Missaglia: le steli a ricordo dei morti della peste
Steli in pietra molera per ricordare i morti della peste del 1630. Se ne trovano parecchie sul territorio di Missaglia.
Secondo quanto tramandato dalla storia, i monumenti sarebbero stati eretti in corrispondenza di fosse comuni in cui i morti della peste venivano seppelliti. Una testimonianza importante dell'epidemia che fece migliaia di vittime e che ora sono cariche di significato simbolico.
Come dicevamo, a Missaglia le steli sono particolarmente diffuse. Ne troviamo almeno sette: in Via Merlini a pochi passi dal campo sportivo, in Via Rengione, alla rotonda di Barriano, in Via 25 Aprile, sulla provinciale 54 a Lomaniga, in Valle Santa Croce e infine in Via Conciliazione alle spalle della basilica di San Vittore.
Esse sono molto diverse l'una dall'altra. Particolare ad esempio, è quella che si trova in Via Rengione: un monumento dalle dimensioni piuttosto ampie, che reca delle scritte piuttosto esplicite ''Ricordatevi che abbiamo da morire. Oggi a noi, domani a voi. Amici e parenti pregate per noi''.
La stele di Via Merlini invece, così si rivolge ai passanti: prima con una frase in latino: Omnes morimur / acquse dilabimur (tradotta: tutti moriamo [e come] acqua scorriamo via) e poi, in italiano: Mira o passeggero l'acqua che scorre più veloce il tuo fin hai da supporre.
Si pensa che le steli possano essere state erette al posto di antiche chiese. Le simbologie sono le stesse: una o più croci, i chiodi, martello e tenaglie, oltre agli immancabili teschi e l'anno, che nella maggior parte dei casi è il 1630.
L'origine dei monumenti si fa risalire al 1527, ovvero alla precedente epidemia di pestilenza.
Negli anni Ottanta il gruppo alpini ha provveduto ad effettuare un primo restauro di queste edicole. L'opera di recupero dovrebbe ripetersi nel 2012, come ha confermato il capogruppo delle penne nere, Gilberto Sala.
Ma la pestilenza a Missaglia non è riscontrabile solo attraverso le steli o edicole sparse sull'intero territorio. Un'altra testimonianza a questo proposito è offerta alla chiesa annessa a Villa Sormani Marzorati, nella parte più alta della cittadina, un prezioso gioiello architettonico ricco di storia.
Secondo quanto tramandato dalla storia, i monumenti sarebbero stati eretti in corrispondenza di fosse comuni in cui i morti della peste venivano seppelliti. Una testimonianza importante dell'epidemia che fece migliaia di vittime e che ora sono cariche di significato simbolico.
Stele in Valle Santa Croce
Come dicevamo, a Missaglia le steli sono particolarmente diffuse. Ne troviamo almeno sette: in Via Merlini a pochi passi dal campo sportivo, in Via Rengione, alla rotonda di Barriano, in Via 25 Aprile, sulla provinciale 54 a Lomaniga, in Valle Santa Croce e infine in Via Conciliazione alle spalle della basilica di San Vittore.
Edicola in Via Merlini
Esse sono molto diverse l'una dall'altra. Particolare ad esempio, è quella che si trova in Via Rengione: un monumento dalle dimensioni piuttosto ampie, che reca delle scritte piuttosto esplicite ''Ricordatevi che abbiamo da morire. Oggi a noi, domani a voi. Amici e parenti pregate per noi''.
Particolare del monumento di Via Conciliazione, accanto alla basilica
La stele di Via Merlini invece, così si rivolge ai passanti: prima con una frase in latino: Omnes morimur / acquse dilabimur (tradotta: tutti moriamo [e come] acqua scorriamo via) e poi, in italiano: Mira o passeggero l'acqua che scorre più veloce il tuo fin hai da supporre.
Stele in Via San Fermo a Lomaniga
Si pensa che le steli possano essere state erette al posto di antiche chiese. Le simbologie sono le stesse: una o più croci, i chiodi, martello e tenaglie, oltre agli immancabili teschi e l'anno, che nella maggior parte dei casi è il 1630.
L'origine dei monumenti si fa risalire al 1527, ovvero alla precedente epidemia di pestilenza.
Il monumento eretto in Via Rengione
Negli anni Ottanta il gruppo alpini ha provveduto ad effettuare un primo restauro di queste edicole. L'opera di recupero dovrebbe ripetersi nel 2012, come ha confermato il capogruppo delle penne nere, Gilberto Sala.
Edicola a Barriano, in Via 25 aprile
Ma la pestilenza a Missaglia non è riscontrabile solo attraverso le steli o edicole sparse sull'intero territorio. Un'altra testimonianza a questo proposito è offerta alla chiesa annessa a Villa Sormani Marzorati, nella parte più alta della cittadina, un prezioso gioiello architettonico ricco di storia.
G. C.