Dove sono finiti gli angeli messaggeri?

Il premio Nobel per la letteratura 2025, Lásló Krasznahorkai, a Stoccolma, il 7 dicembre 2025, nella sua prolusione per ritirare il premio, si pone la seguente domanda: “Essere umano, creatura straordinaria, chi sei?”

Inizia la sua riflessione, cercando degli angeli messaggeri. Si rammarica di incontrare angeli messaggeri del passato, anziché del futuro, evocando il film Angeli sopra Berlino, di Wind Wender. È la storia di un angelo che vola sopra le macerie di Berlino, all’indomani della seconda guerra mondiale, e si prende cura di una giovane artista circense. Gli angeli, che si aggirano per Berlino, sono visibili soltanto ai bambini. Gli angeli sono capaci di ascoltare i pensieri e lenire il dolore di ognuno. I bambini, ascoltando gli angeli, trovavano conforto rassicurazione e le loro parole favorirono la ricostruzione. Berlino e l’Europa si ricostruirono e si svilupparono. Glia angeli seminatori di messaggi costruttivi, furono ascoltati. 

Lásló Krasznahorkai, rifacendosi a questa metafora degli angeli, ripercorre le tappe dell’evoluzione umana dall’homo erectus, all’homo habilis.  È con quest’ultimo che la parola si sviluppa - la grande parola- sviluppando l’intelletto umano e distinguendolo dalle altre specie. L’homo habilis scopre l’arte, la scienza, la navigazione sia terrestre che celeste. Tuttavia, nella conclusione della sua prolusione, si pone qualche domanda: “Oggi non c’è più la grande immaginazione e voglia di scoperta dei grandi uomini dei primi secoli, adesso l’essere umano ha tutto ciò che gli serve davanti a sé, dentro lo schermo di un device, ma la sua memoria diventa a breve termine, il suo alfabetismo diminuisce e la conoscenza non è più creata e scoperta da lui stesso, ma arriva direttamente da altre fonti trasformando l’uomo da creatore a fruitore”.

Questa visione permeata dall’angoscia del nuovo, del futuro evidenzia una dimensione catastrofica. Un mondo nuovo fatica a emergere con le sue energie forti, nella scienza, nella pluralità sociale, nella contaminazione tra mondi interconnessi. 

C’è voglia di navigare, scoprire, rompere con il passato. Ci sono forze conservatrici che temono di perdere i paradigmi stratificati nella tradizione, opponendosi ai processi evolutivi della scoperta. C’è la necessità di fare un passo in più. C’è paura, come scriveva già Gustave Le Bon, in Psicologia delle Folle: “ I più tenaci conservatori delle idee tradizionali e i più oppositori del cambiamento sono le folle, e in particolare le categorie di folle, che compongono le caste”. 

Fattori remoti tendono ad adottare credenze radicate, archetipiche, immaginifiche legate all’appartenenza religiosa e territoriale. Anche in etologia si manifestano comportamenti analoghi di difesa del territorio e della specie: Queste componenti bio-psico-sociali, quando si attivano, possono scatenare reazioni violente, aggressive e distruttive. Queste dimensioni archetipiche inconsce riemergono tutte le volte che l’angoscia di appartenenza del tradimento di un’appartenenza germina nel sociale. Basta un non nulla, per innescare nella folla la credenza di un attacco, di un nemico o di essere schiacciati da una forza maligna.  

Il millennio attuale è segnato da alcuni passaggi che hanno generato angosce distruttive: attacco alle Torre Gemelle,11 settembre 200; pandemia Covid, 31 dicembre 2019; attacco Hamas contro Israele, 7 ottobre 2023, invasione russa dell’Ucraina, 24 febbraio 2022. Questi eventi stanno generando comportamenti reattivi, politicamente iper-conservatori. Le altre guerre – Guerra del Golfo, Libano, Afghanistan–, non hanno avuto lo stesso impatto sull’inconscio collettivo. Riprendendo la metafora di Gustave Le Bon, solo la caduta della torre Eiffel, se avvenisse su una folla, scatenerebbe una reazione simile.

Abbiamo bisogno di angeli messaggeri che sappiano illuminare le menti, forze positive per guardare il futuro. Se queste condizioni non si rimuovono definitivamente, la società continuerà a essere inconsciamente intrappolata dal paradigma distruttivo. La politica è cruciale, ma non sufficiente. Dove sono finiti gli angeli messaggeri?  
Dr.Enrico Magni - Psicologo, giornalista
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.