Costa M.: la Costa Rail riapre con gli stessi problemi. Ancora 'congelate' le commesse
"Purtroppo dall'incontro di aggiornamento di questa mattina è emerso che ad oggi persistono le stesse problematiche che sussistevano a fine luglio". Con queste parole Massimo Sala, Fiom-Cgil, si è espresso a proposito della incerta situazione della RSI l'azienda di Costa Masnaga, ex Costa Rail, specializzata nella produzione di materiale ferroviario e tranviario.
Dopo la definitiva chiusura della divisione Badoni-Costameccanica avvenuta nei mesi scorsi, il futuro infatti non pare roseo neppure per l'azienda "sorella" Rsi, un tempo riunite sotto lo stesso marchio di Officine Costamasnaga. Fulcro del problema restano le due commesse milionarie per Trenitalia che continuano ad essere congelate.
La prima commessa è in produzione ma a quanto pare è stata congelata a seguito del contenzioso nato tra Corifer (consorzio composto da Fervet Spa, Officine Ferroviarie Veronesi Spa, Magliola Antonio e Figli Spa e RSI Italia Rail Service International Spa), vale a dire il soggetto giuridico che si è aggiudicato l'appalto, e Trenitalia.
"Si tratta di 19 carrozze già in produzione e in fase di completamento" ha spiegato Sala. "Ma a seguito del contenzioso (ancora in atto e che non si sa come e quando si risolverà) Trenitalia ha congelato i pagamenti e di conseguenza Rsi ha bloccato la produzione".
Stessa sorte anche per la seconda commessa: la produzione di 45 (poi divenute 35) carrozze letto. "Una commessa, già aggiudicatasi da Rsi e che Trenitalia tiene bloccata da cinque anni, che garantirebbe almeno un anno di lavoro all'azienda" hanno commentato i metalmeccanici.
Notizie più positive invece sembrerebbero emergere per quanto riguarda la commessa per la produzione di due treni per la Ferrovia Circumetnea di Catania. "Domani è previsto un incontro Catania per perfezionare la commessa, ma prima di poter concretizzare la produzione passeranno alcuni mesi. Il rischio è che si debba attendere fino alla prossima primavera-estate" ha spiegato Sala.
Una prospettiva che resta dunque difficile per quest'azienda storica, che durante i suoi tempi d'oro, contava circa 500 dipendenti.
Attualmente la Rsi conta 280 lavoratori in tutta Italia, di cui ben 150 a Costa Masnaga. E per loro le prospettive restano difficili. "Fino al 30 ottobre i dipendenti saranno in cassa integrazione ordinaria. Attualmente circa il 90% dell'organico è fermo e non si sa con quali prospettive".
Anche per l'azienda stessa la situazione non è semplice. "L'azienda è stata venduta con un certo portafoglio che attualmente è stato concretizzato più o meno al 30%" ha spiegato Massimo Sala. "Rsi sembra interessata a ritagliarsi anche altri spazi sul mercato. L'intenzione è quella di attuare programmi di riqualificazione professionale dei dipendenti per essere pronti, nel momento in cui dovessero altre commesse, ad altri tipi di produzione".
Il problema tuttavia resta quello dei rapporti con Trenitalia. "Chiederemo chiarimenti al Ministero del Lavoro per capire quali sono le prospettive, non soltanto per questa azienda ma anche per altre realtà del settore, pare infatti che si tratti di un "pantano" che rischia di coinvolgere l'intero settore a livello nazionale" ha concluso Sala, aggiungendo anche una nota polemica. "Ho contattato personalmente Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, e Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia, con una lettera datata 20 luglio. A tutt'oggi non è ancora arrivata nessuna risposta".
Dopo la definitiva chiusura della divisione Badoni-Costameccanica avvenuta nei mesi scorsi, il futuro infatti non pare roseo neppure per l'azienda "sorella" Rsi, un tempo riunite sotto lo stesso marchio di Officine Costamasnaga. Fulcro del problema restano le due commesse milionarie per Trenitalia che continuano ad essere congelate.
La prima commessa è in produzione ma a quanto pare è stata congelata a seguito del contenzioso nato tra Corifer (consorzio composto da Fervet Spa, Officine Ferroviarie Veronesi Spa, Magliola Antonio e Figli Spa e RSI Italia Rail Service International Spa), vale a dire il soggetto giuridico che si è aggiudicato l'appalto, e Trenitalia.
"Si tratta di 19 carrozze già in produzione e in fase di completamento" ha spiegato Sala. "Ma a seguito del contenzioso (ancora in atto e che non si sa come e quando si risolverà) Trenitalia ha congelato i pagamenti e di conseguenza Rsi ha bloccato la produzione".
Stessa sorte anche per la seconda commessa: la produzione di 45 (poi divenute 35) carrozze letto. "Una commessa, già aggiudicatasi da Rsi e che Trenitalia tiene bloccata da cinque anni, che garantirebbe almeno un anno di lavoro all'azienda" hanno commentato i metalmeccanici.
Notizie più positive invece sembrerebbero emergere per quanto riguarda la commessa per la produzione di due treni per la Ferrovia Circumetnea di Catania. "Domani è previsto un incontro Catania per perfezionare la commessa, ma prima di poter concretizzare la produzione passeranno alcuni mesi. Il rischio è che si debba attendere fino alla prossima primavera-estate" ha spiegato Sala.
Una prospettiva che resta dunque difficile per quest'azienda storica, che durante i suoi tempi d'oro, contava circa 500 dipendenti.
Attualmente la Rsi conta 280 lavoratori in tutta Italia, di cui ben 150 a Costa Masnaga. E per loro le prospettive restano difficili. "Fino al 30 ottobre i dipendenti saranno in cassa integrazione ordinaria. Attualmente circa il 90% dell'organico è fermo e non si sa con quali prospettive".
Anche per l'azienda stessa la situazione non è semplice. "L'azienda è stata venduta con un certo portafoglio che attualmente è stato concretizzato più o meno al 30%" ha spiegato Massimo Sala. "Rsi sembra interessata a ritagliarsi anche altri spazi sul mercato. L'intenzione è quella di attuare programmi di riqualificazione professionale dei dipendenti per essere pronti, nel momento in cui dovessero altre commesse, ad altri tipi di produzione".
Il problema tuttavia resta quello dei rapporti con Trenitalia. "Chiederemo chiarimenti al Ministero del Lavoro per capire quali sono le prospettive, non soltanto per questa azienda ma anche per altre realtà del settore, pare infatti che si tratti di un "pantano" che rischia di coinvolgere l'intero settore a livello nazionale" ha concluso Sala, aggiungendo anche una nota polemica. "Ho contattato personalmente Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, e Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia, con una lettera datata 20 luglio. A tutt'oggi non è ancora arrivata nessuna risposta".
M.M.