Il "Gambero killer" minaccia per l'habitat naturale del Parco della Valle del Lambro

Un esemplare di gambero della Louisiana
Un programma di cattura continuativa per contenere il numero del famigerato “gambero killer”. Questo è l’obiettivo a cui sta mirando il Parco della Valle del Lambro, nel tentativo di preservare l’habitat naturale nostrano. Dopo il pesce siluro è infatti un’altra la specie esotica introdotta dall’uomo nel nostro ecosistema e che rischia di comprometterne irreparabilmente l’equilibrio: il Gambero rosso della Louisiana. Si tratta di una specie originaria di Stati Uniti e Messico; a causa della prelibatezza delle sue carni (se allevato in acque pulite), delle discrete dimensioni che è in grado di raggiungere (supera spesso i 12,5 cm di lunghezza), della velocità di accrescimento e della sua prolificità è stato importato a scopo di allevamento nelle acquicolture di numerosissimi paesi ed è attualmente considerato il gambero di fiume più diffuso al mondo.
In Italia, fu importato per un tentativo di commercializzazione ormai tanti anni fa e si è poi diffuso, dopo esser sfuggito al controllo degli allevamenti di chi lo aveva importato. Attualmente il gambero della Louisiana rappresenta una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani in quanto, oltre a competere meglio dal punto di vista ecologico, è portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero”, che non lasciano scampo alle nostre specie. Ma non è soltanto questa la ragione che ha reso temibilissimo il “gambero killer”: si tratta infatti di una specie molto prolifica (una femmina è in grado di generare dalle 300 alle 500 uova per volta e più volte all'anno), in grado di diventare infestante in brevissimo tempo. Una rapidissima colonizzazione resa possibile anche grazie alla sua incredibile duttilità.
Pur essendo una specie acquatica riesce infatti a respirare anche fuori dall’acqua e in questo modo riesce a spostarsi da un canale all’altro viaggiando tra la vegetazione; sopporta sia le elevate che le basse temperature e vive bene anche in località dove si ha il disseccamento estivo, rifugiandosi sottoterra, nelle zone umide, dove è in grado di scavare delle vere e proprie gallerie sotterranee, profonde fino a 5 metri, e in grado di ospitare fino a 50 animali per volta. Questi reticoli sotterranei creano poi notevoli problemi di stabilità degli argini dei corsi d’acqua e delle coltivazioni agricole laddove l’animale si insedia.
Il lago di Pusiano
Come dicevamo, il gambero della Louisiana è inoltre una specie estremamente vorace, che si ciba di ogni sostanza organica disponibile, animale e vegetale, sfruttando all’occorrenza ciò che ha a disposizione: girini, avanotti di pesci (riducendone la presenza e facendo proliferare di conseguenza gli insetti), larve ma anche germogli e detrito vegetale, divenendo quindi estremamente pericoloso per le colture, in particolare per le risaie, uno degli ambienti preferiti dalla specie.
Tutte queste caratteristiche gli hanno valso il nome di “gambero killer” con il quale è noto nelle regioni centro-settentrionali d'Italia dove la sua espansione è cominciata soprattutto a partire dagli anni '90.
Come dicevamo, l’ormai ampia diffusione di questa specie, così come del pesce siluro, rende purtroppo remota la possibilità di estirparlo totalmente, l’obiettivo dunque resta quello del contenimento con dei veri e propri programmi di cattura (stando attenti a non confonderlo con l’ormai sempre più raro gambero d’acqua dolce nostrano).
M.M.
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