Castello: il sindaco De Capitani contro l'opera ``amorale`` di un giovane artista




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A sinistra Davide Mauri, nella locandina della Rassegna

``Din Don D'arte`` e a destra il sindaco Luigia De Capitani



Lui si chiama Davide Giuseppe Mauri ed è un artista ventottenne di Ello, vicino ad Oggiono. Lei è il sindaco di Castello Brianza Luigia De Capitani.
Un'opera di Davide li ha fatti incontrare, o meglio, scontrare. Il primo cittadino di Castello, infatti, ha negato all'artista l'autorizzazione ad esporre il proprio lavoro all'interno della Rassegna “Din Don D'arte', inaugurata sabato 14 nella Villa Bertarelli di Galbiate. Tacciata di immoralità , l'opera incriminata era presente all'esposizione, ma coperta da un telo nero, con in bella vista la diffida del sindaco, che, se non rispettata, avrebbe potuto sfociare nella denuncia, e la riposta “Si fida?' stilata da Davide Mauri.

'opera, da titolo “Cellula Staminale DGM, installazione', è una fotografia di circa 3 metri per 1, rappresentante il ragazzo nudo, in posizione fetale, sulla tomba dei genitori, morti nel 1997. L'accusa del sindaco De Capitani sarebbe quella di amoralità , in quanto, per la realizzazione della foto, si è usato il suolo pubblico del cimitero di Castello Brianza. Il luogo, infatti, per il suo carattere di sacralità , vieta la realizzazione, al suo interno, di foto o di rappresentazioni di nudo, che “offendono la morale pubblica'. Davide, però, come ha specificato nella sua risposta al primo cittadino, aveva regolarmente chiesto in comune il permesso, che gli era stato accordato senza particolari problemi, con la sola clausola di recarsi al cimitero durante l'orario di chiusura.


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Cellula staminale di Davide Mauri,
coperta da un telo nero


Di fronte all'impossibilità  di mostrare al pubblico la sua opera, l'artista ha deciso di integrare la diffida nell'opera stessa, esponendo la comunicazione del comune davanti alla sua fotografia coperta da un telo nero. Una soluzione decisamente indovinata che, seppure diversa dall'idea originale, mantiene una grande potenza visiva e semantica, anche grazie all'installazione di una registrazione audio che, come in una litania funebre, diffonde la nenia “cellula cardiaca, intercedi per me; cellula muscolare, intercedi per me; cellula ossea, intercedi per me'¦'. D'altra parte, l'intenzione dell'artista era quella di portare a compimento un percorso personale di riavvicinamento al nucleo famigliare, già  iniziato in precedenza, senza alcuna


Priscilla Mancini
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