Viaggio nel sociale/5: Mater Vitae dal '92 casa di accoglienza per ragazze madri e donne con figli che necessitano un aiuto
Continua il nostro viaggio fra le diverse strutture socio-assistenziali e comunità di accoglienza presenti sul territorio.
Dopo Monticello e Nibionno, ci spostiamo a Casatenovo dove è presente la casa di accoglienza gestita dall'associazione "Mater Vitae" a Cascina Levada.
La comunità è nata negli anni ‘90 grazie al contributo di due ostetriche, Rosa Nardelli e Nicoletta De Lorenzi, le quali, dopo essersi dedicate per alcuni anni al sostegno di madri nubili presso il Centro di Aiuto alla Vita di Besana Brianza, hanno realizzato quello che da sempre era il loro desiderio: dar vita cioè ad una casa di accoglienza concepita non solo come luogo fisico in risposta al bisogno immediato, ma anche e soprattutto come luogo di incontro.
"Volevamo fare qualcosa insieme che ci permettesse di dedicare il nostro tempo libero alla difesa della vita" ha così esordito l'ostetrica Rosa Nardelli "ma non sapevamo come fare. Abbiamo provato diverse soluzioni, visitato le altre comunità per avere un'idea da cui partire".
Dopo numerose difficoltà, nel 1992 è stata inaugurata la prima casa, un appartamento riservato in passato alle suore e messo a disposizione da don Franco Molteni, l'allora parroco di Campofiorenzo. "Don Franco ha accolto subito l'idea" ci ha spiegato Rosa Nardelli "non sono mancate le difficoltà ma ce l'abbiamo fatta".
La casa doveva però rispettare degli standard per le comunità alloggio previsti dalle normative nazionali e regionali: per questo motivo, con la crescita delle necessità e delle richieste, l'appartamento di Campofiorenzo non era più sufficiente. Circa 10 anni fa quindi l'Associazione Mater Vitae ha ottenuto il trasferimento nella ristrutturata Cascina Levada a Casatenovo, grazie all'interessamento dell'Amministrazione comunale.
"La struttura non ci è stata regalata" ha ribadito Rosa Nardelli "abbiamo partecipato ad un bando proposto dal Comune e lo abbiamo vinto".
La casa di accoglienza si è potuta così sviluppare, usufruendo di spazi più grandi e sempre più adeguati ad ogni tipo di comfort. Mater Vitae è da sempre una comunità alloggio di tipo educativo per 10 persone, che garantisce l'ospitalità durante l'arco di tutta la giornata e dell'anno, grazie alla costante presenza di personale assunto e qualificato: oltre ad un responsabile, sono infatti presenti 24 ore su 24 assistenti sociali, consulenti, 4 educatori e diversi volontari. L'associazione accoglie donne maggiorenni o minorenni, in gravidanza ma non solo.
"Nel corso degli anni la domanda è un po' cambiata" ha proseguito la Nardelli "Ora non accogliamo solo mamme in attesa, ma anche donne con bambini già nati". All'interno della casa viene seguito un modello famigliare, che consente alle ospiti, accompagnate dall'equipe educativa, di diventare protagoniste della vita della casa: "Qui si vive" ci ha spiegato la dottoressa responsabile della casa "si impara a cucinare, a pulire, a fare insomma tutto quello che una mamma fa a casa propria. Niente viene fatto in maniera artificiale: è una casa, e vuole esserlo a tutti gli effetti".
La struttura è tutta su un piano ed è così composta: cinque camere da letto per le mamme ed i loro bambini, una camera per il personale, tre bagni, una lavanderia, un guardaroba, una cucina, una dispensa, una sala da pranzo, un salotto, uno spazio gioco per i bimbi, una stanza per incontrare gli ospiti in visita ed un terrazzo coperto con area attrezzata per i bambini. Una novità di questi ultimi anni è rappresentata dalle famiglie d'appoggio e d'affido, un vero e proprio punto di riferimento per le mamme ospiti della casa: "Oltre alla questione famiglie è nato lo spazio neutro, un luogo dove poter fare incontri protetti" ci ha spiegato la Nardelli "poi, Casa Verde a Missaglia, e la rete salute, una sorta di consorzio di comuni che gestiscono insieme alcuni spazi del sociale".
Un impegno quotidiano dunque per chi partecipa direttamente alla vita della casa, ma che nonostante i sacrifici porta molte soddisfazioni: "Io e Nicoletta non ci siamo mai tirate indietro, abbiamo sempre voluto partecipare alla vita della comunità" ci ha spiegato Rosa Nardelli "e questo è stato fondamentale per le mamme, ma anche per noi, a livello di un tornaconto non tanto in denaro, ma come soddisfazione personale".
Ultimamente è emersa però una grande necessità di tipo economico: "Là dove non ci sono risorse umane, ci sono situazioni di donne sole, alle quali vengono tolti i figli con l'affido o l'adozione. Per noi la relazione con la madre è importantissima e desideriamo che ci sia una possibilità anche per queste mamme una volta uscite dalla casa. E' una sfida: dei minori ci sarà sempre qualcuno pronto ad occuparsi, degli adulti invece no" ha concluso Rosa Nardelli.
Dopo Monticello e Nibionno, ci spostiamo a Casatenovo dove è presente la casa di accoglienza gestita dall'associazione "Mater Vitae" a Cascina Levada.
La comunità è nata negli anni ‘90 grazie al contributo di due ostetriche, Rosa Nardelli e Nicoletta De Lorenzi, le quali, dopo essersi dedicate per alcuni anni al sostegno di madri nubili presso il Centro di Aiuto alla Vita di Besana Brianza, hanno realizzato quello che da sempre era il loro desiderio: dar vita cioè ad una casa di accoglienza concepita non solo come luogo fisico in risposta al bisogno immediato, ma anche e soprattutto come luogo di incontro.
Veduta aerea di Cascina Levada, sede della casa di accoglienza Mater Vitae
"Volevamo fare qualcosa insieme che ci permettesse di dedicare il nostro tempo libero alla difesa della vita" ha così esordito l'ostetrica Rosa Nardelli "ma non sapevamo come fare. Abbiamo provato diverse soluzioni, visitato le altre comunità per avere un'idea da cui partire".
Dopo numerose difficoltà, nel 1992 è stata inaugurata la prima casa, un appartamento riservato in passato alle suore e messo a disposizione da don Franco Molteni, l'allora parroco di Campofiorenzo. "Don Franco ha accolto subito l'idea" ci ha spiegato Rosa Nardelli "non sono mancate le difficoltà ma ce l'abbiamo fatta".
La casa doveva però rispettare degli standard per le comunità alloggio previsti dalle normative nazionali e regionali: per questo motivo, con la crescita delle necessità e delle richieste, l'appartamento di Campofiorenzo non era più sufficiente. Circa 10 anni fa quindi l'Associazione Mater Vitae ha ottenuto il trasferimento nella ristrutturata Cascina Levada a Casatenovo, grazie all'interessamento dell'Amministrazione comunale.
"La struttura non ci è stata regalata" ha ribadito Rosa Nardelli "abbiamo partecipato ad un bando proposto dal Comune e lo abbiamo vinto".
La casa di accoglienza si è potuta così sviluppare, usufruendo di spazi più grandi e sempre più adeguati ad ogni tipo di comfort. Mater Vitae è da sempre una comunità alloggio di tipo educativo per 10 persone, che garantisce l'ospitalità durante l'arco di tutta la giornata e dell'anno, grazie alla costante presenza di personale assunto e qualificato: oltre ad un responsabile, sono infatti presenti 24 ore su 24 assistenti sociali, consulenti, 4 educatori e diversi volontari. L'associazione accoglie donne maggiorenni o minorenni, in gravidanza ma non solo.
"Nel corso degli anni la domanda è un po' cambiata" ha proseguito la Nardelli "Ora non accogliamo solo mamme in attesa, ma anche donne con bambini già nati". All'interno della casa viene seguito un modello famigliare, che consente alle ospiti, accompagnate dall'equipe educativa, di diventare protagoniste della vita della casa: "Qui si vive" ci ha spiegato la dottoressa responsabile della casa "si impara a cucinare, a pulire, a fare insomma tutto quello che una mamma fa a casa propria. Niente viene fatto in maniera artificiale: è una casa, e vuole esserlo a tutti gli effetti".
La struttura è tutta su un piano ed è così composta: cinque camere da letto per le mamme ed i loro bambini, una camera per il personale, tre bagni, una lavanderia, un guardaroba, una cucina, una dispensa, una sala da pranzo, un salotto, uno spazio gioco per i bimbi, una stanza per incontrare gli ospiti in visita ed un terrazzo coperto con area attrezzata per i bambini. Una novità di questi ultimi anni è rappresentata dalle famiglie d'appoggio e d'affido, un vero e proprio punto di riferimento per le mamme ospiti della casa: "Oltre alla questione famiglie è nato lo spazio neutro, un luogo dove poter fare incontri protetti" ci ha spiegato la Nardelli "poi, Casa Verde a Missaglia, e la rete salute, una sorta di consorzio di comuni che gestiscono insieme alcuni spazi del sociale".
Un impegno quotidiano dunque per chi partecipa direttamente alla vita della casa, ma che nonostante i sacrifici porta molte soddisfazioni: "Io e Nicoletta non ci siamo mai tirate indietro, abbiamo sempre voluto partecipare alla vita della comunità" ci ha spiegato Rosa Nardelli "e questo è stato fondamentale per le mamme, ma anche per noi, a livello di un tornaconto non tanto in denaro, ma come soddisfazione personale".
Ultimamente è emersa però una grande necessità di tipo economico: "Là dove non ci sono risorse umane, ci sono situazioni di donne sole, alle quali vengono tolti i figli con l'affido o l'adozione. Per noi la relazione con la madre è importantissima e desideriamo che ci sia una possibilità anche per queste mamme una volta uscite dalla casa. E' una sfida: dei minori ci sarà sempre qualcuno pronto ad occuparsi, degli adulti invece no" ha concluso Rosa Nardelli.
Simona Alagia