Casatenovo: un viaggio con Cascine e Sentieri per ricostruire la storia del vecchio acquedotto Mellerio
Tra i molti scorci che le verdi terre delle Brianza sanno ancora offrire, una particolare menzione va senza dubbio assegnata alle campagne casatesi che dalla valle della Brugora si snodano, tra boschi prati e declivi, lungo il corso del torrente Pegorino.
Terreno sotto al quale si trova, ancora oggi, la cisterna sotterranea
Il corso d'acqua che placidamente scorre tra i comuni di Casatenovo, Correzzana, Besana, e Triuggio forma un'unica grande lingua "verde" che nel corso dei secoli ha congiunto paesi, province e realtà profondamente diverse tra loro, crocevia tra il mondo agricolo e le realtà industriali che si sono affacciate alle sue estremità .
All'interno di questo contesto quasi idilliaco in pochi conservano ancora la memoria di una stupefacente opera di ingegneria risalente ai primi anni dell'800, un acquedotto che attraverso una condotta lunga quasi dieci chilometri captava alcune sorgenti situate poco sotto la Brugora per convogliarle, attraverso i territori di Casatenovo e Correzzana, alla villa del Gernetto presso l'attuale comune di Lesmo.
Ruderi dei vecchi ponti
La storia dell'acquedotto inizia nel 1818 presso la villa del conte Mellerio (attuale villa del Gernetto), descritta dalle cronache dell'epoca quale una fastosa costruzione immersa in rigogliosi giardini, ricchi di piante esotiche e di fontane dai complessi giochi d'acqua.
Proprio per far fronte al crescente fabbisogno idrico della villa, in quell'anno il conte diede inizio ai lavori di costruzione di una condotta capace di incanalare alcune acque sorgive dalla ricca valle della Brugora (situate poco più sotto l'attuale cascina Rancate) lungo una conduttura costruita con laterizi e pietre fluviali sino alla villa.
Campo un tempo attraversato dalla condotta
L'opera, denominata all'epoca Acquedotto Mellerio, si snodava attraverso i boschi, i campi e le valli mantenendo una pendenza costante che aveva richiesto, in sede di costruzione, l'edificazione di notevoli ponti necessari per far fronte alle innumerevoli irregolarità del terreno e meritandosi, all'epoca, il plauso di numerosi personaggi storici locali.
Se dell'ardita opera di ingegneria idraulica restano alcune testimonianze d'archivio che ne attestano il tracciato da nord a sud, altre testimonianze orali prevedono un'ulteriore interessante sviluppo della vicenda. Nei decenni immediatamente successivi all'edificazione dell'acquedotto una diramazione dello stesso (che convogliava acqua in abbondanza per la villa del Gernetto) fu fatta costruire poco dietro l'abitato di Sant'Eufemia a Correzzana per dirottare parte delle acque all'interno della corte di Campofiorenzo, povera di risorse idriche in loco. Sempre secondo le tradizioni orali, gli abitanti della corte beneficiari delle acque erano incaricati, a turno, dei lavori di pulizia delle condotte.
Resti di vecchie tubature
Alcune testimonianze dell'esistenza di questa diramazione sarebbero apparse una trentina d'anni fa in sede di costruzione di alcune abitazioni lungo via Somaglia ed il suo proseguimento correzzanese di via Kennedy. Alcuni residenti avrebbero all'epoca riferito della presenza di vecchie tubazioni, manopole e pozzi d'ispezione lungo una direttrice che sembrerebbe congiungere in linea retta la corte di Campofiorenzo con il torrente, distante circa un chilometro.
Nel corso del '900 le acque sorgive vennero convogliate in una tubatura metallica per l'intera lunghezza del percorso: i resti delle tubazioni ed alcuni pozzetti d'ispezione sono ancora visibili insieme ad alcuni segmenti di muratura sparpagliati lungo tutto il percorso, partendo dalle sorgenti poste sotto cascina Rancate (dove resta in buono stato di conservazione la cisterna originaria) sino alle opere presenti all'interno della villa del Gernetto, oggi privata e chiusa al pubblico.
Durante un sopralluogo compiuto con alcuni soci di Sentieri e Cascine lungo la vecchia condotta, siamo riusciti a ricostruirne il percorso per l'intero tratto casatese prima di perderne definitivamente traccia tra la rigogliosa vegetazione. Il resto del tracciato, qui riportato sulla base di alcune testimonianze raccolte, è da considerarsi puramente indicativo.
Un raro pezzo di archeologia "urbana" disperso nella verde Brianza al quale l'associazione Sentieri e Cascine starebbe lavorando per ricostruirne la storia, i personaggi e l'importanza all'interno del progetto di ricerca e salvaguardia delle fonti orali presenti sul territorio.
Tratto iniziale muratura
Nei prossimi mesi ulteriori elementi riguardanti questa particolare ed affascinante opera potrebbero riaffiorare dalla memoria e dagli archivi storici, consegnando agli abitanti delle sponde del torrente un interessante e ricco spaccato di scene di vita e tradizioni ormai quasi svanite ed altrimenti destinate ad essere per sempre dimenticate.
Roberto Bonfatti