Non votano più, e io li capisco

Le Regionali 2025 hanno i loro vincitori, ma il dato centrale è un altro: l’elettore è sempre più distante. In Campania ha votato il 44,04% in Puglia il 41,86%, in Veneto il 44,56%. Nessuna regione supera la metà degli aventi diritto. L’astensione si conferma un elemento strutturale, non un episodio.
Il confronto con il 2020 è chiaro. In Veneto si passa dal 61,1% a poco più di quattro votanti su dieci. Anche rispetto alle Politiche del 2022 la partecipazione arretra. Le Europee 2024 attenuano il dato solo in parte, ma non cambiano la sostanza: la distanza tra cittadini e politica cresce.
Chi governerà da domani lo farà in un contesto in cui la partecipazione è fragile. La legittimazione formale resta, quella sociale pesa sempre meno. Per questo servirebbe riconoscere ciò che non funziona, prima di rivendicare qualsiasi risultato. Ci sono temi che la politica non vede più e persone che non riesce più a raggiungere.
Per chi vive la politica ogni giorno, tutto questo è evidente. Non è semplice parlare a chi si è allontanato perché non si fida più. E non riguarda solo i giovani. Si fermano anche elettori che non avevano mai saltato un voto. Quando accade, significa che il problema è profondo.
E questo vale anche per ciò che riguarda da vicino il nostro territorio. Nei prossimi mesi si voterà a Lecco, e anche lì sarà necessario lavorare in modo serio fin da ora per riconquistare la fiducia e la vicinanza delle persone. Il livello locale offre la possibilità di ricostruire rapporti che altrove si sono indeboliti, ma richiede continuità e impegno. Arrivare al voto non basta. Bisogna dimostrare utilità, dialogo e rispetto, non solo competizione.
Non abbiamo risposte semplici ma, da dirigente di Azione, ci stiamo confrontando seriamente su questo argomento, da ultimo nel Direttivo provinciale che si è tenuto ieri sera e negli incontri pubblici come quello di stasera a Merate sulla crisi della rappresentanza.
 Da dentro la Politica deve trovare il coraggio di correggersi. Lo dico con spirito critico, ma anche con la convinzione che si possa ripartire solo scegliendo di lavorare meglio. 
Alessandro Ratti, componente del Direttivo Regionale e Provinciale di Azione 
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