Merate: festa al Comando dopo il ritrovamento di Gaia, sottratta alla sua mamma all'Esselunga. La donna che l'ha rapita soffre di problemi psichici





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Aveva già  acquistato pannolini e latte in polvere. Nella sua mente malata forse pensava che quella bimbetta di appena 15 mesi avrebbe potuto tenerla con sà© per sempre. Invece due ore dopo averla rapita, strappandola dal seggiolino di sicurezza ove la mamma l'aveva adagiata mentre riportava il carrello della spesa all'Esselunga nella rastrelliera, ha sentito suonare alla porta. Dalla finestrella ha scorto il profilo di un carabiniere. Non ha aperto subito tentando di far credere di non essere in casa ma quando ha udito i militari che si preparavano a fare irruzione con la forza si è presentata alla porta con la bimba in mano.
Il maresciallo Edonio Pecoraro, comandante la stazione di Merate, ha preso subito la bimba fra le sue braccia come a ripararla da possibili scatti incontrollati della rapitrice mentre altri carabinieri la bloccavano.





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Poi una corsa al Comando di Compagnia dove ad attendere le pattuglie c'era il capitano Giorgio Santacroce che ha coordinato le operazioni. Il Comandante ha restituito la piccola Gaia Riva alla mamma, Marina Russo di Cernusco Lombardone ma originaria di Merate, che aspettava assieme agli altri due figli maschi, di 4 e 7 anni. Mentre Marina in preda alle lacrime stringeva Gaia la rapitrice Giuseppina Cacciatore 48 anni, divorziata con due figli, residente in una villetta ordinata di Via Stoppani a Olgiate Molgora veniva interrogata dai carabinieri. Non voleva nulla dalla famiglia; voleva soltanto la bimba. Per tenerla con sà©. Giuseppina è un volto noto alle forze dell'ordine. Era in cura presso il Centro psico-sociale di Via Parini di Merate e più volte si era presentata in caserma per denunciare vicini di casa per motivi più disparati. E' una donna con problemi, ha confermato il capitano Santacroce. Ora Giuseppina è in stato di arresto con l'accusa di sequestro di persona. L'indagine è nelle mani del sostituto procuratore della repubblica di Lecco Luca Masini.

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Il comandante provinciale Alessandro De Angelis parla ai giornalisti



Finisce bene, dunque, una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso l'intera Brianza lecchese per oltre tre ore. Gli investigatori hanno ricostruito nei dettagli la dinamica del rapimento. Sono da poco passate le 16,30. Marina arriva sul piazzale della Esselunga assieme ai tre figlioletti a bordo della Opel Astra station wagon. Parcheggia l'auto sul lato che dà  su Via Cavalieri di Vittorio Veneto.
Entra con i piccoli al supermercato per la spesa. Resta dentro pochi minuti, quindi esce, riporta i figli in auto. Il seggiolino di sicurezza di Gaia è fissato sul sedile anteriore del passeggero. Marina si accerta che la bimba sia assicurata al seggiolino, chiude la portiera per riportare il carrello nella rastrelliera. E' questione di secondi. Da lontano riesce a vedere una Renault Twingo rossa avvicinarsi alla sua Opel. Una donna dai lunghi capelli chiari, quasi bianchi scende, apre la portiera, sgancia Gaia dal seggiolino, la prende in braccio a ritorna sulla Renault. Marina urla e corre, corre dietro quella vettura partita a tutta velocità  verso la provinciale. Chiama per nome Gaia, grida, chiede aiuto. Accorrono la guardia giurata che staziona davanti al supermercato e l'agente di polizia locale di Cernusco Elia Varisco che stava effettuando controlli nei pressi del grande parcheggio.

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Il tenente colonnello Alessandro De Angelis, il maresciallo Michele Gerolin
e il capitano Giorgio Santacroce


Compresa la situazione parte l'allarme sul numero di pronto intervento 112 dei carabinieri. In pochi minuti il normale pomeriggio, fatto di verifiche a targhe e nominativi e controlli stradali si trasforma in una gigantesca caccia alla Twingo rossa. Scatta il piano antisequestro, il comando provinciale sotto la guida del tenente colonnello Alessandro De Angelis allerta tutte le radiomobile e le auto delle stazioni disponibili. Il questore Vincenzo Ricciardi ordina la mobilitazione generale. Le volanti coordinate dal capo della squadra mobile Silvio Esposito convergono sul territorio cinturandolo completamente. Intanto gli uomini del nucleo operativo assieme ai marescialli Edonio Pecoraro e Michele Gerolin, attuale comandante della stazione di Casatenovo ma per lunghi anni a capo del presidio di Brivio visionano i nastri delle telecamere esterne. Le immagini non sono buone, le riprese sono lontane e il buio rende difficili le identificazioni. Si nota la Twingo che si avvicina alla Opel, la donna che scende, prende la bimba, risale in macchina e fugge. La targa è irriconoscibile e anche il volto della donna è sfumato.
Ma quel tipo di vettura dice qualcosa ai due sottufficiali. E' una macchina che hanno già  visto da qualche parte. Un'intuizione. Freneticamente telefonano ai vari presidi sanitari. Al Cps trovano conferma che una delle assistite ha per l'appunto una Twingo rossa. A quel punto i sospetti cominciano a prendere forma. I connotati rilevati dalle immagini delle telecamere corrispondono a quelli forniti dal personale del Centro. Mentre l'intero territorio è passato al pettine fitto, mentre decine di carabinieri controllano tutte le Renault Twingo e quattro radiomobili passano al setaccio il campo che i nomadi hanno allestito abusivamente a Sartirana (che poi abbandoneranno frettolosamente) due vetture con i colori d'istituto si portano in Via Stoppani a Olgiate Molgora. Fermano le macchine davanti a una villetta a schiera che confina con la strada statale. Il maresciallo Pecoraro bussa alla porta. Giuseppina non risponde. Ma le luci sono accese e la Twingo è parcheggiata fuori. Il sottufficiale grida di aprire altrimenti faranno irruzione. La donna capisce che la partita è persa e nella confusione della sua mente, inquinata da psicofarmaci e da troppi giorni trascorsi tra la psichiatria di Merate e il Crt di Via San Dionigi a Cernusco, prende Gaia in braccio e apre la porta.
Pecoraro afferra subito la piccina e la stringe a sà©, anche per proteggerla da freddo pungente. Poi risale subito in auto con il collega alla guida che si dirige rapidamente verso il comando di Via Gramsci. L'immagine che resterà  a lungo impressa nella memoria è proprio quella del maresciallo alto e robusto che stringe tra le braccia la bimba. L'auto entra nel cortile del Comando. Sul cancello ad attenderla c'è il comandante Santacroce.


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Dopo pochi minuti arriva la seconda vettura militare con la rapitrice a bordo. Gaia viene riconsegnata a mamma Marina e papà  Adriano che aspettano in caserma, assieme ai di figlioletti maschi, con comprensibile trepidazione. Al comando arrivano anche il colonnello De Angelis e il commissario capo Esposito. Dopo qualche minuto giungono da Roma i complimenti del comandante generale dell'Arma dei carabinieri Gianfrancesco Siazzu. Fuori, sul piazzale, stazione decine di giornalisti, cameraman e cineoperatori. Il Tg1 chiede un'intervista per la diretta. Al microfono si presentano Santacroce e Gerolin.
Poi tutti dentro per la conferenza stampa. In un altro locale, ancora confusa, Giuseppina è tenuta sotto controllo da due militari. L'interrogatorio è tutto sommato breve. La donna forse non si è ancora resa del tutto conto di quanto ha fatto. Le notizie sul suo conto sono molto tristi. La sua è una storia di depressione, ricoveri d'urgenza in psichiatria, forse anche tentativi di suicidio e tanti, tanti psicofarmaci. Ora le indagini del dottor Masini daranno il quadro dentro il quale si è sviluppata la vicenda. E domani probabilmente il fermo sarà  tramutato in arresto. L'accusa, pesantissima, è sequestro di persona.


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