Qualche considerazione sulla viabilità della provincia di Lecco, totalmente inadeguata

Gentile Redazione,

scrivo in riferimento alla recente tappa lecchese degli “stati generali delle infrastrutture”, la rassegna itinerante che Regione Lombardia sta conducendo sul territorio dallo scorso anno. Nel corso dell'evento, l’assessore regionale Claudia Terzi avrebbe asserito che verrà effettuato un nuovo studio di fattibilità per la realizzazione della terza corsia sulla SS36.

A tal proposito, devo ammettere che la notizia mi confonde. Dall'inizio del 2025, infatti, nel tratto che va da Briosco a Civate, sono già in corso una serie di cantieri. Si presume che questi lavori siano finalizzati al miglioramento degli svincoli; eppure, i mezzi operativi visibili sul posto sono pochissimi. Nel frattempo, la chiusura della strada laterale di servizio e il restringimento delle corsie su lunghi tratti creano grossi disagi, su una strada percorsa da 80 mila veicoli al giorno (dati Anas).
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Da quanto avevo compreso, questi interventi erano originariamente previsti in vista delle Olimpiadi Invernali del 2026. Con questi ritmi, temo ci vorranno anni solo per completare questi lavori di "messa in sicurezza". Presumo vi siano stati problemi con la ditta appaltatrice, cosa che può succedere, ma percorrere la SS36 in questo stato è veramente pericoloso.

La Provincia di Lecco è un territorio di grande bellezza, ma è penalizzato da una viabilità nelle sue arterie principali assolutamente inadeguata. È inutile elencare tutte le criticità, che sono purtroppo ben note a tutti. Desidero però avanzare un’unica, umile e semplice considerazione: il nostro territorio è fortunatamente ricco di percorsi e sentieri per la mobilità dolce, ma è un peccato che nessuna infrastruttura sovracomunale preveda percorsi sicuri per raggiungere queste località, ad esempio in bicicletta. Vi sono degli studi che, a mio parere, rimangono solo sulla carta.

Sono consapevole che una provincia come la nostra, con un tessuto produttivo diffuso, abbia la necessità di avere una viabilità efficiente, senza però penalizzare forme alternative e più ecologiche di mobilità.

Regione Lombardia elargisce contributi ai singoli comuni: si tratta di finanziamenti per piste ciclabili, cosa sicuramente lodevole e utile, però questi interventi rischiano di rimanere isolati e fini a sé stessi, privi di una progettualità territoriale condivisa e guidata da chi gestisce una delle Regioni più ricche d’Europa.

Leggo spesso le giuste lamentele dei cittadini lecchesi per i disagi viabilistici che subiscono quotidianamente. Vorrei far notare che gli stessi problemi persistono, in certi orari, in tutta la provincia, in tutti i paesi attraversati da arterie sovracomunali, con una situazione che peggiora progressivamente.
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Sicuramente una parte della responsabilità ricade anche su noi cittadini, che in molti casi abusiamo dei mezzi, spesso anche per spostamenti di poche decine di metri. Personalmente, quando la salute e il clima lo permettono, cerco di non usare la macchina per gli spostamenti, sia nel mio comune sia nei comuni limitrofi.

A questo proposito, vorrei suggerire ai responsabili sovracomunali che gestiscono la viabilità che non è sufficiente installare della semplice segnaletica (come nel tratto Monticello/Barzanò sulla SP 51, in verità installazione non recente) per migliorare la mobilità dolce; servono invece interventi seri e significativi.

Cordiali saluti,
Nino Filippone - Bulciago
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