Cesana:residenti contro bar per eccessivo rumore. E la lite finisce davanti al giudice

Aree residenziali e locali pubblici rappresentano da sempre un connubio difficile, dovuto principalmente alla difficoltà dei proprietari degli immobili di “tollerare” schiamazzi e musiche provenienti dai locali e dai relativi avventori specialmente durante gli orari notturni.
Non fa eccezione a questo proposito il caso di Cesana Brianza, dove da ormai diverso tempo alcuni residenti di via Don Sturzo sono soliti segnalare all’amministrazione comunale l’eccessivo volume e i rumori molesti provenienti dal vicino centro sportivo di via Marcora, di proprietà del Comune e in gestione a una società privata, la Andros Sporting Bar sas.
Un caso finito addirittura sui tavoli del Tribunale di Lecco dove un gruppo di quattro residenti, esasperato dai frequenti episodi di disturbo acustico, ha deciso di ricorrere alle vie legali per porre fine alla vicenda.



il centro sportivo di via Marcora

Ma andiamo con ordine.
Nel maggio del 2010 la Andros Sporting Bar sas di Andros Aldeghi si aggiudica la gara indetta dal Comune di Cesana per la gestione del centro sportivo comunale di via Marcora. Il titolare, diciottenne, si insedia nel centro con l’obiettivo di creare un polo sociale, sportivo e ricreativo per l’intero paese, grazie all’utilizzo congiunto dei campi per la pratica delle discipline sportive (calcetto, bocce) e dei locali adibiti a servizio bar.
Nei mesi successivi presso il municipio pervengono le prime lamentele, accompagnate da alcune segnalazioni protocollate agli uffici comunali.
“In merito alla gestione attuale, segnalazioni riguardanti immissioni sonore oltre la soglia della tollerabilità sono state presentate nei mesi di dicembre 2010 e marzo 2011 dall’avvocato Giovanni Muzio del Foro di Milano – ci ha spiegato l’avvocato Dario Arreghini, difensore e coadiutore del collega Muzio nel ricorso presentato dai quattro cittadini al Tribunale di Lecco – fenomeni che continuano da ormai diverso tempo, durante il quale si è constatato il mancato intervento del Comune per la risoluzione della questione. In alcuni casi i nostri assistiti hanno provveduto a segnalare la situazione all’Arma dei Carabinieri, nel corso di diversi episodi in cui le emissioni acustiche sono perdurate oltre l’orario chiusura del centro sportivo, fissato alla mezzanotte.
Il permanere di queste condizioni da pertanto determinato il ricorso dei nostri assistiti all’autorità giudiziaria, con un ricorso presentato contro il gestore del Centro Sportivo e contro il Comune di Cesana. Nella mattinata odierna il giudice ha nominato l’ingegner Marionovo consulente tecnico per la determinazione delle immissioni sonore, in vista dell’udienza fissata per il prossimo 2 novembre”.



il bar della struttura sportiva

Interpellato sulla vicenda, il sindaco di Cesana Eugenio Galli ha così commentato la decisione dei concittadini di ricorrere alle vie legali: “Nel ricorso i cittadini chiedono al Comune di Cesana Brianza l’immediata cessazione di qualsiasi attività possa generare immissioni rumorose all’interno della struttura comunale, dagli schiamazzi alle immissioni musicali. Si chiede inoltre di provvedere, ove necessario, alle opportune opere o modifiche strutturali atte a non superare la soglia acustica prevista dalle normative in vigore. A titolo personale posso solo ritenere infondati i motivi addotti da questi cittadini, non essendo il centro sportivo una fonte di particolare disturbo per il nucleo abitato circostante. Se dovessimo “silenziare” ogni singolo bar, centro sportivo o locale pubblico facendogli chiudere le saracinesche, sarebbe inutile avere la facoltà di rilasciare le licenze per l’apertura dei suddetti locali, peraltro riconosciutaci dallo Stato”.



l'ingresso all'area residenziale di via Sturzo, intorno al centro sportivo

Stupiti dall’eco di questa vicenda i gestori della struttura di via Marcora. “Ci chiediamo perchè, su un totale di circa 12 famiglie che vivono attorno a questo centro, soltanto due abbiano sollevato il problema – ci ha spiegato la signora Piera, madre del gestore Andros Aldeghi – non abbiamo impianti di filodiffusione, la chiusura avviene sempre a mezzanotte salvo deroghe speciali concesse dal Comune sino all’una del mattino. Nemmeno i Carabinieri, più volte chiamati sul posto, non hanno mai rilevato problemi di alcun tipo.
Ogni giorno forniamo gratuitamente ai pensionati la bocciofila, accanto a giovani e anziani che si ritrovano insieme alle loro famiglie, senza schiamazzi né musica ad alto volume. Noi vogliamo soltanto poter lavorare e dar vita a un centro sportivo per la gente di questo paese. Se la sentenza ci darà torto chiuderemo i battenti e restituiremo le chiavi al Comune, che ne farà ciò che vorrà. Inutile a quel punto continuare con la presenza di un polo sportivo in una zona dove si contestano addirittura i fischi dell’arbitro e i rumori delle bocce che si scontrano, a dire di qualcuno troppo forti per garantire la tranquillità della zona”.
A. M.
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