A 55 anni dallo scioglimento del comune di Cesello Brianza, Salvatore Mauri racconta la storica rivalità tra Cesana B.za e Suello
Con la fine dell’anno ricorre il 55°anniversario dallo scioglimento del comune di Cesello Brianza, soppresso nel 1955 con la conseguente formazione dei comuni di Cesana Brianza e Suello.
Il decreto regio che nel 1927 sancì l'unione dei due Comuni
La storia di questi due comuni della cintura del Cornizzolo è stata infatti accomunata, dal 1927 al 1955, da un periodo di “fusione” voluto dal regime fascista per ordine diretto di Benito Mussolini, autore di circa 2mila accorpamenti di comuni lungo l’intera penisola al fine di unire le forze dei piccoli paesi d’Italia attraverso nuove strutture governative locali.
Il centro di Suello oggi
Le radici dei comuni di Suello e Cesana si perdono nei secoli, con le prime testimonianze scritte risalenti al 1500. Da sempre, ricordano gli anziani dei due paesi, un vivace e sano campanilismo intercorre tra i due nuclei abitati, oggi fusi in un unico agglomerato di case dove il confine tra un paese e l’altro risulta delineato soltanto sulla carta.
Il centro di Cesana oggi
Per ripercorrere la storia del ventennio che ha visto dapprima riunire sotto un solo stemma Cesana e Suello, e poi nuovamente disgregare nelle due entità comunali originarie – caso unico nella Provincia di Lecco – abbiamo intervistato uno dei protagonisti indiscussi di quel periodo, Salvatore Mauri, ex consigliere comunale di Cesello Brianza e per lunghi anni consigliere e assessore ai lavori pubblici per la Provincia di Como.
Salvatore Mauri
Protagonista della scena politica lecchese e comasca nelle fila della vecchia DC, Mauri ci ha raccontato le difficoltà vissute dai “cesellesi” durante il regime fascista, e le conseguenze legate alla fusione e alla scissione dei due paesi.
“Dopo l’accorpamento dei due comuni, la sede municipale fu stabilita a Suello, dove tutt’oggi sono collocati gli uffici amministrativi – ci ha spiegato Salvatore Mauri – dalla fusione i cesanesi ne uscirono scontenti, anche perché dal loro punto di vista la fusione rappresentava la perdita della sede comunale e delle scuole. Il Fascio ci mandò un podestà, il Conti, che amministrò il nuovo paese sino all’arrivo del commissario prefettizio. Furono anni duri, caratterizzati dalla scarsità di cibo e dalle difficoltà causate dalla seconda guerra mondiale. Le famiglie tiravano a campare con il pane garantito dalla tessera del regime, l’attività agricola era tutt’altro che florida data la povertà del terreno e le poche viti esistenti a Vignola non garantivano grosse entrate di denaro in paese. Poche anche le mucche e gli animali, erano anni davvero duri”.
“Dopo l’accorpamento dei due comuni, la sede municipale fu stabilita a Suello, dove tutt’oggi sono collocati gli uffici amministrativi – ci ha spiegato Salvatore Mauri – dalla fusione i cesanesi ne uscirono scontenti, anche perché dal loro punto di vista la fusione rappresentava la perdita della sede comunale e delle scuole. Il Fascio ci mandò un podestà, il Conti, che amministrò il nuovo paese sino all’arrivo del commissario prefettizio. Furono anni duri, caratterizzati dalla scarsità di cibo e dalle difficoltà causate dalla seconda guerra mondiale. Le famiglie tiravano a campare con il pane garantito dalla tessera del regime, l’attività agricola era tutt’altro che florida data la povertà del terreno e le poche viti esistenti a Vignola non garantivano grosse entrate di denaro in paese. Poche anche le mucche e gli animali, erano anni davvero duri”.
Mauri insieme al sindaco e al vicesindaco di Suello
Nel frattempo, al Podestà si sostituì il commissario prefettizio Galati, appositamente nominato per traghettare i Cesellesi durante i difficili anni del conflitto mondiale. “Si trattava di una brava persona – ha ricordato Mauri – aiutava sotto banco la gente a fuggire dalla prigionia, sosteneva per quanto poteva la popolazione. Un uomo buono che ha aderito al regime solo perché costretto dagli eventi di quell’epoca”.
Foto d'epoca della famiglia Mauri ai tempi di Cesello
Poi, nel 1953, in paese furono indette per la prima volta le elezioni del nuovo consiglio comunale, organo che a sua volta avrebbe assegnato la carica di sindaco del paese. Secondo il racconto di Mauri, vero e proprio depositario della storia di quell’epoca, il forte campanilismo che pervadeva cesanesi e suellesi condizionò addirittura l’esito delle votazioni per la nomina del sindaco.
Il centro di Cesana
“All’epoca fu eletta una lista della DC formata da 6 consiglieri di Cesana e 6 di Suello (tra cui il sottoscritto). 3 consiglieri formavano invece la minoranza. I 6 di Cesana fecero i furbi, convincendo la minoranza a sostenere il proprio candidato con 9 voti contro i nostri 6. Venne quindi nominato sindaco Sidoti, di Cesana, la cui maggioranza votò lo scioglimento del comune di Cesello restaurando le antiche entità comunali di Cesana Brianza e Suello”.
Il centro di Suello
Una decisione che, secondo il racconto di Mauri, venne avversata dai consiglieri di Suello, ben lieti di mantenere lo status quo dell’unica struttura comunale allo scopo di garantire maggiori risorse e una struttura unitaria al nucleo abitato di Cesello.

Trascrizione del Decreto Presidenziale di ricostituzione del Comune di Cesana B.za, firmato il 3 giugno 1955 dal Presidente Giovanni Gronchi, dal guardasigilli Aldo Moro e dal Presidente del Consiglio Mario Scelba
“All’indomani della divisione i cesanesi allestirono un carretto con uno striscione recante la dicitura “Cesana Libera!”. Un evento che la dice tutta sullo spirito di competizione che intercorreva tra i due gruppi di abitanti. Il campanilismo tra paesi è rimasto vivo e acceso sino a qualche decennio fa, mentre con le nuove generazioni è andato via via scemando a favore di uno spirito di collaborazione e condivisione, dimostrato anche dalle strutture attualmente in “comproprietà” come il cimitero o la nuova palestra di Cesana”.
Trascrizione del Decreto Presidenziale di ricostituzione del Comune di Cesana B.za, firmato il 3 giugno 1955 dal Presidente Giovanni Gronchi, dal guardasigilli Aldo Moro e dal Presidente del Consiglio Mario Scelba
“All’indomani della divisione i cesanesi allestirono un carretto con uno striscione recante la dicitura “Cesana Libera!”. Un evento che la dice tutta sullo spirito di competizione che intercorreva tra i due gruppi di abitanti. Il campanilismo tra paesi è rimasto vivo e acceso sino a qualche decennio fa, mentre con le nuove generazioni è andato via via scemando a favore di uno spirito di collaborazione e condivisione, dimostrato anche dalle strutture attualmente in “comproprietà” come il cimitero o la nuova palestra di Cesana”.
Foto d'epoca della festa patronale di Cesana del '53, all'indomani della divisione amministrativa
Divisi dal punto di vista amministrativo, per molti aspetti Cesana e Suello rappresentano un’unica entità avendo in compartecipazione scuole, vigili urbani, cimitero, impianti sportivi.
“I ragazzi di oggi non sentono più quella contrapposizione di un tempo – ha commentato il sindaco di Suello Carlo Valsecchi – molti giovani dei due paesi crescono insieme nella stessa scuola di Pusiano, giocano a pallone nell’uno e nell’altro oratorio, escono nelle stesse compagnie. La rivalità, se ne è rimasta, è riscontrabile solo in alcuni ultra cinquantenni che ancora, parlando, ricordano i tempi passati e le contrapposizioni, facendone più un fatto formale che non un reale campanilismo”.
“I ragazzi di oggi non sentono più quella contrapposizione di un tempo – ha commentato il sindaco di Suello Carlo Valsecchi – molti giovani dei due paesi crescono insieme nella stessa scuola di Pusiano, giocano a pallone nell’uno e nell’altro oratorio, escono nelle stesse compagnie. La rivalità, se ne è rimasta, è riscontrabile solo in alcuni ultra cinquantenni che ancora, parlando, ricordano i tempi passati e le contrapposizioni, facendone più un fatto formale che non un reale campanilismo”.
Il cimitero condiviso tra i due comuni
15 anni fa, l’allora sindaco di Cesana Brianza Emilio Castelnuovo rilanciò l’ipotesi di accorpare, per la seconda volta in un secolo, i due comuni, al fine di garantire una maggiore stabilità economica ai paesi che insieme faticano a raggiungere ad oggi i 4mila abitanti. Una proposta caduta nel vuoto che, tuttavia, non ha mancato di strappare consensi soprattutto dalla parte di Suello, sempre incline alla fusione con il paese vicino. “Le cose al tempo di Cesello andavano forse meglio di oggi – ha concluso Salvatore Mauri – il forte campanilismo forniva però un deterrente alla creazione di un paese unito, cosa che non accadrebbe di certo oggi”.
Roberto Bonfatti