Maresso: in arrivo i religiosi della Consolata da Bevera? Una trattativa in fase avanzata

Sarà la casa parrocchiale di Maresso ad ospitare i (quattro) missionari della Consolata, in procinto di lasciare l'istituto di Via Romitaggio a Bevera? I rumors che si rincorrono ormai da tempo – e messi nero su bianco qualche settimana fa sul periodico della comunità missagliese Voce Amica – sembrano più che un'ipotesi. 
Mancherebbe l'ufficialità, la formalizzazione degli aspetti burocratici, ma la trattativa appare in fase avanzata. I padri della Consolata si insedierebbero già da inizio anno nella struttura un tempo occupata dal prevosto e oggi da don Guido Limonta (festeggiato proprio ieri ndr), fungendo così da supporto per l'attività delle tre parrocchie missagliesi, ma più in generale del Decanato. Una funzione che in effetti, i religiosi svolgono già da tempo, dando una mano ai sacerdoti in casi di assenza per malattia, periodi di riposo e necessità varie.
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Come dicevamo, al momento la trattativa appare in corso e i vertici della Consolata di Torino non la smentiscono; del resto se i padri di Bevera hanno bisogno di una nuova sede visto che la ''casa'' è stata messa da tempo in vendita, le parrocchie missagliesi non se la stanno passando benissimo a causa di alcuni problemi di salute che affliggono i sacerdoti. 
Della questione pare si sia già discusso a più riprese anche in consiglio pastorale, dove sarebbero emerse alcune criticità rispetto a questioni più formali, legate alla gestione della struttura adiacente alla parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, ma anche timori relativi all'età avanzata di alcuni dei padri oggi residenti a Bevera.
E la sede di Via Romitaggio? Anche in questo caso sembrano esserci delle novità legate ad una trattativa in fase avanzata, da parte di un privato che avrebbe messo gli occhi sull'istituto, oggi occupato – oltre che dai religiosi- dalla scuola Kore e da alcune associazioni che si sono impegnate già da tempo ad individuare una nuova sede e dunque a lasciare l'istituto di Castello di Brianza entro l'inizio del nuovo anno.
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Una scelta – quella di mettere la ''casa'' sul mercato – tanto dolorosa quanto inevitabile per i padri della Consolata, ''decimati'' per così dire, dal calo delle vocazioni. 
La sede è infatti costituita da quattro edifici: i costi di gestione sono diventati con il trascorrere del tempo altissimi. Per questo l'Istituto a inizio anno ha deciso di tentare la vendita del complesso. Una partita non semplice, dal momento che ad oggi la struttura vanta una destinazione ben precisa e chi la acquisterà dovrà per forza di cose confrontarsi con il Comune di Castello di Brianza sugli aspetti urbanistici, qualora optasse per un parziale cambio d'uso, magari per ricavarci una struttura socio-assistenziale.
Fin da subito tuttavia, dalla Consolata era stato espresso il desiderio che i religiosi non lasciassero la Brianza. ''Molti dei nostri missionari che vivono a Bevera sono ormai anziani, desiderano restare vicini alla famiglia o comunque alle parrocchie per le quali ormai rappresentano un punto di riferimento'' ci aveva detto qualche mese fa Padre Tiziano Viscardi.
Ecco dunque che la proposta di Maresso potrebbe soddisfare le aspettative della congregazione e, si spera, anche del territorio.
G.C.
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