Oggiono: Silvia Demciuc, la 25enne trovata morta nei boschi di Parlasco abitava in Via Piave a Imberido ed era sposata con un operaio di Nibionno



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Silvia Demciuc

Abitava ad Oggiono in Via Piave Silvia Demciuc la giovane prostituta ritrovata cadavere nei giorni scorsi in un sacco nei boschi di Parlasco. Avrebbe compiuto 25 anni il prossimo 26 luglio ma la sua ricerca di una vita più agiata rispetto alla natìa Moldavia si è interrotta sulle strade della Brianza. Qui, infatti, Silvia vendeva il suo corpo così come molte altre connazionali ed è forse nel racket della prostituzione che è maturata la sua condanna a morte. Ma un particolare inquietante emerge dal racconto, ancora tutto da verificare, di una vicina di casa che circa tre settimane fa avrebbe notato strani movimenti attorno alla sua abitazione e, giura, nessuno avrebbe mai pensato fosse una prostituta. Silvia Demciuc era stata sposata con un quarantenne, N.M., originario di Nibionno, operaio in un'azienda di materassi. Lei, sempre ben vestita, mai appariscente o volgare, aveva detto di essere una studentessa di giurisprudenza. La vicina di casa la ricorda come una giovane simpatica, educata, “che salutava sempre quando incrociava qualcuno per la strada'. In paese, sempre secondo testimonianze non ufficiali, vivevano da poco in una palazzina di tre piani, con l'intonaco grigio e le imposte verdi. Un'abitazione semplice e decorosa, situata in una zona residenziale di Imberido, in una strada in salita che gode della vista del lago. I due si erano poi separati, pare che Silvia avesse lasciato il marito forse sposato per ottenere la nazionalità  italiana. Lui era ritornato a casa della mamma a Nibionno, dove c'è anche una sorella, disperato per questa perdita. Da tre settimane, a Imberido nessuno aveva più visto anima viva nella casa di Via Piave, fino appunto a domenica, giorno di rinvenimento del cadavere di Silvia nei boschi fra Parlasco ed Esino Lario. Il marito aveva denunciato la scomparsa della consorte lo scorso 12 aprile. La notizia ha lasciato sgomento i vicini di casa che non hanno avuto difficoltà  a riconoscerla dalla fotografia. E un particolare inquietante riemerge alla memoria della vicina. Tre settimane fa, infatti, nelle prime ore della serata una macchina con a bordo due uomini si era fermata davanti alla casa di Silvia e del marito. Dall'auto erano scese due persone, due uomini in abiti civili che avevano scavalcato la recinzione di casa ed erano entrati nel giardino. Sentendo rumori sospetti e vedendo quelle ombre la vicina si era affacciata al balcone e aveva chiesto spiegazione. I due uomini avevano allora estratto un cartellino, mostrandolo da lontano e dicendo di essere due carabinieri in borghese che stavano eseguendo un'ispezione a seguito di un furto. Poi più nulla fino ai giorni scorsi.
Matteo CivilliniLuisa Biella
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