Robbiate: sarà l'esame autoptico a stabilire le cause del decesso di Maria. Gli investigatori interrogano la mamma

Dopo il parto della figlia, la piccola e bella Maria, Simona si trovava in aspettativa e svolgeva attività di supplenza nelle scuole del territorio. Stamane, venerdì 30 maggio, avrebbe dovuto raggiungere il liceo M.G.Agnesi per le nove, orario concordato per tenere la lezione di scienze e biologia agli alunni dello scientifico. Per una urgenza, invece, la donna è stata chiamata a scuola alle 8. Così, puntuale e precisa come la descrivono i colleghi, Simona Verzelletti classe 1969 si è presentata in Via dei Lodovichi, ha parcheggiato la sua autovettura, una Volkswagen Touran ed è entrata nell'istituto. Qui ha tenuto regolarmente le lezioni: nella sua testa un vuoto, una voragine che il suo cuore mai le saprà perdonare. Fuori, sola in auto, legata al seggiolino la sua bambina, Maria Campana, che proprio oggi compiva due anni, moriva. Forse soffocata dal pianto, forse per un arresto cardiocircolatorio: a fugare ogni dubbio ci penserà l'autopsia disposta per la giornata di sabato 31 maggio. Inutile la corsa all'ospedale di mamma e papà : alle 13.30, orario del suo ingresso al Mandic, il suo cuoricino ha già smesso di battere. Quando attorno alle 8 la baby sitter non l'ha vista arrivare si è subito allarmata e ha iniziato a chiamare la donna sul cellulare. Una, due, tre volte senza però ricevere alcuna risposta. La ragazza, allora, preoccupata chiama casa Campana in Via Fratelli Cervi a Robbiate. Anche qui il telefono squilla a vuoto finchè, dopo diversi tentativi, la giovane decide di lasciare un messaggio e chiedere spiegazioni sul perchè di quell'assenza. Ad ascoltare il messaggio è il papà , Sergio Campana, ricercatore presso l'osservatorio astronomico di Brera, che è rincasato per il pranzo. La luce del telefono lampeggia: è la baby sitter che chiede spiegazioni. Un tuffo al cuore. L'uomo cerca la moglie sul cellulare, senza trovarla. Prova allora con il centralino della scuola, chiede di parlare con urgenza con la moglie Simona. Non appena la donna sente la voce del marito che chiede della figlia si sente mancare. Corre nel cortile, apre la macchina e vede Maria immobile nel suo seggiolino. Si mette alla guida e senza pensarci corre a casa dal marito. Qui l'uomo comprende la gravità della situazione e si dirige con la piccola e la moglie verso il Mandic. Quando varcano la soglia del pronto soccorso sono circa le 13.30. Affannati, in preda all'angoscia affidano il corpicino della loro bambina ai sanitari. Dai reparti il medico del pronto soccorso fa accorrere cardiologo, rianimatore, pediatra.

Tutti al capezzale di Maria, nel disperato tentativo di insufflare nuovamente la vita nel suo corpicino immoto. Ma ormai è troppo tardi. Maria ha già smesso da un pezzo di respirare. Le manovre di rianimazione procedono quasi con rabbia, con l'impotenza di chi sa che c'è solo spazio per il miracolo ma non demorde, nulla lascia intentato. Intanto arrivano i carabinieri. Il primo a entrare è il capitano Giorgio Santacroce, comandante della Compagnia. Davanti ai suoi occhi di ufficiale e padre il corpo senza vita della bella Maria; una scena che mai riuscirà a dimenticare. Il Capitano e i suoi uomini iniziano a raccogliere le deposizioni mentre a Merate arriva anche il sostituto procuratore Luca Fuzio che poi iscriverà Simona Verzelletti nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo. I genitori straziati lasciano l'ospedale da un'uscita secondaria. Poi nuovamente in caserma per le testimonianze davanti al magistrato. Si tratta di ricostruire ora per ora l'intera giornata, con spostamenti, contatti, azioni. Domani l'esame autoptico dirà qualcosa di più sulle cause del decesso. La vicenda appare oggettivamente assurda, eppure trova conferme pur nella sua incredibile tragicità . Il telefonino aveva installata la funzione "silenzioso" per questo le numerose chiamate della baby sitter sono andate a vuoto. Increduli e sotto choc i colleghi di lavoro che la descrivono come una persona dolce, molto equilibrata. Il professor Vincenzo Baccaro, amico di famiglia, non ha parole, è costernato: una collega tranquilla, a modo, nulla che potesse denotare segni di instabilità . Nei giorni scorsi alcuni suoi ex alunni l'avevano anche vista passeggiare per le strade del centro di Merate con il passeggino e la sua bimba. Quella bambina che oggi, proprio oggi doveva spegnere due candeline sulla torta di compleanno. E che invece se n'è andata dopo un brevissimo viaggio terreno.
Luisa BiellaSaba Viscardi