Missaglia festeggia i 60 anni di ordinazione di don Guido Limonta

Domenica 14 dicembre la Basilica di San Vittore a Missaglia ha ospitato la solenne celebrazione eucaristica per festeggiare insieme ai tanti fedeli i sessant'anni di sacerdozio di don Guido Limonta, da anni vicario al servizio delle tre parrocchie della comunità pastorale.
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Al centro don Guido Limonta

Ordinato sacerdote a Torino il 18 dicembre 1965, il missagliese - originario di Contra - ha portato avanti la sua vocazione lontano dalla Brianza, in Trentino. Ha poi fatto ritorno nella sua comunità d'origine nel 2010 e da quel momento risiede nella casa parrocchiale di Maresso.
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"Oggi siamo qui riuniti per festeggiare un momento di gratitudine e di dono, qual è il sacerdozio'' le parole che hanno introdotto la celebrazione, delineando poi il ministero dell'amato religioso. ''Nato il 26 febbraio 1938 e battezzato da monsignor Riccardo Beretta, don Guido appartiene a questi luoghi e a questo territorio da molto tempo. Oggi festeggiamo i sessant'anni di vocazione presbiterale e ringraziamo Dio per il mistero svolto, ricordando che l'ordine è un servizio al Signore e al popolo, non un privilegio personale. Desiderosi come siamo di rinnovare la grazia, oggi la comunità di Missaglia si unisce per pregare intorno a don Guido''.
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La messa solenne, impreziosita dai canti polifonici del coro e dagli interventi dei molti sacerdoti presenti - fra originari, attivi o già in servizio a Missaglia - è stato vissuta attivamente dai fedeli presenti, che si sono emozionati e hanno speso applaudito il festeggiato, a dimostrazione dell'enorme stima di cui gode.
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"Guardando ai sessant'anni di ordinazione di Guido vorrei che pensassimo a tre baci'' ha esordito l'omelia Padre Antonello Rossi della Consolata. ''Il bacio non si dà a tutti, ci vuole del tempo per arrivare a questa affettività. Il sacerdote, don Guido, appena arrivato all'altare, con fatica, ha dato un bacio all'altare. Nell'altare sono conservate le reliquie dei santi martiri san Vittore e altri, di varie persone cristiane che hanno detto che Gesù Cristo è talmente importante per la vita dell'uomo che per noi vale la pena dare la vita per dare testimonianza di Lui''.
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Padre Antonello Rossi

Padre Antonello ha poi identificato tre baci, significativi e esemplari che hanno caratterizzato la vita di don Guido. ''Il primo è il bacio alla tradizione cristiana, lunga secoli, arrivata qui attraverso la missione di cristiani che hanno iniziato a parlare di Gesù. Lo sfarzo dei tempi passati che possiamo ammirare in basilica, è difficile da coniugare con le condizioni difficili della vita di quei tempi: è stato un bacio alla fede, alla tradizione, trasmesso dai nonni e bisnonni attraverso la costruzione di qualcosa di bello e di grande, come la nostra basilica. Il secondo bacio – ha aggiunto - è al Vangelo: solitamente, il Vangelo è la Luce, è Gesù Cristo che oggi ci parla. Il prete, quando legge il Vangelo, dà un bacio alla Parola di Dio, a Gesù verbo incarnato''.
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''Il terzo bacio, invece, va alla comunità attuale: non siamo più ricordo trasmesso dai nonni, ma siamo i presenti, gli amici di oggi. Oggi dovremmo dirci di scambiarci baci di pace: in questo momento ci troviamo, ci riconosciamo, ci avviciniamo come cristiani''.
La celebrazione di domenica 14 dicembre ha visto ben nove sacerdoti riunirsi intorno all'altare per la consacrazione, in un momento particolarmente solenne.
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Al termine della funzione, è stata letta una preghiera di ringraziamento, per invocare una benedizione speciale per don Guido e per ringraziare per il suo mistero. È stata anche chiesta una nuova vocazione, una nuova vita dedicata al Signore che possa emergere tra i fedeli della comunità di Missaglia .
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Don Guido tra i sacerdoti intervenuti alla cerimonia, il sindaco di Missaglia Paolo Redaelli e di Calliano (Trento) Marco Pompermaier

Don Guido ha poi rivolto gentili parole ai fedeli e agli amici che da molti anni e da diverse regioni e località, come Missaglia in Lombardia e Calliano e Lizzana in Trentino, lo accompagnano e camminano con lui.
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''Vorrei ringraziare i sacerdoti qui presenti e anche chi non è invece riuscito a partecipare'' così ha introdotto il proprio breve ma sentito intervento, analizzando poi con cura le illustrazioni presenti sul foglietto per la celebrazione. ''Nel foglietto della messa di oggi è stata inserita una preghiera significativa nella seconda pagina: durante il tragitto in terra Santa abbiamo celebrato diverse volte la messa: vorrei ricordare che la vita è un bel viaggio, insieme agli apostoli e insieme a Gesù. Arrivare alla meta è mettersi in comunione con Cristo e con il creato''.
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Ma sono state le parole di Antonella Limonta, nipote di don Guido, a far commuovere tutti i presenti:  ''Caro zio ti scrivo in occasione di un traguardo straordinario e luminoso. Desidero esprimerti tutta la mia soddisfazione e la stima. È un onore festeggiare un anniversario che celebra la tua fedeltà incrollabile e il tuo servizio alla Chiesa. Sei stato un esempio, in ogni tuo gesto ho sempre percepito una purezza interiore profonda, un pastore, una guida spirituale. La tua passione per l'alpinismo, lo sguardo rivolto verso l'alto che ti ha portato a conquistare le otto vette di oltre quattromila metri, come a raggiungere nuove altezze spirituali, più vicino a Dio'' ha detto.
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''Sessant'anni di dedizione, servizo, fedeltà. Hai rassicurato molto nel loro cammino, un sostegno, una mano tesa che ha consigliato. Il tuo ministero ha toccato innumerevoli vite, hai confortato generazioni di fedeli con la tua saggezza, le tue parole e il tuo ascolto che hanno avuto la grazia di poter contare su di te. Oggi ti diciamo grazie''.
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Don Guido Limonta tra i suoi familiari

Il sindaco Paolo Redaelli ha concluso ringraziando pubblicamente don Guido e dedicandogli alcuni versetti biblici, lodando la perseveranza, la dote di ''un uomo che nella vita ha scelto e ha portato avanti la scelta nonostante le difficoltà'', una vita che non si è esaurita in un sacerdozio ma che ha continuato a mettersi a servizio anche nel rientro a Missaglia, dove è sempre ben accolto e molto ricercato dai fedeli.
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A don Guido sono stati poi donati alcuni oggetti e simboli di valore, per rimarcare ulteriormente la stima e il rispetto che le sue comunità nutrono nei suoi confronti: un quadro di Maria Assunta, una medaglietta con la Madonna di Maresso, la benedizione papale invocata dalla comunità e un vino speciale da Trento per festeggiare nel modo migliore un importante traguardo.
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''Le parole più belle sono quelle che non riusciamo a dire'' così ha terminato don Guido, che nei suoi sessant'anni di servizio alla Chiesa ha regalato la propria vita, in silenzio e mai in mostra, e che oggi si vede restituire almeno una parte della gioia da lui scaturita.
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Al termine della liturgia in tanti si sono poi riuniti nel vicino salone polivalente dell'oratorio per festeggiare, con un pranzo conviviale, il sacerdote arrivato ad una tappa significativa del proprio ministero.
L.F.
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