuire, sia chi ha autismo sia i cosiddetti neurotipici”.
Ha illustrato alcune attività realizzate sul territorio: spazi di aggregazione per famiglie con bambini 0-3 anni, centri estivi inclusivi, laboratori in fattorie didattiche e biblioteche, dove i partecipanti con autismo hanno potuto collaborare insieme agli altri bambini e ragazzi in attività quotidiane e creative. Ha raccontato come siano stati promossi momenti di autonomia, responsabilità e socializzazione: “È stato bello vedere ragazzi prepararsi, contribuire alle attività e sentire di essere visti come persone”.
Infine, è intervenuta Dott.ssa Roberta Venieri, psicologa-psicoterapeuta libera professionista, che ha trattato l’inserimento lavorativo delle persone nello spettro autistico. Ha spiegato come l’inserimento nelle categorie protette non sia un limite, ma uno strumento di supporto mirato: “Spesso le persone ad alto funzionamento pensano di potercela fare da sole, ma avere un percorso personalizzato può facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro”.
Venieri ha descritto il ruolo dei tutor e la collaborazione con le aziende, evidenziando l’importanza di formazione, accompagnamento e monitoraggio costante: “Un tutor in azienda permette di facilitare la comunicazione e le relazioni con i colleghi, riducendo ansie e difficoltà”. Ha parlato dell’uso della comunicazione aumentativa, di percorsi personalizzati in base a competenze e desideri, e della valorizzazione delle capacità individuali, anche nei casi di precedenti esperienze negative: “Lavoriamo per rafforzare autostima e fiducia, accompagnando ciascuno nel proprio percorso di inserimento”.
Venieri ha concluso sottolineando che con il supporto adeguato e percorsi su misura, l’obiettivo finale è l’assunzione stabile e soddisfacente della persona nello spettro autistico: “L’inserimento lavorativo funziona quando si costruisce insieme un contesto chiaro, prevedibile e accogliente”.
La serata si è conclusa tra applausi e scambi di riflessioni, con un pubblico numeroso e attento, desideroso di comprendere, ascoltare e mettersi in gioco. L’interesse dimostrato testimonia quanto sia importante continuare a costruire comunità informate e inclusive, in cui ogni persona, con le proprie caratteristiche e potenzialità, possa sentirsi valorizzata e accolta.
Martedì 11 novembre, nella sala consiliare del municipio di Casatenovo, si è svolto l’incontro “Spettro dell’autismo: istruzioni per l’uso”, promosso dalla Croce Rossa Italiana – Comitato di Casatenovo in collaborazione con il Comune. Un appuntamento pensato per offrire conoscenze, strumenti e testimonianze utili a costruire una comunità più consapevole e accogliente.
Il sindaco di Casatenovo, Filippo Galbiati
La parola è poi passata a Corrado Colombo, presidente della Croce Rossa Italiana - Comitato di Casatenovo, che ha guidato la serata presentando i relatori e coordinando gli interventi: “La serata è densa di informazioni, vi ringrazio di essere qui e ringrazio soprattutto questo parterre”.
Corrado Colombo, presidente della CRI di Casatenovo
A seguire è intervenuta Dott.ssa Paola Olgiati, neuropsichiatra infantile presso l’A.S.S.T. GOM Niguarda, che ha delineato un quadro scientifico e umano dell’autismo, spiegandone origini, manifestazioni e difficoltà. Ha sottolineato come si tratti di un disturbo biologicamente determinato e di insorgenza precoce, spesso già intorno ai 18-24 mesi. In Lombardia, ha spiegato, la diagnosi precoce consente di intercettare i primi segnali e avviare tempestivamente percorsi di sostegno.
La Dott.ssa Paola Olgiati, neuropsichiatra infantile
Olgiati ha evidenziato la varietà delle forme di autismo: “Ci sono bambini con gravi compromissioni cognitive e relazionali, ma anche soggetti ad alto funzionamento, con capacità cognitive e linguistiche nella norma e tratti di spiccata intelligenza”. Ha ricordato come la prevalenza del disturbo sia in aumento, con implicazioni sociali importanti, e ha spiegato la diagnosi clinica basata su osservazione e colloqui, secondo i criteri del DSM-5, sottolineando l’importanza di considerare le difficoltà di comunicazione e i comportamenti ripetitivi non come limiti ma come caratteristiche di una modalità di funzionamento diversa.
Particolare attenzione è stata dedicata agli aspetti sensoriali e alla comunicazione: Olgiati ha spiegato come le persone nello spettro possano essere ipersensibili o iposensibili agli stimoli, con difficoltà nel riconoscere segnali sociali o nel regolare emozioni e comportamenti. Ha citato esempi concreti: “Un ragazzo mi ha risposto letteralmente quando ho detto ‘ho le mani bucate’, mostrando quanto l’interpretazione possa essere diversa dalla nostra”. Il fenomeno del masking, tipico di chi ha alto funzionamento, è emerso come strategia di adattamento: molti imparano a imitare i comportamenti degli altri, spesso a costo di grande stress emotivo.
Ha concluso con un invito alla sensibilità collettiva: rispettare e valorizzare le persone con autismo, creando contesti e relazioni in grado di accoglierle, senza giudizio, ma con empatia e attenzione ai loro bisogni specifici.
La Dott.ssa Francesca Codecà, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva
Subito dopo è intervenuta Dott.ssa Francesca Codecà, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva presso l’A.S.S.T. GOM Niguarda, che ha approfondito l’incontro spiegando come comprendere e rispondere ai loro bisogni concreti. Ha posto l’accento sull’osservazione dei comportamenti, sul ruolo dell’ambiente e sull’importanza della regolazione sensoriale: “Spesso ciò che noi consideriamo normale per loro può risultare insopportabile: ascoltare e adattarsi è fondamentale”.
Codecà ha illustrato le principali strategie di comunicazione aumentativa e alternativa, strumenti che non sostituiscono il linguaggio verbale ma ne ampliano le possibilità espressive, come immagini, simboli, fotografie e dispositivi digitali con emissione vocale. Ha spiegato l’importanza di adattare il linguaggio alle capacità del bambino, modulando volume, ritmo e chiarezza delle parole, e di coinvolgere sempre i genitori, veri esperti delle abitudini e delle reazioni dei figli.
Ha inoltre condiviso esempi pratici di stimolazione sensoriale e motoria, evidenziando come l’interpretazione dei comportamenti spesso sia diversa da quanto appare: una stimolazione apparentemente “strana” può essere una risposta positiva a uno stimolo esterno o un modo di regolare emozioni e sensazioni. Ha concluso ribadendo che la comprensione e la coerenza dell’ambiente, la partecipazione dei genitori e la costruzione di strategie individualizzate sono strumenti fondamentali per favorire l’inclusione: “Leggere correttamente ciò che un bambino comunica con gesti o comportamenti ci permette di supportarlo al meglio, rispettando la sua unicità”.
Il Dott. Daniele Coppola, direttore del Distretto di Merate presso l’A.S.S.T. Lecco
Subito dopo è intervenuto il Dott. Daniele Coppola, direttore del Distretto di Merate presso l’A.S.S.T. Lecco, che ha presentato le novità e i servizi dell’assistenza territoriale. Ha spiegato come negli ultimi anni l’assistenza territoriale abbia avuto un grande sviluppo e come la collaborazione tra professionisti sanitari e sociali sia fondamentale: “Oggi è necessario che tutte le forze si uniscano per affrontare insieme le problematiche dei cittadini”.
Coppola ha illustrato il ruolo delle case di comunità, strutture che integrano assistenza sanitaria e sociale e favoriscono la connessione tra medici, infermieri, assistenti sociali e specialisti. Ha evidenziato il punto unico di accesso, che accoglie cittadini e famiglie, raccoglie bisogni e indirizza verso figure professionali specifiche: “Il punto di accesso serve a comprendere le necessità di ogni persona, anche per interventi non gravi ma che richiedono supporto mirato”.
Ha sottolineato come le case di comunità consentano la presenza settimanale di specialisti, come cardiologi, neurologi e psicologi, e permettano di seguire pazienti a domicilio o con necessità particolari, integrando il lavoro dei medici di medicina generale: “Il nostro obiettivo è garantire un percorso completo e coordinato per ogni cittadino”. Coppola ha infine ricordato l’importanza della valutazione medica integrata e della collaborazione con famiglie e istituzioni: “L’assistenza territoriale oggi permette di rispondere in modo più rapido e coerente ai bisogni di chi vive con disabilità”.
La Dott.ssa Alessandra Madaschi, referente area disabilità
A seguire è intervenuta Dott.ssa Alessandra Madaschi, referente area disabilità dell’Ambito Territoriale Sociale di Merate ed educatore professionale, che ha approfondito il tema dell’inclusione sociale, evidenziando l’importanza di valorizzare le specificità e le potenzialità di ciascuna persona. Ha spiegato come l’autismo rappresenti una condizione caratterizzata da un ampio spettro di manifestazioni, rendendo ogni individuo unico: “Bisogna riconoscere e rispettare le peculiarità di ciascuno, anche quando partono da situazioni di maggiore fragilità”.
Madaschi ha illustrato il progetto biennale “AUT-IN Nessuno Escluso”, promosso dall’Ambito Territoriale e Sociale in collaborazione con diverse cooperative e enti del territorio. Il progetto ha puntato a favorire inclusione e partecipazione attiva nei diversi ambiti della vita quotidiana, come scuola, tempo libero e spazi comunitari, con interventi mirati alle potenzialità e ai desideri delle persone: “Abbiamo cercato di promuovere contesti in cui ciascuno possa esprimersi e contribuire, sia chi ha autismo sia i cosiddetti neurotipici”.
Ha illustrato alcune attività realizzate sul territorio: spazi di aggregazione per famiglie con bambini 0-3 anni, centri estivi inclusivi, laboratori in fattorie didattiche e biblioteche, dove i partecipanti con autismo hanno potuto collaborare insieme agli altri bambini e ragazzi in attività quotidiane e creative. Ha raccontato come siano stati promossi momenti di autonomia, responsabilità e socializzazione: “È stato bello vedere ragazzi prepararsi, contribuire alle attività e sentire di essere visti come persone”.
La Dott.ssa Roberta Venieri, psicologa-psicoterapeuta
Infine, è intervenuta Dott.ssa Roberta Venieri, psicologa-psicoterapeuta libera professionista, che ha trattato l’inserimento lavorativo delle persone nello spettro autistico. Ha spiegato come l’inserimento nelle categorie protette non sia un limite, ma uno strumento di supporto mirato: “Spesso le persone ad alto funzionamento pensano di potercela fare da sole, ma avere un percorso personalizzato può facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro”.
Venieri ha descritto il ruolo dei tutor e la collaborazione con le aziende, evidenziando l’importanza di formazione, accompagnamento e monitoraggio costante: “Un tutor in azienda permette di facilitare la comunicazione e le relazioni con i colleghi, riducendo ansie e difficoltà”. Ha parlato dell’uso della comunicazione aumentativa, di percorsi personalizzati in base a competenze e desideri, e della valorizzazione delle capacità individuali, anche nei casi di precedenti esperienze negative: “Lavoriamo per rafforzare autostima e fiducia, accompagnando ciascuno nel proprio percorso di inserimento”.
Venieri ha concluso sottolineando che con il supporto adeguato e percorsi su misura, l’obiettivo finale è l’assunzione stabile e soddisfacente della persona nello spettro autistico: “L’inserimento lavorativo funziona quando si costruisce insieme un contesto chiaro, prevedibile e accogliente”.
La serata si è conclusa tra applausi e scambi di riflessioni, con un pubblico numeroso e attento, desideroso di comprendere, ascoltare e mettersi in gioco. L’interesse dimostrato testimonia quanto sia importante continuare a costruire comunità informate e inclusive, in cui ogni persona, con le proprie caratteristiche e potenzialità, possa sentirsi valorizzata e accolta.
Gloria Draghi














