Molteno: l’intelligenza artificiale a servizio della scienza, la ricerca finanziata da Agatha in cammino

Usare l’intelligenza artificiale per immaginare terapie capaci di colpire il tumore al seno con una precisione mai raggiunta prima: da questa intuizione è partita la ricerca presentata pubblicamente durante la serata organizzata da Agatha in Cammino ODV a Molteno.
A guidare questo viaggio dentro il futuro della medicina è stata la ricercatrice Sara Baroni, dottoressa in Biologia Molecolare della Cellula all’Università degli Studi di Milano. Grazie a una borsa di ricerca di Fondazione Umberto Veronesi ETS, interamente finanziata da Agatha in Cammino, la dottoressa ha portato avanti il progetto di ricerca dal titolo “L’Intelligenza Artificiale per identificare nuove terapie antitumorali”.
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L’incontro presso la sala consiliare del Comune di Molteno nella serata di martedì 25 novembre è stato introdotto dall’assessore ai servizi sociali Davide Conti: “Abbiamo l’intelligenza artificiale nei nostri telefoni, ma questo è uno dei modi intelligenti per applicare questa tecnologia”. Accanto a lui, la presidente di Agatha in Cammino Daniela Invernizzi: “Credo che l’intelligenza artificiale stia rappresentando una svolta nell’ambito della ricerca scientifica, rendendo possibile ciò che fino a pochi anni fa sembrava irraggiungibile”. Marta Converso, in rappresentanza di Fondazione Veronesi, ha spiegato gli obiettivi dell’ente e il suo impegno nel sostenere ricercatori e piattaforme capaci di combinare cura, tecnologia e innovazione.
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Nel suo intervento, la ricercatrice ha ripercorso il proprio percorso professionale, ricordando anche l’incontro avuto con il professor Umberto Veronesi, figura che continua a rappresentare un punto di riferimento per chi, come lei, opera ogni giorno nella ricerca e nella prevenzione. Ha evidenziato come la Fondazione, da oltre 20 anni, abbia sostenuto oltre 2.500 ricercatori e ricercatrici in più di 181 centri tra università e istituti di ricerca. Fin dagli studi universitari, ha raccontato, è rimasta affascinata dalle proteine e questo interesse l’ha portata prima al dottorato, periodo in cui ha vissuto esperienze in contesti internazionali, e successivamente ad entrare nel mondo del lavoro, prima all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e poi, dal 2020, all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Qui si occupa di approcci biochimici applicati all'oncologia, branca della medicina che studia i tumori, un insieme di oltre duecento malattie diverse.
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Sara, con grande chiarezza espositiva, ha spiegato come il tumore sia un tessuto in cui convivono cellule maligne e sane e come queste ultime vengano progressivamente “addestrate” a lavorare per il nutrimento e la sopravvivenza delle cellule tumorali. Ha illustrato le fasi più importanti che caratterizzano la progressione del tumore (inizio, promozione e progressione) e ha ripercorso l’evoluzione delle terapie oncologiche: dalla chemioterapia, efficace ma poco specifica, alle più recenti terapie mirate che colpiscono bersagli precisi presenti nella cellula tumorale. Parlando del tumore della mammella, ha descritto le tre principali tipologie: il luminale, il più diffuso con un’incidenza del 70%, trattato con chirurgia e terapia ormonale; l’HER2 positivo, che rappresenta circa il 15% dei casi e il triplo negativo, per cui purtroppo non esiste ancora un bersaglio specifico e per il quale la chirurgia e la chemioterapia rimangono le principali opzioni terapeutiche.
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Il suo progetto di ricerca è ruotato attorno a due proteine fondamentali per la sopravvivenza delle cellule tumorali: ERO1 e PDI. Entrambe risultano molto abbondanti nel tumore al seno e quindi potrebbero rappresentare un bersaglio per sviluppare nuove cure. “Riducendone l’interazione - ha spiegato Sara - si potrebbe ostacolare in modo significativo la crescita e la sopravvivenza del tumore. L’obiettivo dello studio è stato quindi quello di produrre mini-proteine capaci di bloccare il legame tra ERO1 e PDI”.
È proprio qui che l’intelligenza artificiale mostra il suo potenziale. Grazie a un approccio avanzato, infatti è oggi possibile generare milioni di possibili molecole a partire dalla struttura del bersaglio da colpire. L’intelligenza artificiale è anche in grado di selezionare le più promettenti riducendole a poche decine, numero più adatto alle manipolazioni in laboratorio. Di tutte le proteine selezionate attraverso questo processo, ne sono state prodotte e analizzate tre. In particolare, una mini-proteina ha mostrato risultati molto incoraggianti nella capacità di bloccare l’interazione tra ERO1 e PDI. “In questi giorni – ha aggiunto - sono in corso i primi esperimenti su cellule tumorali umane per verificare se queste mini proteine riescono effettivamente a rallentarne la crescita”.
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La serata ha fatto emergere la complessità della ricerca, la potenza dell’intelligenza artificiale e il valore profondo di un impegno condiviso. Il progetto di Sara Baroni incarna la possibilità di trasformare la conoscenza in cura e il sostegno di Agatha in Cammino rappresenta quel filo di solidarietà che rende possibile ogni passo avanti. La lotta al cancro passa anche dal desiderio di credere nella scienza e di non lasciare mai soli i ricercatori e le ricercatrici.
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