Ello: alla scoperta dell’ultima marcita del Monte di Brianza, tra gamberi di fiume e specie vegetali tipiche delle zone umide

Esiste un’area all’interno del territorio comunale di Ello caratterizzata da un ecosistema unico nel suo genere, con la presenza di specie animali e vegetali difficilmente ritrovabili in altri angoli della Provincia.
Si tratta della “Marcita”, un’area collocata in località Baraggia tra il campo da calcio e la strada che conduce a Cascina Boggia, nella frazione Castello di Oggiono.



un'area della marcita di Ello, perennemente ricoperta dalle acque
foto tratte dal Progetto di riqualificazione ambientale Legambiente

Al passeggiatore che attraversa questa zona, l’ambiente si caratterizza per la presenza di numerose sorgenti, falde superficiali e corsi d’acqua destinati a confluire nel letto del torrente Daverio.
Un vero e proprio dedalo di ruscelli, pozze e laghetti naturali – alcuni difficilmente visibili nella rigogliosa vegetazione – che accolgono al loro interno boschi di ontani grigi, esemplari di quercia acquatica e alcune “famiglie” di gamberi di fiume.
Purtroppo da alcuni anni a questa parte la “Marcita del Monte di Brianza” versa in condizioni di abbandono, scarsamente fruibile lungo il vecchio percorso approntato decenni fa per i visitatori di questo affascinante ambiente umido.



un esempio di risorgiva presente nell'area

Un destino, quello della Marcita, che potrebbe ben presto conoscere una fase di “rinascita” grazie al lavoro dei volontari dell’associazione Chiesa SS. Giacomo e Filippo Onlus, con un progetto di riqualificazione del vecchio percorso didattico/botanico e del ricco ambiente naturale circostante.



le campagne attorno alla zona umida. Sullo sfondo l'abitato di Ello

Un’area dove l’elevato valore naturalistico (legato alla presenza di una ricca e tipica vegetazione igrofila, scarsamente diffusa sul territorio) e quello storico (tradizionalmente legato all’impiego da parte della popolazione dell’area umida) confluiscono nell’elemento acquatico, che confluisce al territorio un grande pregio ambientale e un’autentica rarità sulle pendici del monte San Genesio.



Un filare di Ontani neri, tipici delle aree ricche di acqua

Per secoli la marcita ha accompagnato lo sviluppo delle attività agricole della zona, che potevano così contare su un apporto regolare di acqua per le irrigazioni delle colture. Per via della conformazione del terreno e della composizione argillosa del sottosuolo, in corrispondenza della Baraggia le acque provenienti dal Monte di Brianza affiorano naturalmente dal sottosuolo “allagando” terreni e sottobosco. Non è un caso infatti che nell’area compresa tra Ello e Castello di Oggiono lavatoi, vasche e canali appaiano in gran numero, a testimonianza dell’opera di raccolta e canalizzazione delle acque portata avanti per secoli dalle popolazioni locali.



lavatoio nei pressi della frazione Castello di Oggiono

Facendo defluire costantemente durante l’anno un sottile velo d’acqua sui terreni agricoli, la terra veniva progressivamente arricchita di sostanze nutritive e protetta dai rigori dell’inverno. Le marcite e i prati irrigui così formati divenivano un prezioso rifugio per una miriade di organismi e invertebrati, alimentando una catena naturale che ad oggi appare essersi decisamente ridimensionata.



il torrente Daverio, nei pressi di Ello

La marcita di Ello appare solcata dal corso del torrente Daverio, affluente del più conosciuto Bomboldo di Oggiono nonché uno degli immissari del lago di Annone dove fluiscono buona parte delle acque del Monte di Brianza. Risorgive e sorgenti costellano il terreno tra ontani e arbusti a basso fusto, in un intrico di vegetazione e piccoli ruscelli.



un altro esempio di risorgiva

Con la progressiva riduzione delle attività agricole del paese negli anni è andata persa la traccia della complessa rete di canalizzazione delle acque, costituita da un dedalo di solchi e canali irrigui scavati per rifornire gli appezzamenti di terreno circostanti. Arduo ad oggi il compito di ricostruire questa vecchia rete, solo parzialmente riportata dalle mappe e perlopiù nascosta dal verde.



ricostruzione della vecchia rete di canali

Addentrarsi nelle profondità della marcita rappresenta ad oggi un compito arduo, a causa della fitta vegetazione che negli anni ha ricoperto passerelle e sentieri oscurando le tracce del percorso principale.
Grazie ai volontari del sodalizio ellese, nei prossimi anni il sentiero potrebbe essere ripristinato e la marcita riconsegnata agli occhi della popolazione. Per l’avvio dei lavori bisognerà tuttavia attendere il completamento delle opere di consolidamento del campo da calcio, resosi necessario a seguito dei piccoli cedimenti del terreno registrati negli anni.


Esaurita l’incombenza, i membri dell’associazione potranno quindi dedicarsi alla marcita e al suo territorio per anni dimenticato e scarsamente valorizzato.
Roberto Bonfatti
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.