Costa M.: le insegnanti delle medie lanciano l’allarme: 'stanno rovinando la scuola pubblica'
È un grido di allarme quello che in questi giorni si sta levando dal corpo docente della scuola secondaria di primo grado – le
“vecchie” scuole medie – di Costa Masnaga.
Al termine dell’anno scolastico e degli esami finali, i docenti della scuola hanno ritenuto opportuno tracciare un bilancio delle difficoltà e delle condizioni lavorative cui studenti e insegnanti si trovano quotidianamente a dovere affrontare.
Alunni per classe sempre più numerosi, al limite dei requisiti di sicurezza e del sovraffollamento degli spazi, stranieri da alfabetizzare e da integrare nel tessuto scolastico, tagli ai finanziamenti e al personale.
Per tastare il polso della situazione abbiamo incontrato le insegnanti Elena Grebaz e Cristina Pozzi, portavoce del corpo docente che ci hanno illustrato le principali problematicità scaturite nel corso dell’anno e i timori che durante l’estate accompagneranno l’arrivo del nuovo anno scolastico.
Dal colloquio è emerso un quadro di grande criticità legato a tutti i settori della scuola, dalla didattica ai tagli del personale, dal ruolo dei precari alla delegittimazione dei collegi docenti.
“Lo scorso settembre avevamo ritenuto opportuno sospendere le gite in segno di protesta rispetto ai continui tagli imposti dal Ministero – ci hanno spiegato la insegnanti - abbiamo poi aderito a molti scioperi orari indetti da Cgil durante l’anno, aderendo nella prima o nell’ultima ora di servizio oltre a quello generale indetto per la metà di maggio che ha riscosso una partecipazione massiccia.
Nonostante tutto questo la situazione è nettamente peggiorata.
Quotidianamente dobbiamo affrontare problemi generici come il rapporto di alunni per ogni classe, un numero destinato a crescere di anno in anno.
Vi è poi l’incompatibilità tra le leggi ministeriali ordinarie e le circolari emanate dal Miur, spesso in contrasto tra di loro e contraddittorie, la diminuzione degli insegnanti di sostegno, il taglio del personale, la mancanza di direttive precise del Miur in merito alla prova di seconda lingua che i ragazzi hanno dovuto affrontare nel corso degli esami finali, la delegittimazione del collegio docenti a fronte di un accentramento delle competenze a livello regionale. Gli insegnanti vengono trattati come lavoratori di serie B, ma nonostante questo gli viene richiesto un sempre maggiore carico di lavoro e un aumento delle competenze. Di questo passo, sarà la fine della scuola pubblica”.
Parole dure che arrivano al termine di un anno caratterizzato da un’infinita serie di incomprensioni tra il Ministero e la scuola Don Bosco di Costa Masnaga, specie in termini di organico e di composizione delle singole classi.

Le scuole medie di Costa Masnaga
“Ci obbligano a iscrivere sempre più ragazzi nelle classi, con il conseguente restringimento degli spazi – proseguono i docenti – il tutto con ricadute negative sulle dinamiche scolastiche. 25, 26 alunni in spazi ristretti sono soggetti a un naturale aumento dell’aggressività, come purtroppo abbiamo potuto constatare quest’anno specie nelle classi prime.
Dobbiamo fare tutto da soli senza poter sperare in aiuti dal Ministero: solo per fare un esempio, siamo riusciti a portare avanti una classe prima con 5 alunni suddivisi tra dislessici, bambini da alfabetizzare e un diversamente abile soggetto a copertura dell’insegnante di sostegno solo per alcune ore alla settimana.
In questo caso, il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili è passato da 1:1 a 1:2, indipendentemente dalla gravità dell’handicap. Malgrado tutto i docenti e soprattutto i ragazzi subiscono questo disagio senza poter far nulla, a causa della mancanza di risorse umane. A questo proposito si preferisce dotare la scuola di lavagne multimediali, perfettamente inutili senza un adeguato supporto umano”.

Altro grido di allarme è quello legato alla delegittimazione dei collegi docenti e dell’autonomia scolastica.
“A inizio anno avevamo stabilito di inserire negli esami finali una prova orale per la seconda lingua straniera, dal momento che avevamo facoltà di scelta. Il 26 maggio una circolare ministeriale ci ha invece imposto la prova scritta, delegittimando di fatto la nostra scelta. Ci hanno scavalcato ma non abbiamo ceduto e abbiamo comunque svolto la prova orale per la quale i ragazzi erano stati preparati durante l’anno.
Ci troviamo di fronte a un atto grave: da sempre il collegio docenti è sovrano, delegittimarlo significa minare l’autonomia scolastica.
Quanto detto lo affermiamo a nome di tutti i docenti, al termine di un anno scolastico vissuto senza chiarezza e senza punti fermi”.

vignetta realizzata dall'insegnante di arte Attilia Colzani, delle scuole medie di Costa Masnaga

Le docenti Cristina Pozzi ed Elena Grebaz
Al termine dell’anno scolastico e degli esami finali, i docenti della scuola hanno ritenuto opportuno tracciare un bilancio delle difficoltà e delle condizioni lavorative cui studenti e insegnanti si trovano quotidianamente a dovere affrontare.
Alunni per classe sempre più numerosi, al limite dei requisiti di sicurezza e del sovraffollamento degli spazi, stranieri da alfabetizzare e da integrare nel tessuto scolastico, tagli ai finanziamenti e al personale.
Per tastare il polso della situazione abbiamo incontrato le insegnanti Elena Grebaz e Cristina Pozzi, portavoce del corpo docente che ci hanno illustrato le principali problematicità scaturite nel corso dell’anno e i timori che durante l’estate accompagneranno l’arrivo del nuovo anno scolastico.
Dal colloquio è emerso un quadro di grande criticità legato a tutti i settori della scuola, dalla didattica ai tagli del personale, dal ruolo dei precari alla delegittimazione dei collegi docenti.
“Lo scorso settembre avevamo ritenuto opportuno sospendere le gite in segno di protesta rispetto ai continui tagli imposti dal Ministero – ci hanno spiegato la insegnanti - abbiamo poi aderito a molti scioperi orari indetti da Cgil durante l’anno, aderendo nella prima o nell’ultima ora di servizio oltre a quello generale indetto per la metà di maggio che ha riscosso una partecipazione massiccia.
Nonostante tutto questo la situazione è nettamente peggiorata.
Quotidianamente dobbiamo affrontare problemi generici come il rapporto di alunni per ogni classe, un numero destinato a crescere di anno in anno.
Vi è poi l’incompatibilità tra le leggi ministeriali ordinarie e le circolari emanate dal Miur, spesso in contrasto tra di loro e contraddittorie, la diminuzione degli insegnanti di sostegno, il taglio del personale, la mancanza di direttive precise del Miur in merito alla prova di seconda lingua che i ragazzi hanno dovuto affrontare nel corso degli esami finali, la delegittimazione del collegio docenti a fronte di un accentramento delle competenze a livello regionale. Gli insegnanti vengono trattati come lavoratori di serie B, ma nonostante questo gli viene richiesto un sempre maggiore carico di lavoro e un aumento delle competenze. Di questo passo, sarà la fine della scuola pubblica”.
Parole dure che arrivano al termine di un anno caratterizzato da un’infinita serie di incomprensioni tra il Ministero e la scuola Don Bosco di Costa Masnaga, specie in termini di organico e di composizione delle singole classi.
Le scuole medie di Costa Masnaga
“Ci obbligano a iscrivere sempre più ragazzi nelle classi, con il conseguente restringimento degli spazi – proseguono i docenti – il tutto con ricadute negative sulle dinamiche scolastiche. 25, 26 alunni in spazi ristretti sono soggetti a un naturale aumento dell’aggressività, come purtroppo abbiamo potuto constatare quest’anno specie nelle classi prime.
Dobbiamo fare tutto da soli senza poter sperare in aiuti dal Ministero: solo per fare un esempio, siamo riusciti a portare avanti una classe prima con 5 alunni suddivisi tra dislessici, bambini da alfabetizzare e un diversamente abile soggetto a copertura dell’insegnante di sostegno solo per alcune ore alla settimana.
In questo caso, il rapporto tra insegnanti di sostegno e alunni disabili è passato da 1:1 a 1:2, indipendentemente dalla gravità dell’handicap. Malgrado tutto i docenti e soprattutto i ragazzi subiscono questo disagio senza poter far nulla, a causa della mancanza di risorse umane. A questo proposito si preferisce dotare la scuola di lavagne multimediali, perfettamente inutili senza un adeguato supporto umano”.
Altro grido di allarme è quello legato alla delegittimazione dei collegi docenti e dell’autonomia scolastica.
“A inizio anno avevamo stabilito di inserire negli esami finali una prova orale per la seconda lingua straniera, dal momento che avevamo facoltà di scelta. Il 26 maggio una circolare ministeriale ci ha invece imposto la prova scritta, delegittimando di fatto la nostra scelta. Ci hanno scavalcato ma non abbiamo ceduto e abbiamo comunque svolto la prova orale per la quale i ragazzi erano stati preparati durante l’anno.
Ci troviamo di fronte a un atto grave: da sempre il collegio docenti è sovrano, delegittimarlo significa minare l’autonomia scolastica.
Quanto detto lo affermiamo a nome di tutti i docenti, al termine di un anno scolastico vissuto senza chiarezza e senza punti fermi”.
vignetta realizzata dall'insegnante di arte Attilia Colzani, delle scuole medie di Costa Masnaga
Roberto Bonfatti