Bulciago: l’addio a Vittorio Arrigoni, morto in nome della pace. “Mamma, sono disposto a dare la vita per i fratelli palestinesi”
Due lunghissimi minuti di applauso hanno accompagnato l'ingresso di Vik nel palazzetto di Bulciago, attrezzato per oggi a luogo per la celebrazione dei suoi funerali e a salone per la "cerimonia" civile con la commemorazione dei suoi amici più cari e il cordoglio delle autorità.
Il vescovo di mons. Hilarion Capucci, Don Virginio, Don Celeste e Don Fabrizio
Presente la quasi totalità dei sindaci del casatese-oggionese e una folta rappresentanza del meratese con amministratori provinciali, esponenti della Prefettura, delle associazioni, dei gruppi di cooperazione e pace tra i popoli. Più di tutti, però, hanno spiccato i membri della comunità palestinese, popolo al quale Vittorio ha dedicato la sua missione e per il quale si è sacrificato, che con drappi, bandiere, stendardi e la tradizionale kefiah appoggiata sulle spalle o avvolta in testa, hanno riempito le balaustre del palazzetto e i prati circostanti dove oltre 2mila persone hanno trovato posto.
VIDEO - L'ARRIVO DELLA SALMA DI VITTORIO ARRIGONI
Un funerale che, come previsto, ha radunato una fiumana davvero impressionante di persone, giovani, famiglie, anziani di tutte le estrazioni sociali e le fedi religiose e politiche in cammino verso il palazzetto già due ore prima dell'inizio della funzione.
Sull'altare c'erano Don Fabrizio Crotta, Don Virginio e Don Celeste Dalle Donne (parroco d'infanzia di Vittorio) unitamente all' arcivescovo emerito di Gerusalemme, mons. Hilarion Capucci.
"Mamma io sono disposto anche la mia vita per i miei fratelli palestinesi" ha esordito Don Fabrizio nella sua sintetica omelia, ricordando una frase del giovane "Quante volte siamo pronti a parlare di pace, dal caldo dei nostri divani e dalla tranquillità dei nostri salotti? Vittorio invece aveva scelto di essere lì sul posto, condividendo le stesse angherie che subiscono i più poveri, diventando la voce di chi non ha voce".
Don Celeste, memore dell'insegnamento che mamma Egidia aveva impartito a quel bambino, ne ha ricordato invece l'essenzialità e la sobrietà, la caparbietà nel volere raggiungere il suo ideale, già abbozzato fin da piccolo e poi trasformato in vero e proprio progetto. Progetto che lo ha portato fino al sacrificio di sé. "Chi ti ha ucciso credeva di chiuderti la bocca e gli occhi" ha esclamato tra gli applausi il sacerdote "ma il tuo cuore batte ancora nel petto di chi ti ha amato".
E il grazie, prima della parte "civile" della cerimonia, è arrivato anche dal vescovo emerito di Gerusalemme che ha parlato di Vittorio come di "un nostro figlio che è stato il buon pastore, che ha difeso il popolo maltrattato di Gerusalemme, un italiano di nascita ma un palestinese nel cuore e nel comportamento. Per noi è un santo, un martire che rimarrà sempre nei nostri cuori e nella nostra preghiera".
La rappresentanza dei sindaci
Portati i saluti e le condoglianze di Abu Mazen, comunicata la celebrazione di due Messe in tutte le chiese dei territorio occupati nella striscia di Gaza, il patriarca ha concluso ringraziando Dio "per il dono di Vittorio che ha lottato per amore, verità, giustizia e pace".
VIDEO - ALCUNI MOMENTI DEL FUNERALE
Momento particolarmente commovente è stato lo scambio della pace quando decine di persone, dopo aver appoggiato sulla bara di Vik, coperta solo dalla bandiera della palestina, da quella della pace, da un rametto di ulivo, dal suo libro "Restiamo umani", hanno voluto avvicinarsi ai famigliari. E così come loro hanno fatto anche diversi rappresentanti dei gruppi religiosi presenti in sala.
Terminata la cerimonia religiosa, parenti e amici hanno potuto porgere l'estremo saluto alla salma di Vik adagiata al centro della palestra di Bulciago. Poi nei prossimi giorni, come da sua volontà le spoglie saranno cremate.
Marta Mazzolari - Saba Viscardi