Lecco: ancora ignoto il movente che ha spinto Pasquale Cosco a sparare al Sala

Da sinistra, il dirigente della volante Renato Pecoraro,
il dottor Andrea Atanasio e l'ispettore capo Marco Di Prinzio
Nonostante il lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto da parte del pm Luca Masini nel pomeriggio di lunedì 12 marzo, Pasquale Cosco, il trentaquattrenne che nella mattinata di ieri ha sparato al collega Claudio Sala ferendolo ad una spalla e ha crivellato di colpi l'auto di un altro collega di lavoro, non ha ancora chiarito i motivi che l'hanno spinto al suo folle gesto. Gli investigatori escludono categoricamente la possibilità di un regolamento di conti o di questioni di racket e soprattutto che il fatto sia legato a motivi di lavoro, mentre si sta valutando la pista dei dissapori familiari, di una possibile gelosia. Ripercorriamo gli eventi che hanno portato l'uomo ad essere tratto in arresto con l'accusa di tentato omicidio e di detenzione e porto abusivo d'armi. Verso le 9.45 di lunedì mattina, una dipendente dell'impresa di pompe funebri Vallini e Castagna ha telefonato al 113 segnalando la presenza di un uomo armato che, in uno stato di grande agitazione, era entrato nella sede dell'impresa, in via Fra' Galdino a Pescarenico. Qui l'uomo, terrorizzando le persone presenti, tra le quali il Castagna che, svenendo, è caduto a terra procurandosi una lesione alla testa, ha cercato un dipendente ma, non trovandolo, è uscito e ha esploso 3 colpi verso l'automobile dell'uomo, una fiat Stilo, dopodichè è fuggito a bordo di un'audi A3 nera, la cui targa è stata fornita agli agenti di polizia.

    I proiettili
Subito dopo questa chiamata, al 113 ne è giunta un'altra da parte dell'ospedale che informava del ricovero di un uomo colpito da un'arma da fuoco. L'uomo, Claudio Sala, si trovava presso il cimitero monumentale di Lecco dove stava parlando con un gruppo di conoscenti quando, poco prima delle 9.30, il collega Pasquale Cosco l'ha avvicinato e l'ha trascinato poco distante dal gruppo. Tra i due è iniziata una conversazione molto animata, in cui sono volati anche pesanti insulti, e che si è conclusa con una pallottola esplosa dall'arma di Pasquale Cosco e che ha colpito Claudio Sala mentre questi si stava allontanando, ferendolo lievemente alla schiena. Immediato l'intervento della squadra volante e di quella mobile che, grazie alle testimonianze dei presenti e alla targa dell'auto del fuggitivo, sono risalite alla possibile identità dell'uomo e al suo luogo di residenza, dove si sono recate con alcune vetture. Pasquale Cosco, accortosi del movimento intorno alla propria abitazione, in uno stato di forte agitazione è uscito dalla porta ed è stato immediatamente bloccato dagli agenti. L'uomo ha ammesso quasi subito le proprie responsabilità , senza però fornire una chiara motivazione, anche a causa del suo stato concitato. Presso l'abitazione dell'uomo gli agenti hanno rinvenuto la pistola, un revolver Colt calibro 38 special con la matricola brasa, nascosta sotto una pila di indumenti. L'arma era detenuta dall'uomo illegalmente, senza alcun porto d'armi. Inoltre, essendo stata limata la matricola, non si è potuto risalire all'origine della pistola che, seppure piuttosto malconcia, è perfettamente funzionante. Proprio per accertarne la provenienza e la “storia', l'arma verrà inviata a breve alla Polizia scientifica a Roma, dove verrà sottoposta ad accertamenti ripetibili.
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L'uomo è stato tratto in arresto con l'accusa di tentato omicidio e di detenzione e porto abusivo d'armi. L'arrestato è Pasquale Cosco di Petilia Policastro (Crotone), nato nel 1973 e con precedenti per reati contro il patrimonio, coniugato e padre di famiglia.
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I conoscenti lo descrivono come una persona tranquilla il cui gesto è stato davvero inaspettato. Anche il collega che Pasquale Cosco ha cercato di rintracciare presso la sede dell'impresa di pompe funebri non si spiega il gesto del conoscente. Rimane molto stupore in città per il gesto dell'uomo che, da come ha agito, sembrava volesse uccidere i due colleghi. Fortunatamente, grazie soprattutto all'intervento degli agenti di Polizia che hanno arrestato l'uomo dopo circa 30 minuti dalla telefonata, il terribile avvenimento non è sfociato nella tragedia.
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