Strage di Gaza: Luciano Gulli de “Il Giornale' e il volontario Vittorio Arrigoni raccontano la guerra




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L'emergenza umanitaria nella striscia di Gaza, sottoposta a una violenta offensiva da ormai 14 giorni è ormai così insostenibile che anche gli Stati Uniti ieri sono intervenuti, chiedendo una tregua umanitaria concordata ogni giorno per tre ore per lasciar passare gli aiuti e permettere il soccorso delle vittime. Il bilancio di questa tragedia nel frattempo continua a salire: i morti sono arrivati quasi ad 800 unità , circa 3.500 i feriti.
Attimi drammatici quelli che si stanno vivendo nella "striscia", testimoniati in maniera differente, da due casatesi. Stiamo parlando di Vittorio Arrigoni di Bulciago e Luciano Gulli di Barzanò, giornalista de "Il Giornale".
Il 33enne bulciaghese, figlio del sindaco Egidia Beretta ha fatto ritorno a Gaza lo scorso 25 dicembre, per proseguire l'attività  di volontariato iniziata la scorsa estate e bruscamente sospesa con il suo arresto.
Con alcuni amici provenienti da tutto il mondo e appartenenti al Free Gaza Movement, Vittorio era sbarcato per manifestare proprio contro l'assedio di Israele; dopo settimane passate aiutando la popolazione palestinese nell'ottenimento di alcuni diritti al limite del sacrosanto essere umani, il giovane era stato ferito in mare dopo un attacco ordito da Israele, finendo poi arrestato e rimpatriato dopo qualche giorno di prigione. E' durata poco però, la sua permanenza a Bulciago. Vittorio ha fatto ben presto ritorno a Gaza, trovandosi faccia faccia con il bombardamento aereo israeliano, nel nord della Striscia di Gaza.


 


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Vittorio Arrigoni, primo a sinistra in un'immagine dello sbarco a Gaza della scorsa estate


Nonostante sia da tempo inserito nella "lista nera" dei servizi segreti americani, il giovane ha deciso di rimanere laggiù, a costo di mettere a repentaglio la propria vita. Attraverso il proprio blog, Arrigoni denuncia, con immagini e parole, gli orrori di una guerra che sta strappando alla vita, madri innocenti e i propri bambini. Come  fa in questo breve racconto: "Siamo arrivati a quota 688 vittime, 3070 i feriti, 158 i bambini uccisi, decine e decine i dispersi. Solo nella giornata di ieri si sono contati 83 morti, 80 dei quali civili. Il computo delle vittime civile israeliane, fortunatamente, è fermo a quota 4. Recandomi verso l'ospedale di Al Quds dove sarò di servizio sulle ambulanze tutta la notte, correndo su uno dei pochi taxi temerari che zigzagando ancora sfidano il tiro a segno delle bombe, ho visto fermi ad una angola di una strada un gruppo di ragazzini sporchi, coi vestiti rattoppati, tali e quali i nostri sciuscià  del dopoguerra italiano, che con delle fionde lanciavano pietre verso il cielo, in direzione di un nemico lontanissimo e inavvicinabile che si fa gioco delle loro vite. La metafora impazzita che fotografa l'assurdità  di questa di tempi e di questi luoghi".
A testimoniare la guerra a Gaza, anche se dall'esterno della "striscia", è  il barzanese Luciano Gulli, inviato de "Il Giornale". Residente a Barzanò da diversi anni, il cronista ha lanciato quest'oggi un'esclusiva sulle colonne del quotidiano, denunciando un'incredibile verità  riguardo agli aiuti inviati a Gaza dalla Croce Rossa Internazionale. Sotto agli occhi di Gulli, insieme a latte, biscotti e scatolette sono infatti spuntati dei cartoni contenenti delle divise militari, dai berretti alle calze.


 


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Luciano Gulli


Nell'articolo il barzanese cerca di capire come sono finiti questi "abiti da lavoro" nel convoglio della Croce Rossa. Un carico di 60 scatoloni parcheggiato in attesa che si concluda l'indagine. Gulli racconta cosa accade quando arrivano gli aiuti al centro di Karem Shalom. In quella giornata erano arrivati 64 tir.
Non è la prima volta che il barzanese, residente nella frazione di Torricella, si reca in zone "calde". Nel marzo 2003, insieme ad altri sei giornalisti era stato "sequestrato" per qualche ora a Bassora, dalla polizia irachena.


G.C.
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