Con Enrichetto abbiamo condiviso una stagione di battaglie politiche, ma sempre nel rispetto del Paese
Con Enrico Fumagalli, abbiamo combattuto, a Casatenovo, negli anni '70, epiche battaglie, in alcune delle quali abbiamo coinvolto mezza Casatenovo e più.
Vivevamo, in quegli anni, una straordinaria stagione di passione civile e di partecipazione politica attiva. Le nostre battaglie non erano confinate nelle stanze chiuse dei partiti, ma si sviluppavano a viso aperto, alla luce del sole, con una franchezza, molte volte ruvida, ma sempre schietta e leale, a fronte della cittadinanza.
Battaglie che, in ogni caso, avvenivano in una cornice condivisa di valorizzazione del ruolo della politica e, dunque, della sovranità popolare, nel solco della Costituzione. A fronte di altri poteri. Per molti aspetti gli stessi che oggi, al contrario, stanno soffocando la politica.
In altri termini, il confronto o lo scontro avvenivano nell’orizzonte di un interesse generale del Paese che ci accomunava, nel segno della difesa di un ordinamento istituzionale fondato sulla centralità del Parlamento e sulla democrazia rappresentativa. Casatenovo è stata, in quegli anni, uno straordinario laboratorio politico.
Dalla reciproca franchezza, nasceva una stima reciproca e poi un'amicizia, come è successo ad Enrico ed a me.
Se c'è - come credo - un ''paradiso dei giusti'', il più tardi possibile, ci ritroveremo lì…ammesso che ci facciano entrare anche me.
Vivevamo, in quegli anni, una straordinaria stagione di passione civile e di partecipazione politica attiva. Le nostre battaglie non erano confinate nelle stanze chiuse dei partiti, ma si sviluppavano a viso aperto, alla luce del sole, con una franchezza, molte volte ruvida, ma sempre schietta e leale, a fronte della cittadinanza.
Battaglie che, in ogni caso, avvenivano in una cornice condivisa di valorizzazione del ruolo della politica e, dunque, della sovranità popolare, nel solco della Costituzione. A fronte di altri poteri. Per molti aspetti gli stessi che oggi, al contrario, stanno soffocando la politica.
In altri termini, il confronto o lo scontro avvenivano nell’orizzonte di un interesse generale del Paese che ci accomunava, nel segno della difesa di un ordinamento istituzionale fondato sulla centralità del Parlamento e sulla democrazia rappresentativa. Casatenovo è stata, in quegli anni, uno straordinario laboratorio politico.
Dalla reciproca franchezza, nasceva una stima reciproca e poi un'amicizia, come è successo ad Enrico ed a me.
Se c'è - come credo - un ''paradiso dei giusti'', il più tardi possibile, ci ritroveremo lì…ammesso che ci facciano entrare anche me.
Domenico Galbiati














