Molteno: critiche sullo stop della rotonda di Coroldo. Proserpio: 'previsto dal Codice'



Il dosso di Coroldo

La questione era stata sollevata dai gruppi di minoranza nel corso dell’ultimo consiglio comunale,  suscitando qualche perplessità nella decisione di assegnare l’obbligo di “stop” nell’immissione in salita della rotatoria del dosso di Coroldo.
Una scelta, quella operata dalla giunta Proserpio, giudicata inadatta soprattutto alle esigenze dei mezzi pesanti diretti verso la statale 36, costretti a fermarsi in salita per dare la precedenza di veicoli provenienti dalla rotatoria e dell’ingresso privato posto a ridosso della stessa.



Il segnale di Stop in ingresso nella rotatoria

“Una scelta discutibile – avevano commentato i gruppi di minoranza dei consiglieri Amati e Muscetti – capace di creare una potenziale situazione di rischio per i mezzi che percorrono la rotatoria, specie per quelli pesanti che devono arrestarsi in salita per poi ripartire”.
La questione relativa al dosso di Coroldo è stata riproposta in questi giorni da Emilio Magni, portavoce dell’Italia dei Valori di Molteno.
Secondo Magni, infatti, le motivazioni di una simile scelta sarebbero ascrivibili a fattori estranei alla pura sicurezza stradale, andando quindi a privilegiare la circolazione di alcune vie secondarie rispetto all’asse stradale primario che collega il centro del paese alla statale 36, lungo via Brianza.



La scarsa visibilità determinata dalla presenza della cappelletta

Per tutta risposta, il primo cittadino ha individuato le ragioni della scelta in una semplice questione di codice della strada, imputabile alla mancanza del cono di visibilità necessario per consentire un semplice segnale di precedenza ai veicoli che dal centro paese si immettono nella rotatoria.

“Il codice della strada prevede che ci debbano essere i cosiddetti “coni di visibilità” all’ingresso della rotatoria – ha puntualizzato Proserpio - senza di essi è quindi impossibile mettere il segnale del “dare precedenza”, obbligandoci a posizionare uno stop. Non avendo intenzione di spostare la cappelletta, posta a ridosso della rotonda, non c’è modo di evitare la presenza di questo “cono”.
La decisione di far fermare i veicoli è stata quindi una scelta obbligata per ottemperare al codice della strada. Non si tratta, come detto da alcuni, di una scelta fatta per privilegiare o penalizzare qualcuno, né una restituzione di favori a una fetta dell’elettorato, ma una semplice volontà di mettere in sicurezza una rotatoria altrimenti pericolosa per i mezzi che la percorrono.



Strano, infine, che si evidenzino criticità per i mezzi pesanti a Coroldo e non ad esempio sulla Lecco – Colico all’altezza di Ballabio, dove esiste una segnaletica analoga. A meno che i mezzi che lamentano problemi non risultino in realtà sovraccarichi, con le gomme usurate o in condizioni al limite del codice della strada, nel qual caso i problemi lamentati sarebbero ascrivibili alla condotta dei conducenti e non alle opere comunali”.
A. M.
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