Kjell Ola Dahl, definito in Norvegia, il miglior “giallista' si racconta




IMG_0829.JPGKjell Ola Dahl


L'ultima giornata della manifestazione letteraria "La Passione per il Delitto" ha permesso al pubblico intervenuto, di conoscere personalmente lo scrittore norvegese Kjell Ola Dahl, in uscita questi giorni in Italia con il suo nuovo romanzo poliziesco "L'uomo in vetrina", edito da "Marsilio Edizioni". Psicologo e giurista, nonchè ex-insegnante, l'autore è considerato in Norvegia il miglior scrittore di gialli letterari di tutti i tempi. I suoi libri di maggior successo (anche internazionale) sono quelli relativi alle indagini del Commissario Gunnarstranda e del suo assistente Frolich, protagonisti anche del romanzo presentato ieri durante la manifestazione.



Da dove nasce l'ispirazione per le sue storie?
Principalmente, mi ispiro a tutto ciò che leggo nelle riviste, nei quotidiani, nei magazine e nei libri. Mi interessa l'attualità , lo spunto di partenza mi viene dato da qualcosa che colpisce la mia attenzione quando leggo. Per questo libro ("L'uomo in vetrina") mi sono ispirato ad una storia d'amore letta in un magazine, poi ho sviluppato la mia trama. Naturalmente per poter offrire una condizione realistica ad una storia d'investigazione è necessario conoscere le dinamiche di lavoro della polizia, quindi mi sono informato tramite un funzionario delle forze dell'ordine mio amico che mi ha illustrato in dettaglio come avvengono gli interrogatori dei sospettati, le rilevazioni scientifiche ecc...


Quali sono le motivazioni alla base della scelta del genere poliziesco?
In realtà  i miei libri spaziano anche in generi letterari diversi da quello poliziesco, semplicemente per questo mio nuovo romanzo ho voluto provare questo genere. Mi piace leggere i libri gialli perchè non affrontano superficialmente i temi, narrano di una vicenda mostrandone i particolari, sono storie affascinanti che coinvolgono il lettore, piacevoli da raccontare e da leggere.


Esiste un messaggio, una morale, che tramite questo romanzo vuole comunicare al lettore?
Direi di no, non c'è un vero e proprio messaggio per il lettore. Ho deciso che il mio scopo in questo libro dovesse essere semplicemente l'intrattenimento del lettore, raccontandogli una storia avvincente di cui scoprire l'epilogo. Comunque, le storie poliziesche solitamente riescono a toccare il lettore, a trasmettergli delle emozioni.


A suo parere, quali sono le motivazioni alla base del recente successo di molti autori norvegesi in Europa?
Sicuramente è stato fatto un ottimo lavoro di marketing che ha saputo promuoverci e diffondere l'interesse nei lettori per il nostro modo di scrivere. Probabilmente, riusciamo a scrivere storie che non sono solo azione, ma che riescono invece a trattare temi d'attualità  e situazioni sociali molto sentite dai nostri lettori, argomenti che si riflettono nell'ambito sociale, questioni che accomunano i lettori europei.


Chi sono i suoi principali autori a cui si ispira come metodo di scrittura e formulazione della trama?
Sono moltissimi gli scrittori da cui ho tratto ispirazione, non esiste un autore particolare che tendo a seguire. Ho letto molte opere di scrittori come il vostro Andrea Camilleri, di cui apprezzo molto il personaggio "Montalbano", gli scritti di Charles Dickens e dello scrittore francese Balzac. Come ho già  detto, mi ispirano molto anche le letture delle riviste di attualità .

R.P.
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