Casatenovo: Circo Inizir si esibisce a Spazio Bizzarro
''I confini esistono solo se tutti crediamo che una linea tracciata su una mappa segni i limiti di un territorio, di una nazione, o di un popolo. Se non ci crediamo, non esistono più. Scompaiono. E resta solo terra, una Terra. Di tutti''.
Il cabaret di autofinanziamento della compagnia Circo Inzir approda a Casatenovo, a Spazio Bizzarro, domenica 16 novembre, interrompendo la monotona sequenza di imperterrite gocce di pioggia della giornata.

Collettivo di artisti quasi tutti bolognesi fondato nel 2011, Circo Inzir si autodefinisce un progetto di circo sociale, impegnato nel portare le discipline circensi e la meraviglia che esse provocano negli angoli più nascosti del mondo, anche in quelli non segnati sulle mappe.

Circa ogni due anni, nuovi o collaudati circensi si preparano per raggiungere paesi e territori del ''terzo mondo'', dove si esibiscono in mezzo a tendopoli come nel deserto.

Interrogativi su cosa sia la libertà, su come si possa esercitare la giustizia, su in che modo e quando sia giusto o meno riconoscere l’autonomia di nazioni e popoli emergono in molti dei numeri eseguiti davanti al pubblico di Spazio Bizzarro.

Un impegno artistico che si potrebbe definire ossimoricamente ''politicamente apolitico'', quello che anima la compagnia Circo Inzir e che ne ha contrassegnato la nascita: un appello corale all’umanità insita in ogni cittadino o cittadina di ogni stato per ricordare e riconoscere che la propria nazione non è solo una figura su una mappa con un nome, ma una tradizione, una cultura, una lingua, e che le forze geopolitiche contemporanee regolano arbitrariamente questi processi di riconoscimento.

A presenziare nel tendone di circo dentro Parco Vivo sono stati solo alcuni del trenta artisti di Circo Inzir, che costantemente si riassembla accogliendo le adesioni dei nuovi arrivati, che si uniscono ai fondatori per partecipare a un progetto di Teatro Circo capace di sorprendere il pubblico in tutto il mondo.

Numeri di trapezio, clave, sfera di equilibrio, roue cyr, hula hoop, marionette sono stati intervallati da stand up comedy, intermezzi teatrali e di clownerie che hanno meravigliato, sconvolto, emozionato e divertito gli spettatori, più o meno cresciuti, incantati sulle gradinate dentro al tendone di Spazio Bizzarro.

Dopo aver annunciato agli spettatori che ''per i nostri spettacoli adottiamo la formula edi entrata libera ma uscita a pagamento'', Circo Inzir ha raccolto le donazioni del pubblico per autofinanziare il prossimo progetto sociale, che offrirà uno spettacolo più ampio nel luogo che verrà scelto dagli artisti, dove incontreranno persone, idee, vite diverse, faticose e svantaggiate anche solo dall’essere nate in un preciso posto del mondo piuttosto che un altro.

Instancabili entusiasti, gli artisti di Circo Inzir creano collegamenti tra persone e vite che altrimenti rimarrebbero tra loro sconosciute: permettono di raggiungere ambienti e situazioni politiche spesso ritenute quasi inaccessibili, esponendosi come individui e artisti, rendendosi esempi di arte impegnata, disincarnata dall’esibizione del singolo e nuovamente assemblata secondo un ideale di giustizia che incantare e creare meraviglia per tutti, ovunque essi si trovino.
Il cabaret di autofinanziamento della compagnia Circo Inzir approda a Casatenovo, a Spazio Bizzarro, domenica 16 novembre, interrompendo la monotona sequenza di imperterrite gocce di pioggia della giornata.

Collettivo di artisti quasi tutti bolognesi fondato nel 2011, Circo Inzir si autodefinisce un progetto di circo sociale, impegnato nel portare le discipline circensi e la meraviglia che esse provocano negli angoli più nascosti del mondo, anche in quelli non segnati sulle mappe.

Circa ogni due anni, nuovi o collaudati circensi si preparano per raggiungere paesi e territori del ''terzo mondo'', dove si esibiscono in mezzo a tendopoli come nel deserto.

Interrogativi su cosa sia la libertà, su come si possa esercitare la giustizia, su in che modo e quando sia giusto o meno riconoscere l’autonomia di nazioni e popoli emergono in molti dei numeri eseguiti davanti al pubblico di Spazio Bizzarro.

Un impegno artistico che si potrebbe definire ossimoricamente ''politicamente apolitico'', quello che anima la compagnia Circo Inzir e che ne ha contrassegnato la nascita: un appello corale all’umanità insita in ogni cittadino o cittadina di ogni stato per ricordare e riconoscere che la propria nazione non è solo una figura su una mappa con un nome, ma una tradizione, una cultura, una lingua, e che le forze geopolitiche contemporanee regolano arbitrariamente questi processi di riconoscimento.

A presenziare nel tendone di circo dentro Parco Vivo sono stati solo alcuni del trenta artisti di Circo Inzir, che costantemente si riassembla accogliendo le adesioni dei nuovi arrivati, che si uniscono ai fondatori per partecipare a un progetto di Teatro Circo capace di sorprendere il pubblico in tutto il mondo.

Numeri di trapezio, clave, sfera di equilibrio, roue cyr, hula hoop, marionette sono stati intervallati da stand up comedy, intermezzi teatrali e di clownerie che hanno meravigliato, sconvolto, emozionato e divertito gli spettatori, più o meno cresciuti, incantati sulle gradinate dentro al tendone di Spazio Bizzarro.

Dopo aver annunciato agli spettatori che ''per i nostri spettacoli adottiamo la formula edi entrata libera ma uscita a pagamento'', Circo Inzir ha raccolto le donazioni del pubblico per autofinanziare il prossimo progetto sociale, che offrirà uno spettacolo più ampio nel luogo che verrà scelto dagli artisti, dove incontreranno persone, idee, vite diverse, faticose e svantaggiate anche solo dall’essere nate in un preciso posto del mondo piuttosto che un altro.

Instancabili entusiasti, gli artisti di Circo Inzir creano collegamenti tra persone e vite che altrimenti rimarrebbero tra loro sconosciute: permettono di raggiungere ambienti e situazioni politiche spesso ritenute quasi inaccessibili, esponendosi come individui e artisti, rendendosi esempi di arte impegnata, disincarnata dall’esibizione del singolo e nuovamente assemblata secondo un ideale di giustizia che incantare e creare meraviglia per tutti, ovunque essi si trovino.
L.F.














