Oggiono: Pala Bachelet, regolamento in arrivo per la ''Sala Ticozzi della Brianza''
“L’obiettivo è quello di rendere la struttura del Pala Bachelet equivalente alla sala don Ticozzi di Lecco, vale a dire un polo culturale di primo piano per l’intero territorio della Brianza”.
L’idea è stata illustrata nel corso della seduta di consiglio provinciale di lunedì 30 maggio dall’assessore alla cultura Marco Benedetti, nel corso del tradizionale “question – time” che precede la seduta.

La grande sala del PalaBachelet
Su richiesta del consigliere Chiara Bonfanti, Benedetti ha tracciato il profilo della futura gestione della struttura oggionese, divenuta operativa nelle ultime settimane del 2010 dopo una travagliata fase di collaudi e permessi che ne avevano posticipato l’apertura al pubblico di quasi due anni.
I lavori del PalaBachelet, come si ricorderà, erano cominciati il 24 novembre 2008 e avrebbero – teoricamente – dovuto concludersi un anno dopo. Nonostante l’inaugurazione della struttura, avvenuta il 30 maggio 2009 in occasione dell’Open Day primaverile, una serie di verifiche, prove tecniche e collaudi avevano determinato il prolungamento dei lavori sino all’11 dicembre 2010, quando nel corso di una serata pubblica la sala venne definitivamente consegnata alla cittadinanza munita di tutte le certificazioni necessarie a ospitare gli eventi del capoluogo oggionese, ma priva ancora di un regolamento di gestione.
“L’idea è quella di realizzare una sala Ticozzi della Brianza, utilizzando un protocollo di gestione simile – ha spiegato Benedetti – in via sperimentale contiamo di affidare la gestione del Pala Bachelet alla stessa cooperativa che gestisce la sala di Lecco, valutandone così i risultati”.
Da alcuni anni infatti la gestione della sala lecchese è stata affidata dalla Provincia – che inizialmente gestiva la sala esclusivamente all’interno delle proprie strutture – a un operatore privato, relativamente al servizio di apertura/chiusura e all’assistenza tecnica delle manifestazioni (luci, audio, impianti di registrazione).
Un paragone, quello con la sala don Ticozzi, che ben testimonia l’impegno profuso per la realizzazione del Pala Bachelet, una struttura imponente costata oltre 800.000 euro capace di ospitare, sotto la sua cupola “geodetica” di 32 metri di diametro, 420 posti a sedere oltre a un palco moderno e dotato dei più avanzati sistemi audio e video.
L’idea è stata illustrata nel corso della seduta di consiglio provinciale di lunedì 30 maggio dall’assessore alla cultura Marco Benedetti, nel corso del tradizionale “question – time” che precede la seduta.

La grande sala del PalaBachelet
Su richiesta del consigliere Chiara Bonfanti, Benedetti ha tracciato il profilo della futura gestione della struttura oggionese, divenuta operativa nelle ultime settimane del 2010 dopo una travagliata fase di collaudi e permessi che ne avevano posticipato l’apertura al pubblico di quasi due anni.
I lavori del PalaBachelet, come si ricorderà, erano cominciati il 24 novembre 2008 e avrebbero – teoricamente – dovuto concludersi un anno dopo. Nonostante l’inaugurazione della struttura, avvenuta il 30 maggio 2009 in occasione dell’Open Day primaverile, una serie di verifiche, prove tecniche e collaudi avevano determinato il prolungamento dei lavori sino all’11 dicembre 2010, quando nel corso di una serata pubblica la sala venne definitivamente consegnata alla cittadinanza munita di tutte le certificazioni necessarie a ospitare gli eventi del capoluogo oggionese, ma priva ancora di un regolamento di gestione.
Alcuni momenti dell'inaugurazione dello scorso dicembre
Da alcuni anni infatti la gestione della sala lecchese è stata affidata dalla Provincia – che inizialmente gestiva la sala esclusivamente all’interno delle proprie strutture – a un operatore privato, relativamente al servizio di apertura/chiusura e all’assistenza tecnica delle manifestazioni (luci, audio, impianti di registrazione).
Un paragone, quello con la sala don Ticozzi, che ben testimonia l’impegno profuso per la realizzazione del Pala Bachelet, una struttura imponente costata oltre 800.000 euro capace di ospitare, sotto la sua cupola “geodetica” di 32 metri di diametro, 420 posti a sedere oltre a un palco moderno e dotato dei più avanzati sistemi audio e video.
A. M.