Cortenuova: 170 anni fa nacque Gaetano Casati noto esploratore che visse gli ultimi anni in paese




casati6.jpgGaetano Casati


Nacque 170 anni fa a Triuggio e un volume che racconta la sua celeberrima "missione" nel continente africano è all'asta persino su Ebay. Stiamo parlando di Gaetano Casati, l'esploratore che visse gli ultimi anni della propria vita a Cortenuova di Monticello, in una signorile villa di Via San Michele che ancora oggi porta una lapide in suo ricordo. Esattamente 20 anni fa l'allora sindaco di Monticello Vittorio Cazzaniga, presentò alla cittadinanza un volume interamente dedicato alle imprese intercontinentali dell'illustre concittadino.
Nato a Lesmo (proprio a due passi dalla futura curva dell'autodromo) il 4 settembre 1838 prese parte alla seconda guerra di indipendenza e nel 1866, come ufficiale e combattà© pure nella terza. Ma una volta unificata l'Italia, sopiti i grandi ideali risorgimentali nell'italietta che ne seguì, il suo istinto irrequieto non resistette all'uggia e al trantran di allora: il desiderio di nuovo e il mal d'Africa improvvisamente lo assalse.
Partì per l'Africa per conto della Società  di esplorazione commerciale dell'Africa sorta a Milano e insieme a Romolo Gessi di Ravenna si adoperò alla repressione del traffico degli schiavi in Sudan. Mandato dal Gessi in missione fra i Niam-Niam e i Mombuttù, rimase là  dal 1882 al 1889, dopo aver attraversato i territori dell'Alto Nilo.




 


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Il volume venduto su Ebay


 


In una missione dell'Unioro, datata 1886-1888, fu tenuto prigioniero dal Sultano di quel luogo e finì più di una volta in pericolo di morte.Si trovava da quelle parti il celebre esploratore Henry Morton Stanley, il quale, come corrispondente del famoso giornale "New York Herald", aveva avuto l'incarico di recarsi alla ricerca del Dottor David Livingstone, sperduto in qualche zona remota dell'Africa e del quale da molto tempo non si avevano più notizie.


 


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L'abitazione di Cortenuova dove visse Casati


Durante la guerra del Sudan, Casati, prigioniero con Emin Pascià  presso il lago Alberto, riuscì a fuggire aiutato da indigeni fra i quali un certo Mabù, mentre giungeva Stanley a liberarlo.
Gaetano Casati è celebre anche per essere stato il primo a segnalare l'esistenza del Ruwenzori, una delle più alte montagne dell'Africa fra i laghi Alberto e Alberto Edoardo. Sarebbe spettato a lui dunque il diritto e l'onore di dargli il nome, che invece fu scelto dall'esploratore Stanley.


 


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Casati con la figlia adottiva e le due sorelle a Cortenuova, poco prima della morte


Nel 1889 Gaetano Casati con Emin Pascià  e Stanley tornò in Europa. Le sue memorie, Dieci anni in Equatoria, furono tradotte in varie lingue europee. E proprio dalla Germania che è stato messo all'asta online il suddetto volume, acquistabile attualmente per la cifra di 35 euro.
Rientrò in Italia con un seguito di servi africani e una bimba ugandese di nome Amina, figlia di Mabù, che venne poi adottata assumendo di diritto il cognome Casati, e si ritirò nella casa di ponte Albiate per stabilirsi in seguito a Rancate. Morì a Cortenuova il 7 marzo 1902 e venne sepolto a Triuggio.
Per ricordarlo, nel 150esimo anno dalla sua nascita, l'amministrazione di Monticello allora guidata da Vittorio Cazzaniga, commissionò allo storico casatese Sandro Pirovano la redazione di un volume biografico in sua memoria, che rappresenta una delle uniche raccolte esistenti sulla vita dell'esploratore.


 


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La lapide installata nel 1902 sull'abitazione di Cortenuova


Nel medesimo anno, la scuola media monticellese, di recentissima edificazione venne intitolata proprio a Casati, la cui figura è quindi marcata in modo indelebile nel paese che lo ospitò negli ultimi anni della sua vita, anche se la sua storia rimane comunque velata da un alone di mistero.
"Dedicheremo il giusto spazio a Casati nel libro che stiamo realizzando sulla storia di Monticello - ci ha spiegato il sindaco Mario Villa - e sarà  il nostro modo di commemorare un personaggio così importante per la storia mondiale che il nostro paese ha il vanto di aver ospitato".


Gloria Crippa
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