Il Consorzio Villa Greppi riceve in dono un'opera d'arte dalla famiglia Albertini
La collezione artistica del Consorzio Brianteo Villa Greppi si arricchisce di una nuova ed importante opera che presto potrà essere ammirata da tutti i visitatori e sostenitori. Nel pomeriggio del 18 novembre presso l’ex Granaio, Nicoletta Bett, vedova di Enrico Albertini, ha consegnato ufficialmente il dipinto dell’artista Noel Quintavalle alla presenza delle istituzioni e di un folto pubblico.

La donazione rafforza ulteriormente il legame tra il Comune di Monticello e la famiglia Albertini che fino all’anno scorso era proprietaria del centro rapaci in località Prebone. Enrico Albertini è sempre stato affascinato da questi uccelli ed aveva deciso di aprire un centro per lo studio e il recupero con centinaia e centinaia di esemplari ospitando esperti ma anche aprendosi a molte scolaresche del territorio. L’improvvisa dipartita del signor Albertini a causa di una caduta sulla Maiella nell’agosto 2024 non ha però mai interrotto i rapporti con il territorio in particolare con l’ex sindaco Luca Rigamonti che ha coordinato il trasferimento dell’opera a Villa Greppi.

''Sono veramente emozionata per questo momento, la folta presenza del pubblico aiuta a dare significato all’evento di questa giornata e alla sua grande importanza. I ringraziamenti da fare sono molti, prima di tutto alla signora Nicoletta che ha donato il quadro in maniera completamente disinteressata riponendo totale fiducia nel consorzio, non Capita tutti i giorni di ricevere un’opera di questo tipo. Quando l’ho vista per la prima volta qualche mese fa ho capito subito che non avrebbe lasciato indifferente il pubblico e sono felice che finalmente potrà essere di tutti. Il Consorzio è diventato formalmente proprietario del quadro, ma questo non significa che verrà messo chiuso in uno scantinato, anzi sarà a disposizione di tutti i visitatori. La donazione si inserisce nel progetto delle arti visive di Villa Greppi, ogni anno proponiamo una serie di incontri dedicati all’arte, ma portiamo avanti anche il progetto delle residenze d’artiste e sarebbe bello partire proprio da qui per creare un piccolo muse in cui esporre le opere di tutti coloro che hanno lavorato nell’atelier della villa, ma anche le opere donate dai benefattori'' ha detto Lucia Urbano, presidente del Consorzio, introducendo l’evento e facendo gli onori di casa.
In attesa di una sistemazione all’interno della villa, l’opera prenderà posto nell’ex granaio vicino al dipinto del conte Greppi.

Lo svelamento dell’opera è stato accolto da un grande applauso e da una vivida emozione da parte della famiglia Albertini che ora la mette al servizio della comunità. L'autore Noel Quintavalle è nato nel 1893 a Ferrara, si è poi spostato a Milano per intraprendere gli studi di architetto e da subito ha iniziato la sua attività di pittore arrivando ad esporre in tutto il mondo. Grazie ad una piccola lezione di Simona Bartolena, direttrice scientifica delle Arti Visive del Consorzio Villa Greppi, il pubblico ha avuto la possibilità di viaggiare tra la vita e le opere di Noel Quintavalle scoprendo così un artista italiano, forse non famoso come i Balla e i Boccioni, ma che in realtà ha lasciato un’importante traccia del suo passaggio.

''Quintavalle ha iniziato a produrre opere a partire dal 1916 inserendosi nella corrente italiana del tardo divisionismo. Spesso quando si pensa a quel periodo si tende a focalizzarci unicamente sulle avanguardie con Picasso e Boccioni, ma in realtà c’erano artisti che hanno preferito seguire i movimenti precedenti e ribadire determinati concetti a modo loro. L’opera donata al consorzio è databile 1919 e risente dello stile divisionista, una corrente nata in Italia molto prima, a partire dal 1891, eppure ha avuto una lunga coda. Quintavalle è un persecutore di quel tipo di linguaggio, ma non solo, nel dipinto c’è molto più di quello che si vede perché sposa il filone simbolista. In questo periodo erano molto diffuse le figure in preghiera come se fossero un’apparizione, l’artista interpreta tutto a suo modo utilizzando la pennellata divisa e sovrapponendola con un velo che crea una visione madreperlacea'' ha spiegato Simona Bartolena sottolineando come Quintavalle fosse un artista a tuttotondo che si dedicava anche alla scultura e alla scrittura.

È grazie a creatori come lui, spesso dimenticati dal clamore della cronaca, che l’arte italiana ha viaggiato fuori dal nostro paese raggiungendo territori lontani come il sud America. Negli anni Quaranta anche Quintavalle ha aderito ad un ritorno all’ordine, lentamente ha abbandonato i soggetti simbolisti ed onirici per afferrare la concretezza del reale. Nelle sue produzioni che arrivano fin agli anni Sessanta, ha ritratto anche persone reali senza pero abbandonare la sua predilezione per il simbolismo che viene utilizzato per realizzare lo sfondo.

La donazione dell’opera è stata un modo per rafforzare il legame tra la famiglia Albertini e Monticello, ma soprattutto rendere omaggio al signor Enrico che si è sempre sentito ben accolto nel territorio. ''Ringrazio di cuore il Consorzio di Villa Greppi per aver ritenuto questo dipinto degno di interesse. Credo che ogni opera porti con sé una storia che si completa con lo sguardo di chi osserva, ha bisogno di essere ammirata, ha bisogno di un pubblico- ha detto la signora Nicoletta- sono felice che l’opera abbia trovato casa proprio a Villa Greppi dove finalmente potrà essere vista da tutti, io e mio marito l’abbiamo sempre ammirata insieme e credo che donarla, come anche lui desiderava, sia anche un modo per ricordarlo''.

Insieme alla signora Nicoletta per accompagnare l’opera c’era anche la cognata Giovanna Albertini in D’Urso, sorella del compianto Enrico, visibilmente emozionata.

Il sindaco di Monticello e presidente della provincia Alessandra Hofmann ha voluto accogliere personalmente l’opera all’interno del consorzio ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile il trasferimento. ''Sono orgogliosa di sapere che ci sono persone come la famiglia Albertini pronte a consegnare al pubblico un’opera e ringrazio Luca Rigamonti per aver facilitato questa operazione. Non è così scontato ricevere un dono del genere e credo che sia stata donata la bellezza; quando guardo il quadro penso al difficile periodo della Grande Guerra, all’esperienza di Quintavalle come alpino e poi il ritorno a casa. Lo sguardo del soggetto del quadro mi avvolge e mi fa pensare. Grazie per averla condivisa con noi e averci fatto scoprire questo pittore'' ha detto Hofmann affiancata dall’ex sindaco Luca Rigamonti e da alcuni membri dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Missaglia.

''Il dottor Enrico Albertini era un grande appassionato di rapaci e negli anni ha permesso a molti cittadini e scolaresche di visitare la piccola realtà che aveva costruito. Ogni volta che mi avvicino alla famiglia Albertini mi stupisco delle cose nuove che scopro ed è tutto eccezionale; abbiamo così saputo dell’esistenza dell’opera, ma anche che il signor Gianni, il papà del dottor Albertini, è stato un grande appassionato di montagna ed esploratore, tanto da guidare una serie di spedizioni artiche come la celeberrima spedizione della nave Heimen Sucai del settembre 1929 per recuperare e soccorrere i superstiti del dirigibile Italia. Ritengo la consegna del quadro qualcosa di speciale, ma anche l’occasione per ricordare Enrico Albertini'' ha aggiunto Rigamonti dedicando un pensiero alla famiglia Albertini.

Da sinistra Luca Rigamonti, Nicoletta Bett, Giovanna Albertini, Lucia Urbano e Alessandra Hofmann
La donazione rafforza ulteriormente il legame tra il Comune di Monticello e la famiglia Albertini che fino all’anno scorso era proprietaria del centro rapaci in località Prebone. Enrico Albertini è sempre stato affascinato da questi uccelli ed aveva deciso di aprire un centro per lo studio e il recupero con centinaia e centinaia di esemplari ospitando esperti ma anche aprendosi a molte scolaresche del territorio. L’improvvisa dipartita del signor Albertini a causa di una caduta sulla Maiella nell’agosto 2024 non ha però mai interrotto i rapporti con il territorio in particolare con l’ex sindaco Luca Rigamonti che ha coordinato il trasferimento dell’opera a Villa Greppi.

''Sono veramente emozionata per questo momento, la folta presenza del pubblico aiuta a dare significato all’evento di questa giornata e alla sua grande importanza. I ringraziamenti da fare sono molti, prima di tutto alla signora Nicoletta che ha donato il quadro in maniera completamente disinteressata riponendo totale fiducia nel consorzio, non Capita tutti i giorni di ricevere un’opera di questo tipo. Quando l’ho vista per la prima volta qualche mese fa ho capito subito che non avrebbe lasciato indifferente il pubblico e sono felice che finalmente potrà essere di tutti. Il Consorzio è diventato formalmente proprietario del quadro, ma questo non significa che verrà messo chiuso in uno scantinato, anzi sarà a disposizione di tutti i visitatori. La donazione si inserisce nel progetto delle arti visive di Villa Greppi, ogni anno proponiamo una serie di incontri dedicati all’arte, ma portiamo avanti anche il progetto delle residenze d’artiste e sarebbe bello partire proprio da qui per creare un piccolo muse in cui esporre le opere di tutti coloro che hanno lavorato nell’atelier della villa, ma anche le opere donate dai benefattori'' ha detto Lucia Urbano, presidente del Consorzio, introducendo l’evento e facendo gli onori di casa.
In attesa di una sistemazione all’interno della villa, l’opera prenderà posto nell’ex granaio vicino al dipinto del conte Greppi.

Lo svelamento dell’opera è stato accolto da un grande applauso e da una vivida emozione da parte della famiglia Albertini che ora la mette al servizio della comunità. L'autore Noel Quintavalle è nato nel 1893 a Ferrara, si è poi spostato a Milano per intraprendere gli studi di architetto e da subito ha iniziato la sua attività di pittore arrivando ad esporre in tutto il mondo. Grazie ad una piccola lezione di Simona Bartolena, direttrice scientifica delle Arti Visive del Consorzio Villa Greppi, il pubblico ha avuto la possibilità di viaggiare tra la vita e le opere di Noel Quintavalle scoprendo così un artista italiano, forse non famoso come i Balla e i Boccioni, ma che in realtà ha lasciato un’importante traccia del suo passaggio.

''Quintavalle ha iniziato a produrre opere a partire dal 1916 inserendosi nella corrente italiana del tardo divisionismo. Spesso quando si pensa a quel periodo si tende a focalizzarci unicamente sulle avanguardie con Picasso e Boccioni, ma in realtà c’erano artisti che hanno preferito seguire i movimenti precedenti e ribadire determinati concetti a modo loro. L’opera donata al consorzio è databile 1919 e risente dello stile divisionista, una corrente nata in Italia molto prima, a partire dal 1891, eppure ha avuto una lunga coda. Quintavalle è un persecutore di quel tipo di linguaggio, ma non solo, nel dipinto c’è molto più di quello che si vede perché sposa il filone simbolista. In questo periodo erano molto diffuse le figure in preghiera come se fossero un’apparizione, l’artista interpreta tutto a suo modo utilizzando la pennellata divisa e sovrapponendola con un velo che crea una visione madreperlacea'' ha spiegato Simona Bartolena sottolineando come Quintavalle fosse un artista a tuttotondo che si dedicava anche alla scultura e alla scrittura.

È grazie a creatori come lui, spesso dimenticati dal clamore della cronaca, che l’arte italiana ha viaggiato fuori dal nostro paese raggiungendo territori lontani come il sud America. Negli anni Quaranta anche Quintavalle ha aderito ad un ritorno all’ordine, lentamente ha abbandonato i soggetti simbolisti ed onirici per afferrare la concretezza del reale. Nelle sue produzioni che arrivano fin agli anni Sessanta, ha ritratto anche persone reali senza pero abbandonare la sua predilezione per il simbolismo che viene utilizzato per realizzare lo sfondo.

La donazione dell’opera è stata un modo per rafforzare il legame tra la famiglia Albertini e Monticello, ma soprattutto rendere omaggio al signor Enrico che si è sempre sentito ben accolto nel territorio. ''Ringrazio di cuore il Consorzio di Villa Greppi per aver ritenuto questo dipinto degno di interesse. Credo che ogni opera porti con sé una storia che si completa con lo sguardo di chi osserva, ha bisogno di essere ammirata, ha bisogno di un pubblico- ha detto la signora Nicoletta- sono felice che l’opera abbia trovato casa proprio a Villa Greppi dove finalmente potrà essere vista da tutti, io e mio marito l’abbiamo sempre ammirata insieme e credo che donarla, come anche lui desiderava, sia anche un modo per ricordarlo''.

Lucia Urbano e Maria Teresa Colombo, assessore alla cultura di Monticello
Insieme alla signora Nicoletta per accompagnare l’opera c’era anche la cognata Giovanna Albertini in D’Urso, sorella del compianto Enrico, visibilmente emozionata.

A sinistra Simona Bartolena
Il sindaco di Monticello e presidente della provincia Alessandra Hofmann ha voluto accogliere personalmente l’opera all’interno del consorzio ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile il trasferimento. ''Sono orgogliosa di sapere che ci sono persone come la famiglia Albertini pronte a consegnare al pubblico un’opera e ringrazio Luca Rigamonti per aver facilitato questa operazione. Non è così scontato ricevere un dono del genere e credo che sia stata donata la bellezza; quando guardo il quadro penso al difficile periodo della Grande Guerra, all’esperienza di Quintavalle come alpino e poi il ritorno a casa. Lo sguardo del soggetto del quadro mi avvolge e mi fa pensare. Grazie per averla condivisa con noi e averci fatto scoprire questo pittore'' ha detto Hofmann affiancata dall’ex sindaco Luca Rigamonti e da alcuni membri dell'Associazione Nazionale Carabinieri di Missaglia.

''Il dottor Enrico Albertini era un grande appassionato di rapaci e negli anni ha permesso a molti cittadini e scolaresche di visitare la piccola realtà che aveva costruito. Ogni volta che mi avvicino alla famiglia Albertini mi stupisco delle cose nuove che scopro ed è tutto eccezionale; abbiamo così saputo dell’esistenza dell’opera, ma anche che il signor Gianni, il papà del dottor Albertini, è stato un grande appassionato di montagna ed esploratore, tanto da guidare una serie di spedizioni artiche come la celeberrima spedizione della nave Heimen Sucai del settembre 1929 per recuperare e soccorrere i superstiti del dirigibile Italia. Ritengo la consegna del quadro qualcosa di speciale, ma anche l’occasione per ricordare Enrico Albertini'' ha aggiunto Rigamonti dedicando un pensiero alla famiglia Albertini.
G.M.














