
Cristina Pozzi e Elena Grebaz
Coinvolge anche la scuola media Don Bosco di Costa Masnaga l'annoso problema dei tagli all'istruzione che sta mettendo in ginocchio e nello stesso momento mobilitando l'intera provincia di Lecco e le zone limitrofe. Unanime arriva la richiesta dei docenti di rendere nota la difficoltosa situazione in cui si ritrovano ad operare, non riuscendo quindi a garantire un servizio di qualità ai tanti bambini e ragazzini presenti. Aumentano gli alunni per classe, gli stranieri da integrare e alfabetizzare ma nello stesso tempo diminuiscono le attività da svolgere, i finanziamenti e il personale docente. Così, se gli scioperi non bastano, la decisione di colpire direttamente il mercato esterno arriva chiaro: gite scolastiche sospese. Una decisione presa con sofferenza, ma che può forse rappresentare uno spiraglio di luce e dare un forte segnale anche ai genitori.
"Capiamo che questa decisione può essere interpretata male, ma abbiamo bisogno che i genitori conoscano e sappiano che il servizio sta diventando scadente ma non per colpa nostra - ha puntualizzato Elena Grebaz, insegnante di lingue -
Preferiamo restare e combattere perché la nostra scuola sia sempre migliore ma siamo in difficoltà a causa dei tagli e delle nuove normative ministeriali. La sospensione delle gite vuole essere un chiaro segno che possa comportare ricadute anche all'esterno, soprattutto dal punto di vista economico". Verranno invece mantenute le visite di istruzione di metà giornata e i progetti didattici e di orientamento già avviati, ma l'intenzione di esporre il problema anche alle persone non direttamente coinvolte e ai genitori resta forte e chiaro. L'obiettivo è quello di mantenere alto lo standard ma "
siamo costretti a cercare degli sponsor per fare ciò che ci viene richiesto da parte di chi per primo ci taglia i fondi. Crediamo nella scuola e vogliamo rimanere, ma la realtà è sempre più difficile da gestire. Se non fossimo stati aiutati dal Comune, non avremmo neppure le poche cose che siamo riusciti ad ottenere". Per non parlare degli scatti di anzianità congelati e del riconoscimento sociale ed economico che oggi ha il docente.
"Continueremo ad insegnare senza abbandonare i nostri obiettivi, facendo di tutto per questi ragazzi che si trovano tra l'altro in una fascia di età molto delicata".
Aumentano anche i ragazzi stranieri che, non frequentando le ore di religione, si ritrovano a girovagare nell'atrio, quando prima a seguirli c'era invece un'insegnante, e aumentano anche le classi che un docente si trova costretto a seguire in mancanza di organico. Tra le varie proposte avanzate, anche quella di unirsi al coordinamento provinciale per la difesa e la dignità della scuola che intende organizzare azioni di dissenso in occasione della festa della scuola del prossimo 2 ottobre, dichiarando che
"nulla c'è da festeggiare" ma molto invece da riflettere per trovare una soluzione urgente che possa così garantire a tutti i ragazzi l'istruzione di cui hanno diritto.
Clarissa Colasanti