Bulciago: consegnato a Egidia Beretta il premio Borsellino alla memoria del figlio Vittorio

Dal 21 al 29 ottobre nei comuni di Pineto, Roseto degli Abruzzi e Giulianova (Teramo), promosso dall'Associazione culturale Onlus "Società Civile", si è svolto il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2011, giunto alla sua XVI edizione, che anche quest'anno ha voluto premiare persone che si sono particolarmente distinte nella loro azione contro l'ingiustizia e la violenza, promuovendo i valori della democrazia, della libertà e della legalità. Persone che hanno caratterizzato la loro vita con la lotta verso il bene comune, scontrandosi spesso con i poteri forti che vogliono portare sulla scena sociale momenti di violenza ed ingiustizia.



Il premio «Impegno per la legalità» è andato al sostituto procuratore coordinatore della direzione nazionale antimafia Anna Canepa; al sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, titolare delle più importanti e delicate inchieste contro la 'ndrangheta reggina; al sostituto procuratore di Roma Luca Tescaroli che è stato pubblico ministero nel processo per la strage di Capaci.
Il riconoscimento è andato anche a Gennaro Del Prete, figlio del sindacalista Federico, assassinato a Casal di Principe, e a Rodrigo Jaimes Hidalgo, esiliato dal Perù dove ha sempre difeso i diritti umani. Premiato anche il progetto legalità del Comune di Napoli.



Il premio Biagi è andato invece al giornalista di Calabria Ora, Pietro Comito, mentre il premio Giuseppe D'Avanzo al giornalista del Quotidiano della Calabria, Peppe Baldessarro.
Per l'«Impegno sociale» sono stati premiati Antonello Persico, medico presso la chirurgia pediatrica di Pescara e la cooperativa «I Colori»; il premio «Impegno culturale» è andato ai Giganti per l'opera «Terra in bocca»; premio speciale al comando della Guardia di Finanza della Regione Abruzzo per il contrasto alla illegalità e il contributo fondamentale fornito nei giorni del terremoto.
Infine il premio "Impegno Civile" a Egidia Beretta Arrigoni madre di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani recentemente ucciso a Gaza.



Ai ragazzi delle scuole presenti alla cerimonia nella sala polifunzionale di Pineto Egidia Beretta, ritirando il prestigioso riconoscimento, ha ricordato che con il figlio Vittorio parlava spesso di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, anzi questi due grandi uomini erano diventati per lui i suoi punti di riferimento dai quali aveva tratto una lezione fondamentale, quella della coerenza esasperata fino quasi allo spasimo e del coraggio delle proprie azioni.
Questa la motivazione integrale al premio:
"Restiamo Umani è stato l'urlo di Vittorio Arrigoni. Un urlo disperato e a volte di speranza. Restiamo umani, gridava Vittorio. Restiamo umani, scriveva il giornalista, scrittore, attivista Vittorio Arrigoni morto a Gaza il 15 aprile scorso. Restiamo umani, vogliamo urlare anche noi. Restiamo umani contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. Restiamo umani con la brama di Verità, prima di ogni anelito. Restiamo umani davanti all'abbuffata di un pasto nudo, crudo, amaro quanto basta per non poter essere digerito.
Restiamo umani, vogliamo gridare insieme ad Egidia Beretta Arrigoni, madre di Vittorio.
Il Premio Borsellino 2011 per l'impegno civile, che da quest'anno sarà intitolato a Vittorio, lo consegnamo ad Egidia Beretta Arrigoni.
Per non dimenticare."

Se non vogliamo che la sua morte sia una delle tante, se non vogliamo che le nostre lacrime siano solo retorica, se vogliamo veramente che la morte di un Partigiano significhi la rinascita di altri cento, allora dobbiamo prenderci sulle spalle un pezzo della sua eredità. E per farlo ci vogliono gesti concreti. Come questo premio.

Restiamo umani.

Roberto Bonacina
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