Oggiono: l'arte astratta per raccontare la violenza sulle donne
Passeggiando per gli spazi del Comune di Oggiono, ci si imbatte in qualcosa di inaspettato: opere d'arte che parlano di violenza sulle donne attraverso il linguaggio universale dell'arte astratta. Non si tratta di una mostra ordinaria, ma di un progetto che nasce direttamente dalla sensibilità e dall'impegno degli studenti dell'Istituto Bachelet.


L'assessore alla cultura Giovanni Corti racconta con entusiasmo l'origine dell'iniziativa: "L'idea di fare questa mostra è venuta di ragazzi usando questi spazi pubblici". Una genesi spontanea che ha visto i ragazzi protagonisti già venerdì, quando insieme alle professoresse hanno sensibilizzato i cittadini sul tema direttamente al mercato del paese.
Ma ciò che rende davvero speciale questa terza edizione è la scelta coraggiosa degli spazi espositivi. Come spiega il sindaco Chiara Narciso "La particolarità è che non abbiamo usato i soliti spazi di esibizioni perché la volontà era proprio quella di metterla in spazi quotidianamente usati dai cittadini. Nessuno può non accorgersi che c'è qualcosa di diverso". Un'arte che non si nasconde nelle solite sale, ma che irrompe nella vita quotidiana, impossibile da ignorare.
Quest'anno il corpo docente di arte ha scelto un approccio raffinato e simbolico, ispirandosi alla fotografa Lee Miller. Il formato polaroid delle opere all’ingresso accoglie i visitatori in un percorso dominato dal nero, bianco e rosso. "Abbiamo puntato sull'astratto per evitare delle immagini che fossero specificatamente ad una violenza esplicita", spiegano gli insegnanti.
Perché la violenza, ci ricordano questi giovani artisti, non è solo quella eclatante che fa notizia. È anche "molto più tacita e trasversale: quotidiano, discriminazione, nelle piccole cose, anche per la non equità e la disuguaglianza". Un messaggio potente che trova espressione attraverso forme astratte e un linguaggio espressivo capace di toccare corde profonde.


Il progetto si arricchisce di una dimensione multimediale con un video realizzato in rete con altre scuole, destinato a diventare strumento di riflessione condivisa tra gli istituti aderenti. Dai lavori delle classi prime a quelli degli studenti più grandi, ogni opera porta con sé un messaggio di speranza e di denuncia.
Anno dopo anno, come nota il sindaco, "i lavori migliorano e vengono migliorati". Ma ciò che conta davvero è che questi ragazzi hanno scelto di non restare in silenzio, trasformando l'arte in uno strumento di cambiamento sociale. E nel farlo, ci ricordano che la lotta contro la violenza sulle donne passa anche attraverso la bellezza, la creatività e il coraggio di occupare gli spazi pubblici con messaggi che non possono essere ignorati.


L'assessore alla cultura Giovanni Corti racconta con entusiasmo l'origine dell'iniziativa: "L'idea di fare questa mostra è venuta di ragazzi usando questi spazi pubblici". Una genesi spontanea che ha visto i ragazzi protagonisti già venerdì, quando insieme alle professoresse hanno sensibilizzato i cittadini sul tema direttamente al mercato del paese.
Ma ciò che rende davvero speciale questa terza edizione è la scelta coraggiosa degli spazi espositivi. Come spiega il sindaco Chiara Narciso "La particolarità è che non abbiamo usato i soliti spazi di esibizioni perché la volontà era proprio quella di metterla in spazi quotidianamente usati dai cittadini. Nessuno può non accorgersi che c'è qualcosa di diverso". Un'arte che non si nasconde nelle solite sale, ma che irrompe nella vita quotidiana, impossibile da ignorare.
Quest'anno il corpo docente di arte ha scelto un approccio raffinato e simbolico, ispirandosi alla fotografa Lee Miller. Il formato polaroid delle opere all’ingresso accoglie i visitatori in un percorso dominato dal nero, bianco e rosso. "Abbiamo puntato sull'astratto per evitare delle immagini che fossero specificatamente ad una violenza esplicita", spiegano gli insegnanti.
Perché la violenza, ci ricordano questi giovani artisti, non è solo quella eclatante che fa notizia. È anche "molto più tacita e trasversale: quotidiano, discriminazione, nelle piccole cose, anche per la non equità e la disuguaglianza". Un messaggio potente che trova espressione attraverso forme astratte e un linguaggio espressivo capace di toccare corde profonde.


L'assessore Giovanni Corti e il sindaco Chiara Narciso
Il progetto si arricchisce di una dimensione multimediale con un video realizzato in rete con altre scuole, destinato a diventare strumento di riflessione condivisa tra gli istituti aderenti. Dai lavori delle classi prime a quelli degli studenti più grandi, ogni opera porta con sé un messaggio di speranza e di denuncia.
Anno dopo anno, come nota il sindaco, "i lavori migliorano e vengono migliorati". Ma ciò che conta davvero è che questi ragazzi hanno scelto di non restare in silenzio, trasformando l'arte in uno strumento di cambiamento sociale. E nel farlo, ci ricordano che la lotta contro la violenza sulle donne passa anche attraverso la bellezza, la creatività e il coraggio di occupare gli spazi pubblici con messaggi che non possono essere ignorati.
M.E.














