Oggiono: una mostra innovativa ospitata allo Spazio Ladico

Venerdì 5 dicembre è stata inaugurata ''Tempografie'', la nuova mostra dell’artista Davide Santi, promossa dal collettivo Spazio Ladico. L’esposizione trasforma lo spazio in un laboratorio di luce e tempo, invitando i visitatori a diventare protagonisti attraverso esperienze interattive e percorsi visivi unici. Dalla fotografia in bianco e nero alle sperimentazioni con la cianotipia, ogni opera riflette l’attenzione dell’artista alla luce, al tempo e alla geometria dello spazio, offrendo al pubblico un viaggio tra introspezione e meraviglia.
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''La parte più interattiva della mostra - ci ha spiegato Mario Casiraghi, proprietario di Spazio Ladico - è la possibilità data al visitatore di diventare protagonista, attraverso uno spazio adibito per uno scatto. Questo ritratto sarà poi parte integrante per l’esposizione in cui verranno mostrate al pubblico i ritratti, prodotti grazie a luci particolari. Questa collaborazione è nata dal desiderio di dare spazio all’estro di giovani artisti, nelle loro forme artistiche diverse. Un canale di comunicazione, per esempio, è la domenica in cui organizziamo concerti-aperitivi. In queste occasioni scoviamo nuovi giovani talenti, artisti e musicisti: in questo spazio in particolare diamo rilievo all'arte visiva. È molto bello dar voce alle nuove generazioni, che nutrono la volontà di esprimere sentimenti e valori personali. Grazie a mio fratello Paolo, con cui collaboro, riusciamo ad approfondire questo lavoro puramente di ricerca, a cui segue una collaborazione di questo genere''.
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L’apertura verso nuovi orizzonti emerge non solo da Spazio Ladico, ma anche dalla popolazione oggionese, entusiasta di prendere parte alle manifestazioni proposte. ''Da quello che percepiamo - ha proseguito Casiraghi - sembra che la comunità risponda positivamente agli eventi. Questa partecipazione si percepisce perfino dai prossimi concerti domenicali, in cui sarà protagonista anche un quartetto d’archi di Firenze. Invece, questa mostra rimarrà aperta fino al periodo natalizio, anche in orario lavorativo: questo spazio, infatti, nasce come ufficio operativo. Quindi, mi piace l’idea che questo diventi un luogo condiviso, in cui nascono occasioni di incontro e relazioni''.
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Dal punto di vista artistico, Paolo Casiraghi è entrato nel merito del concept dell’esposizione artistica. ''L’ossimoro di questo luogo è la sua doppia natura: in giornata si lavora negli uffici contraddistinti, a livello cromatico, da pareti bianche. Al contempo, anche in orario lavorativo, questo spazio viene aperto ai cittadini per far vivere loro un’esperienza culturale peculiare. Anche questo artista si nutre di ossimori: in realtà, pur alimentando la passione per la pittura, nasce come fotografo. Infatti, nella prima parte della mostra si possono osservare le sue fotografie, che investigano le parti più oscure della realtà. Influenzato dagli studi di regia, il suo interesse è proiettato su studi di luce e ombra, quindi su bianco e nero più che sui colori. Una caratteristica della sua arte è una fotografia sospesa, statica e lenta''.
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Il percorso prosegue in una seconda parte in cui la dimensione del tempo prevale su quello della luce. ''In questa sezione - ha proseguito Paolo Casiraghi - la luce viene eliminata e diventa parte attiva non dall’interno, ma dall’esterno dell’opera. La superficie bianca del quadro assorbe la luce dell’ambiente. Quindi, la ricerca si focalizza sul tempo inteso come geometria dello spazio, attraverso linee e punti che creano una dimensione sospesa. Con queste piccole incisioni e la sottrazione della luce, emerge il ritmo. Il passo successivo riguarda una superficie che respinge la luce, come accade sulla superficie in rilievo di foglie d’oro''.
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Il viaggio dell’artista, in cui la stampa ricopre un ruolo centrale, trova conclusione in una tecnica peculiare nel suo genere, in cui la luce appare nuovamente sotto una forma diversa. ''La cianotipia - ha concluso Casiraghi - è una tecnica di fine Ottocento, utilizzata per stampare cartoline paesaggistiche. È un processo chimico, in cui due composti reagiscono alla luce solare, producendo un blu intenso caratteristico. Il risultato ottenuto è un blu intenso: attraverso diverse schermature, Davide ha creato differenti geometrie e sfumature di questo colore. A livello filosofico, queste ultime opere sono la summa di tutto il percorso, racchiusa anche nel titolo Tempografie, in cui tempo e luce sono parti attive e integranti che agiscono simultaneamente''. 
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''Tempografie'' non è solo una mostra da osservare, ma da vivere. Tra ritratti partecipativi, giochi di luce e superfici che catturano e riflettono il tempo, l’esposizione di Santi conferma il ruolo di Spazio Ladico come luogo aperto alla sperimentazione artistica e alla scoperta di nuovi talenti. Visitatori di ogni età possono così immergersi in un percorso in cui arte, ricerca e interazione si intrecciano, trasformando un ufficio operativo in un punto d’incontro culturale e di condivisione.
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La mostra resterà aperta fino al periodo natalizio, offrendo a Oggiono e dintorni un’occasione unica di vivere l’arte in prima persona.
V.I.
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