Torrente Gandaloglio: NO alla rimozione dei detriti
Il progetto del Comune di Oggiono per dragare il letto del torrente Gandaloglio - per rimuovere i depositi e detriti - non è una buona soluzione, anzi si rischia di danneggiare il torrente!
Come abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni, il trascinamento dei detriti nel letto dei fiumi, fa parte dell'azione assolutamente naturale dei corsi d'acqua stessi. Pertanto rimuovere questi depositi, non solo rappresenta un'azione inutile - poiché interviene su un ciclo che i fiumi continueranno a compiere -, ma anche dannosa per l'equilibrio ecologico dei corsi d'acqua stessi!
Ad Oggiono l'Amministrazione comunale intende far intervenire le ruspe su più tratti dell'alveo del Gandaloglio, secondo una logica prettamente idraulica - per noi sbagliata -, secondo la quale l'acqua deve scorrere veloce, come se fosse un canale artificiale. Ma un torrente non è un canale, bensì un sistema ecologico e naturale molto più complesso!
In caso di intervento, andrebbe delimitata con estrema attenzione l'area in cui si intende effettuare la rimozione dei depositi nel Gandaloglio: chiediamo di NON intervenire sugli ultimi tratti naturali e abbastanza ben conservati, dove il torrente può e deve essere libero di esondare nei prati confinanti. Stiamo parlando del tratto a valle della SP 51 della Santa, ovvero da cascina Bergamina a cascina Altobello [vedasi foto] e da questa fino al nuovo canale che dovrebbe collegarsi con la futura vasca di laminazione. Meno dannoso sarebbe intervenire a monte del ponte della Santa, dove il Gandaloglio scorre costretto tra le recinzioni dell'area industriale del Peslago, in un alveo purtroppo artificializzato.
La motivazione dell'intervento di rimozione sembrerebbe dettata anche dalle dinamiche degli allagamenti verificatisi nel 2024 e 2025, in cui il Gandaloglio è appunto esondato nella zona del Mognago, ovvero prima di giungere al canale di collegamento con la futura vasca di laminazione.
Esondazione del Gandaloglio a Oggiono
Si può pertanto dire che a Oggiono SOLO ORA si sono resi conto che lo stesso progetto multimilionario - da noi sempre contestato - di realizzazione della mega vasca di laminazione alla Redaella, potrebbe non funzionare in maniera efficiente, proprio perché il torrente non si comporta come un canale ma vive di dinamiche naturali e non (solo) idrauliche. Questo succede proprio per la dinamica normale del torrente, per cui le quote del letto del torrente possono nel tempo cambiare. I fiumi - lo ripetiamo per l'ennesima volta - non sono dei canali artificiali dove è sufficiente impostare le pendenze per far scorrere l'acqua come in un circuito idraulico! I fiumi e i torrenti sono elementi naturali, rappresentano un ecosistema complesso, fatto non solo di acqua e di sponde, ma anche di aree di pertinenza di decine di metri dalle sponde.
Peccato che gli Amministratori e i tecnici si concentrino solo della 'gestione idraulica' dei torrenti. Come noi diciamo da sempre, ci sono approcci diversi, che passano anzitutto dalle scelte urbanistiche: stop al consumo di suolo (basta case, capannoni, strade, parcheggi, che impermeabilizzano il suolo), restituendo nel contempo lo spazio vitale ai corsi d'acqua e rinaturalizzandone le sponde.
NOTA a margine:
Purtroppo a Oggiono come negli altri comuni in cui scorre il Gandaloglio (Dolzago e Molteno in primis), non si vuole prendere atto che tutti i problemi di dissesto idrogeologico e i danni derivanti dalle esondazioni sono stati creati e acuiti dalla cementificazione. Questo, pensando a Oggiono, vale in particolare proprio per le frazioni del Peslago e del Magnago. E proprio al Mognago la storica area di esondazione naturale del Gandaloglio è stata, negli ultimi decenni, riempita di capannoni e villette, sugli stessi terreni che ora puntualmente vanno sott'acqua in coincidenza con le forti piogge.
In definitiva, per il Gandaloglio e per gli altri torrenti del nostro territorio, si devono trovare soluzioni diverse dalle escavazioni, artificializzazione degli argini, chiuse, canali e vasche. Servono invece soluzioni che tengano conto, in primo luogo, dell'equilibrio naturale del torrente, che ha bisogno dei propri spazi di esondazione naturale. Quindi l'approccio più sbagliato è quello di intervenire con chiuse, sbarramenti, rifacimento di argini, e nemmeno con la rimozione dei depositi, azione quest'ultima che oltretutto rovina la biologia del fiume stesso, che è anzitutto un ecosistema vivo.
Come abbiamo già avuto modo di dire in altre occasioni, il trascinamento dei detriti nel letto dei fiumi, fa parte dell'azione assolutamente naturale dei corsi d'acqua stessi. Pertanto rimuovere questi depositi, non solo rappresenta un'azione inutile - poiché interviene su un ciclo che i fiumi continueranno a compiere -, ma anche dannosa per l'equilibrio ecologico dei corsi d'acqua stessi!
Ad Oggiono l'Amministrazione comunale intende far intervenire le ruspe su più tratti dell'alveo del Gandaloglio, secondo una logica prettamente idraulica - per noi sbagliata -, secondo la quale l'acqua deve scorrere veloce, come se fosse un canale artificiale. Ma un torrente non è un canale, bensì un sistema ecologico e naturale molto più complesso!

Il torrente Gandaloglio al Mognago di Oggiono
In caso di intervento, andrebbe delimitata con estrema attenzione l'area in cui si intende effettuare la rimozione dei depositi nel Gandaloglio: chiediamo di NON intervenire sugli ultimi tratti naturali e abbastanza ben conservati, dove il torrente può e deve essere libero di esondare nei prati confinanti. Stiamo parlando del tratto a valle della SP 51 della Santa, ovvero da cascina Bergamina a cascina Altobello [vedasi foto] e da questa fino al nuovo canale che dovrebbe collegarsi con la futura vasca di laminazione. Meno dannoso sarebbe intervenire a monte del ponte della Santa, dove il Gandaloglio scorre costretto tra le recinzioni dell'area industriale del Peslago, in un alveo purtroppo artificializzato.
La motivazione dell'intervento di rimozione sembrerebbe dettata anche dalle dinamiche degli allagamenti verificatisi nel 2024 e 2025, in cui il Gandaloglio è appunto esondato nella zona del Mognago, ovvero prima di giungere al canale di collegamento con la futura vasca di laminazione.
Esondazione del Gandaloglio a OggionoSi può pertanto dire che a Oggiono SOLO ORA si sono resi conto che lo stesso progetto multimilionario - da noi sempre contestato - di realizzazione della mega vasca di laminazione alla Redaella, potrebbe non funzionare in maniera efficiente, proprio perché il torrente non si comporta come un canale ma vive di dinamiche naturali e non (solo) idrauliche. Questo succede proprio per la dinamica normale del torrente, per cui le quote del letto del torrente possono nel tempo cambiare. I fiumi - lo ripetiamo per l'ennesima volta - non sono dei canali artificiali dove è sufficiente impostare le pendenze per far scorrere l'acqua come in un circuito idraulico! I fiumi e i torrenti sono elementi naturali, rappresentano un ecosistema complesso, fatto non solo di acqua e di sponde, ma anche di aree di pertinenza di decine di metri dalle sponde.
Peccato che gli Amministratori e i tecnici si concentrino solo della 'gestione idraulica' dei torrenti. Come noi diciamo da sempre, ci sono approcci diversi, che passano anzitutto dalle scelte urbanistiche: stop al consumo di suolo (basta case, capannoni, strade, parcheggi, che impermeabilizzano il suolo), restituendo nel contempo lo spazio vitale ai corsi d'acqua e rinaturalizzandone le sponde.
NOTA a margine:
Purtroppo a Oggiono come negli altri comuni in cui scorre il Gandaloglio (Dolzago e Molteno in primis), non si vuole prendere atto che tutti i problemi di dissesto idrogeologico e i danni derivanti dalle esondazioni sono stati creati e acuiti dalla cementificazione. Questo, pensando a Oggiono, vale in particolare proprio per le frazioni del Peslago e del Magnago. E proprio al Mognago la storica area di esondazione naturale del Gandaloglio è stata, negli ultimi decenni, riempita di capannoni e villette, sugli stessi terreni che ora puntualmente vanno sott'acqua in coincidenza con le forti piogge.
In definitiva, per il Gandaloglio e per gli altri torrenti del nostro territorio, si devono trovare soluzioni diverse dalle escavazioni, artificializzazione degli argini, chiuse, canali e vasche. Servono invece soluzioni che tengano conto, in primo luogo, dell'equilibrio naturale del torrente, che ha bisogno dei propri spazi di esondazione naturale. Quindi l'approccio più sbagliato è quello di intervenire con chiuse, sbarramenti, rifacimento di argini, e nemmeno con la rimozione dei depositi, azione quest'ultima che oltretutto rovina la biologia del fiume stesso, che è anzitutto un ecosistema vivo.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente "Ilaria Alpi"














