Oggiono: festa in chiesa Lazzaretto per S.Giobbe
Un culto, quello di San Giobbe o del "Saiop" secondo la tradizione popolare, un tempo molto sentito a Oggiono e più in generale nei paesi della Brianza, ove la coltura del baco da seta rivestiva un'attività economica di primaria importanza nel tessuto sociale e culturale.
Se nel passato la festività del Saiop appariva molto vissuta e sentita da parte degli oggionesi, con il passare dei decenni la ricorrenza sembra avere perso quell'alone di maestosità e di primaria importanza che rivestiva sino al secolo scorso, quando ancora la coltura del baco era diffusa lungo tutto il territorio.
Un tempo infatti la festività di San Giobbe veniva aperta dalla benedizione delle uova del baco da seta, la cosiddetta "sumenza di cavalee" che veniva appositamente acquistata da un noto maestro setaiolo di Dolzago nella misura di un'oncia.
Sempre da tradizione, la festività proseguiva con la benedizione di una grande quantità di acqua benedetta custodita nella chiesa del Lazzaretto, messa successivamente a disposizione della popolazione che la portava a casa in bottiglie o secchielli del latte per la benedizione domestica dei propri bachi.
Oggi come allora, la festività del Saiop è caratterizzata soprattutto dalla presenza del piccolo mercatino di merci e di dolciumi, vere e proprie prelibatezze capaci di far luccicare gli occhi a intere generazioni di bambini oggionesi. A cominciare dagli immancabili "pipett de Saiop", autentiche leccornie di zucchero rosso a forma di pipa create dalla famiglia Castelnuovo di Eupilio e vendute sulle bancarelle della sagra annuale per la gioia di grandi e piccini.
Entrare nella sagra di San Giobbe equivale quindi a iniziare un piccolo "tuffo" nella storia di Oggiono e delle sue più antiche tradizioni popolari, opportunamente custodite e tramandate di generazione in generazione alle nuove leve del paese.
Il tutto all'ombra della chiesa del Lazzaretto, autentico gioiello di architettura Settecentesca e fulcro di numerose leggende ancora oggi presenti nella cultura popolare.
E chissà che ancora oggi qualche genitore, davanti al proprio figlio che tarda a voler camminare o a pronunciare la sua prima parola, non decida come ultima risorsa di portarlo a fare un giro davanti alla pietra sigillo dell'ossario della chiesetta, come accadeva nei secoli passati per i piccoli oggionesi più "pigri".
I risultati, a quanto si dice in paese, saranno garantiti.