Casatenovo nel Parco del Curone? Decidano i Soci
Il “no” all’ingresso di Casatenovo nel Parco di Montevecchia e Valle del Curone, anche se attenuato da “se” e “forse”, da parte del neo presidente Giovanni Zardoni, suscita più di una perplessità.
Porre fette di territorio sotto tutela, posto che il mondo non dovrebbe finire con le generazioni “boomer”, “X”, “Millennials” e neppure “Z”, è un imperativo. Lasciamo meno della metà di quanto noi Boomer abbiamo ereditato ma è pur sempre un gesto di rispetto verso chi verrà dopo.
Invece, nonostante la legge regionale sulla riduzione di consumo del suolo ((31/2014) anche nel 2024 in Lombardia sono “spariti” 800 ettari e la nostra Regione si conferma al secondo posto, dietro l’Emilia Romagna per consumo di suolo (Lecco è comunque all’ultimo posto tra le province lombarde con 4,4 ettari consumati nel 2024).
Dunque annettere territori ai fini di salvaguardarne il futuro, per un Parco regionale, dovrebbe essere un obiettivo.
Invece le dichiarazioni del presidente Zardoni sembrano andare nella direzione opposta: il territorio non è omogeneo, le risorse umane e finanziarie sono insufficienti a ospitare un nuovo “socio”. Insomma, meglio rimandare.
Peraltro il potenziale nuovo socio contribuirebbe in maniera consistente alle finanze dell’Ente, sia per il numero di abitanti sia per la porzione di territorio inserita nel perimetro del Parco.
E allora, se sulle motivazioni del sostanziale “no”, sussistono dubbi, quale può essere una ragione più credibile?
Davvero non vorremmo buttarla ancora in politica, dopo la rocambolesca elezione di Zardoni con più della metà dei Comuni contrari e la Provincia guidata dalla Hofmann a fare la differenza. Però il sospetto che la politica c’entri è forte.
Al presidente (e amico) Giovanni Zardoni ci permettiamo dare un consiglio: porti la proposta di Casatenovo all’interno della Comunità del Parco lasciando ai rappresentanti dei comuni di Cernusco, La Valletta Brianza, Lomagna, Merate, Missaglia, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Sirtori, Viganò, Airuno, Valgreghentino e Provincia di Lecco la responsabilità del voto.
Siano gli attuali soci a decidere se Casatenovo deve oppure no entrare nel Parco di Montevecchia e Valle del Curone. Non si assuma, Zardoni, questa responsabilità. Perché potrebbe essere fraintesa, e di nuovo riproporre lo schema centrosinistra contro centrodestra.
Dove presumibilmente i primi sarebbero favorevoli e i secondi contrari. Con le eccezioni di La Valletta che fu determinante nella nomina di Zardoni e della Provincia di Lecco, che avrebbe dovuto essere super partes e, invece, si buttò nella mischia. Operazione, però, che questa volta non potrebbe fare. Per mancanza assoluta di motivazione.
Porre fette di territorio sotto tutela, posto che il mondo non dovrebbe finire con le generazioni “boomer”, “X”, “Millennials” e neppure “Z”, è un imperativo. Lasciamo meno della metà di quanto noi Boomer abbiamo ereditato ma è pur sempre un gesto di rispetto verso chi verrà dopo.
Invece, nonostante la legge regionale sulla riduzione di consumo del suolo ((31/2014) anche nel 2024 in Lombardia sono “spariti” 800 ettari e la nostra Regione si conferma al secondo posto, dietro l’Emilia Romagna per consumo di suolo (Lecco è comunque all’ultimo posto tra le province lombarde con 4,4 ettari consumati nel 2024).
Dunque annettere territori ai fini di salvaguardarne il futuro, per un Parco regionale, dovrebbe essere un obiettivo.
Invece le dichiarazioni del presidente Zardoni sembrano andare nella direzione opposta: il territorio non è omogeneo, le risorse umane e finanziarie sono insufficienti a ospitare un nuovo “socio”. Insomma, meglio rimandare.
Peraltro il potenziale nuovo socio contribuirebbe in maniera consistente alle finanze dell’Ente, sia per il numero di abitanti sia per la porzione di territorio inserita nel perimetro del Parco.
E allora, se sulle motivazioni del sostanziale “no”, sussistono dubbi, quale può essere una ragione più credibile?
Davvero non vorremmo buttarla ancora in politica, dopo la rocambolesca elezione di Zardoni con più della metà dei Comuni contrari e la Provincia guidata dalla Hofmann a fare la differenza. Però il sospetto che la politica c’entri è forte.
Al presidente (e amico) Giovanni Zardoni ci permettiamo dare un consiglio: porti la proposta di Casatenovo all’interno della Comunità del Parco lasciando ai rappresentanti dei comuni di Cernusco, La Valletta Brianza, Lomagna, Merate, Missaglia, Montevecchia, Olgiate Molgora, Osnago, Sirtori, Viganò, Airuno, Valgreghentino e Provincia di Lecco la responsabilità del voto.
Siano gli attuali soci a decidere se Casatenovo deve oppure no entrare nel Parco di Montevecchia e Valle del Curone. Non si assuma, Zardoni, questa responsabilità. Perché potrebbe essere fraintesa, e di nuovo riproporre lo schema centrosinistra contro centrodestra.
Dove presumibilmente i primi sarebbero favorevoli e i secondi contrari. Con le eccezioni di La Valletta che fu determinante nella nomina di Zardoni e della Provincia di Lecco, che avrebbe dovuto essere super partes e, invece, si buttò nella mischia. Operazione, però, che questa volta non potrebbe fare. Per mancanza assoluta di motivazione.
Claudio Brambilla














