Sirtori: assegnato il Premio per la Pace alla memoria di tre personalità straordinarie

Ieri sera all’oratorio di Sirtori è andata in scena l’edizione 2025 del Premio per la Pace con la partecipazione di molte autorità e di un folto pubblico. L’obiettivo del riconoscimento nato nel 1999 è quello di valorizzare l’impegno di uomini e donne del territorio che hanno messo la loro vita al servizio degli altri, ma è anche tenere vivo il ricordo di madre Erminia Cazzaniga, Graziella Fumagalli e suor Luisa dell’Orto. Quest’anno i premi sono stati assegnati alla volontaria del Mato Grosso Francesca Manzoni, a don Giuseppe dell’Orto e alla memoria di suor Augusta Galbusera
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Immagine con le autorità e i premiati al termine della cerimonia

La serata organizzata dai comuni di Sirtori, Casatenovo e Lomagna è stata condotta da Elisa Sarracino, consigliere comunale sirtorese, con il supporto del capogruppo di maggioranza Paolo Belletti. È una tradizione che si ripete ogni anno all’inizio di dicembre e che vuole tenere vivo il ricordo e l’impegno della cittadinanza ricordando chi nel silenzio ha fatto del bene.
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''E’ un onore poter organizzare ogni anno questo premio che è la dimostrazione che le pagine scritte durante la propria vita hanno lasciato un segno. Le tre donne a cui questa celebrazione è dedicata sono la testimonianza che si può donare la propria vita trascendendo i limiti del tempo e dello spazio. Il loro lascito è un fascio di luce che attraversa un buco nero, loro hanno sfidato tutto e tutti e oggi rappresentano l’importanza di donare il bene e la propria vita'' ha detto Elisa Sarracino introducendo la serata.
Graziella Fumagalli era un medico volontario di Casatenovo ed è stata uccisa in Somalia nell’ottobre di trent’anni fa mentre cercava di aiutare i più deboli, Suor Erminia Cazzaniga originaria di Sirtori ha lavorato sempre al servizio degli altri fino al martirio nel 1999 mentre operava nella repubblica democratica del Timor Est, suor Luisa dell’Orto invece è scomparsa nel 2022 mentre operava come missionaria nelle strade di Haiti. Tre donne forti e determinate che hanno lasciato tutto per seguire la propria missione. 
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''Questa sera ci ritroviamo per una delle occasioni più preziose della nostra comunità, un momento in cui la memoria, la gratitudine e il senso del dovere verso gli altri si intrecciano in modo concreto, è un riconoscimento che non è solo un titolo ma un mandato morale per ricordare e testimoniare. Graziella Fumagalli, madre Erminia Cazzaniga e suor Luisa Dell’Orto non hanno solo fatto del bene, ma hanno incarnato la scelta radicale di esserci sempre e comunque per tutti coloro che avevano bisogno, non sono figure mitizzate ma persone che hanno vissuto pienamente la responsabilità di essere nel mondo e non guardarlo dall’esterno. Con questo premio ricordiamo nel nostro piccolo che oggi il mondo ha bisogno di persone così che non si tirano indietro, ma che fanno dell’altruismo un progetto di vita. Il concetto di pace non è astratto, ma un insieme di gesti concreti quotidiani a volte silenziosi e sempre coraggiosi. In un’epoca che corre veloce spesso distratta e cinica, queste testimonianze rappresentano una luce che noi abbiamo il dovere di tenere accesa'' ha detto il sindaco di Sirtori Matteo Rosa introducendo la serata. Accanto a lui c’era il baby sindaco Samuele che ha portato un messaggio di pace e ha sottolineato l’importanza di fare del bene per costruire un mondo migliore. 
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Il sindaco di Sirtori Matteo Rosa tra il baby collega Samuele e il consigliere Elisa Sarracino

''Quest’anno abbiamo vissuto tante iniziative a favore della pace coinvolgendo il territorio, ma spesso mi chiedo se stiamo facendo abbastanza sia nel nostro ruolo istituzionale che nella vita quotidiana. La forza del valore di Graziella, madre Erminia e Suor Luisa sta nella loro gratuità, credevano a tal punto nella società aperta da decidere di raggiungere i poveri e gli stranieri nelle loro terre, anche se significava andare dall’altra parte del mondo e sacrificare la propria vita. Nel piccolo delle nostre comunità possiamo portare avanti con sincerità il messaggio che ci hanno lasciato, ma le parole non bastano più, serve prendere posizione, dire no alle ipocrisie e ai posizionamenti che vanno contro le nostre idee. È il momento di non celebrare solo con discorsi carichi di emozioni, ma di vivere quanto fatto da queste tre donne'' ha detto il sindaco di Casatenovo Filippo Galbiati invitando i presenti ad un impegno attivo sul territorio.
Il Comune di Lomagna è invece la parte più giovane del premio, ma non ha mai mancato il suo supporto, è da lì che è partito il viaggio di suor Luisa dell’Orto, una figura sempre viva e che non va mai dimenticata.
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''La serata del premio è l’occasione di ricordare con emozione la nostra sorella Luisa, anche se non c’è più la sua memoria è sempre presente sul nostro territorio e cerchiamo di portare avanti il suo progetto. Tra i premiati ci sono storie sia di missioni lontane che vicine, la missione è la capacità di entrare nel deserto del mondo sia con la religione che con l’umanità. In un momento storico così difficile come quello che stiamo vivendo, il premio della pace è una speranza che va tenuta accesa; le tre donne a cui è intitolato devono essere un esempio da perseguire. Mi rendo conto che è difficile, ma dobbiamo continuare a tenere vivo il loro ricordo che non deve spegnersi mai'' ha detto il primo cittadino Cristina Citterio
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Al microfono Maria Grazia Caglio

Il premio è supportato dal Comitato Lecchese per la Pace e la cooperazione tra i popoli e la presidente Maria Grazia Caglio, visibilmente emozionata, ha voluto portare il proprio saluto e i ringraziamenti. ''In serate come queste mi emoziono sempre perché penso a quante persone nella nostra provincia di impegnano come madre Erminia Cazzaniga, Graziella Fumagalli e suor Luisa dell’Orto per il bene rivolto verso gli altri; non occupano le prime pagine dei giornali, sono persone normali e questo le rende ancora più importanti. Sul territorio ci sono tanti volontari che operano in maniera silenziosa altri senza chiedere nulla in campo e sono felice che la provincia di Lecco li sostenga. Madre Teresa di Calcutta diceva che il gesto di ciascuno è una piccola goccia in un oceano, ma se non ci fosse nemmeno quello l’oceano sarebbe ancora più piccolo. Partendo da qui, da queste testimonianze, invito tutti voi a impegnarsi anche in piccoli gesti quotidiani per fare del bene e dare luce al nostro mondo''.
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Quest’anno il Premio per la Pace è ancora più sentito, nel 2025 infatti ricorrono i trent’anni dalla scomparsa di Graziella Fumagalli, il medico originario di Casatenovo che ha perso la vita il 22 ottobre 1995 in Somalia per mano di un assassino somalo. Per ricordarla, durante la serata sono stati proiettati una serie di filmati tratti dai servizi del tg1 che ne raccontano la tragica morte, ma è anche stato annunciato il progetto di raccogliere il materiale a lei dedicato, tra foto e racconti, per non dimenticarla.
Oltre che con le immagini, la dottoressa Fumagalli è stata ricordata con la lettura di una testimonianza scritta dalla nipote Elisabetta che nel 1992 era andata a trovarla sul campo in Guinea Bissau.
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Il neo parroco di Barzanò, Cremella e Sirtori, don Adelio Molteni

Dal racconto emerge la figura una donna determinata con l’obiettivo non di far carriera, ma di mettersi a totale disposizione degli altri, nonostante avesse lavorato negli ospedali più avanguardistici d’Itala e d’Europa, lei aveva scelto l’Africa con risorse l’imitare. L’obiettivo era aiutare gli altri, una scelta consapevole che comportava non solo la lontananza da casa, ma mettere anche a rischio a propria vita in nome del bene. Con le parole della breve lettera, il pubblico ha potuto assaporare l’essenza di Graziella Fumagalli, una donna che ha affrontato le difficoltà della vita ed ha saputo realizzarsi non solo facendo ciò che piace, ma anche fare ciò che è difficile, ma fa bene agli altri. 
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Il premio a Francesca Manzoni ritirato dalla madre (a destra)

Francesca Andrea Manzoni è stata la prima a ricevere il premio per la pace 2025 tra tanti applausi. Classe 1993 e originaria di Cassina de Bracchi, fin da giovane è sempre stata vicina al volontariato del Mato Grosso intraprendendo numerose missioni. Dal 2019 vive sulle Ande in Perù ad oltre 3000 metri di altitudine dove opera nell’educazione dei bambini ma anche nell’amministrazione dell’ospedale locale spendendosi al servizio degli altri. 
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Monica Colombo di Cotopaxi-ETS-ODV

''Mi piace descrivere la vita di Francesca come un mazzo di fiori colorato che da allegria a tutti quelli che incontra proprio come fa lei. Il suo cammino è fresco e veloce, dura da pochi anni, ma è riuscito a costituire un bel gruppo, da solo non direbbe nulla ma insieme a tutti gli altri fiori ha una forza incredibile. Come associazione abbiamo deciso di presentarla a questo premio perché è un punto di riferimento per molti giovani del Mato Grosso, ogni giorno crea un tesoro che consegna a tutte le persone che incontra'' ha detto Monica dell’associazione Cotopaxi-ETS odv – Mato Grosso raccontando la missione della volontaria. È stata la mamma a ricevere il premio che verrà destinato alla missione in Perù dove in questo momento Francesca Andrea Manzoni è impegnata. 
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Il premio a don Giuseppe Dell'Orto

Don Giuseppe Dell’Orto è invece originario di Lomagna, come membro della Missione Operaia Pietro e Paolo ha viaggiato a lungo spendendosi nell’evangelizzazione del mondo operaio. È stato a Tolosa, nelle favelas brasiliane di Bel Horizonte, a San Paolo, a Friburgo, a Berlino e nuovamente in Francia operando con i giovani e con i lavoratori.
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''Quando mi hanno avvisato del premio sono rimasto molto sorpreso, io son un ragazzo dell’oratorio, non ho niente di particolare, ho solo avuto a fortuna di incontrare persone speciali come suor Luisa con cui ero in classe alle elementari. Quando pensiamo alla missione tendiamo a riferirci solo a cose visibili, ma la missione significa ripristinare la dignità delle persone, sbloccare la ricchezza che ciascuno ha dentro di se e aiutarle a crescere con gli altri. Intraprendere una missione non significa imporre le proprie conoscenze, quanto piuttosto vedere cosa ci può venire offerto dall’incontro con le altre persone. Ringrazio i presenti per questo premio e tutti color che sin dall’infanzia hanno fatto parte della mia vita plasmando la mia esistenza. Io sono un orgoglioso ragazzo dell’oratorio un po’ invecchiato, ma ricordatevi che l’oratorio non ha età'' ha detto don Giuseppe dell’Orto mentre ritirava il premio.
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Il premio conferito alla memoria di suor Augusta Galbusera

È invece un premio alla memoria quello per suor Augusta Galbusera scomparsa nell’ottobre 2024 a Torino. Originaria di Valaperta, nel 2006 ha ricevuto il mandato missionario per l’Africa e da quel momento non ha mai smesso di offrire la sua vita agli altri. Prima è stata in Liberia in cui si è occupata dei lebbrosi e degli emarginata dalla società, poi a Nairobi con il progetto Casa Cafasso ha seguito il percorso di reinserimento dei ragazzi che uscivano dal carcere giovanile. Dopo la sua morte la famiglia ha tenuto vivo il suo ricordo proseguendo con i progetti in Africa rivolti ai più bisognosi. La sorella Elisabetta, visibilmente commossa, non ha voluto salire sul palco, ma ha scelto di affidare i suoi pensieri ad un testo letto a tutto il pubblico.
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''Suor Augusta può essere descritta come un girasole che segue il sole che è Dio e questo la rendeva sicura del suo cammino, riusciva a trasmettere la sua gioia agli altri. Le esperienze vissute durante le missioni le hanno permesso di esplorare la diversità come dono, sia in Liberia che in Kenya ha scelto di mettersi a servizio degli esclusi. Il nostro obiettivo è ora portare avanti il progetto di Casa Cafasso, continuare a portare la sua luce in un mondo di buio, ricordare una donna forte che faceva dl bene senza fare rumore''.
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Durante la serata c’è stato spazio un momento musicale ad opera del trio Pulsar, artisti premio per la Pace 2025. I tre musicisti con flauto traverso, violino e pianoforte hanno offerto ai presenti un viaggio nella musica eseguendo brani di Georg Friedrich Handel, Antonio Vivaldi, Astor Piazzolla fino ad arrivare Hymne a l’amour di Edith Piaf. Sicuramente il momento più suggestivo è stata l’esecuzione del ''Ss.mo Cristo alla Colonna'', conosciuta per essere stata inserita da Ennio Morricone nel film l’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore. L’elegia funebre, composta dal direttore d’orchestra Giuseppe Belisario, nonno di uno dei musicisti, era stata pensata come banda, ma per celebrare l’evento di Sirtori è stata eseguita per la prima volta adattandola a flauto, violino e pianoforte. 
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È stato davvero numeroso il pubblico presente, tra loro numerose istituzioni politiche e religiose, molti amici e famigliari dei premiati che hanno assistito con emozione al Premio per la Pace.
Infine sono state assegnate le menzioni speciali del premio per la pace al dottor Khail I.K. Massood che opera nell’atrocità della guerra di Gaza e ad Elena Redaelli per il suo sostegno al progetto Furaha Foundation nei luoghi remoti dell’Africa.
Giorgia Monguzzi
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