Ello: al vaglio nel PGT le ipotesi di recupero dell'antica filanda, esempio unico in Europa
Tra i vari “tesori” legati alla storia del paese, il Comune di Ello nasconde tra le sue strette viuzze autentiche rarità frutto del passato industriale di questo piccolo borgo a cavallo tra l’Ottocento e il primo Novecento.
Uno degli esempi più lampanti è rappresentato dalla vecchia filanda Della Torre, sita in pieno centro paese a poca distanza dal Municipio.
Un edificio squadrato, imponente, austero capace di comunicare al visitatore di passaggio il rigore e la disciplina un tempo all’ordine del giorno in questo angolo di Brianza, frutto di un’espansione industriale che proprio nel settore tessile ha gettato le basi per la ricchezza e il futuro di molti cittadini.

il filatoio di via De Vecchi
Attualmente vincolato dalla Soprintendenza per i beni culturali e architettonici, il vecchio stabile versa ormai in stato di abbandono da alcuni decenni, da quando cioè furono sospese tutte le attività produttive a favore delle più grandi e note realtà industriali della pianura.
A oltre 110 anni dalla sua fondazione, la vecchia filanda del paese nasconde al suo interno ancora molte “sorprese” potenzialmente sfruttabili dalla comunità locale per dare vita a una nuova forma di turismo in paese.
Un primo progetto di museo era stato proposto nei primi anni 2000 dall’allora sindaco Virginio Colombo, che aveva presentato alla proprietà dell’opificio un progetto di recupero con l’inserimento di uno spazio museale a disposizione del pubblico.
“Negli anni tale proposta è andata a decadere, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo con la proprietà – ha spiegato Colombo, attuale vicesindaco nella giunta Zambetti – tenevamo fortemente a questo progetto. La filanda, a fine ‘800, era all’avanguardia in tutta Europa per l’avanzata tecnologia che veniva impiegata. All’epoca si usavano infatti sistemi orizzontali di produzione, mentre il “nostro” filatoio impiegava già quello verticale. Allo stato attuale non esistono in Italia ed Europa filatoi funzionanti, un motivo in più che ci aveva spinto a perseguire la carta del museo. Avevamo anche commissionato degli studi per valutare quante persone avrebbero potuto varcarne i cancelli ottenendo un risultato più che soddisfacente, 100 visitatori al giorno per circa 30.000 presenze all’anno. Numeri che ci avrebbero garantito un pareggio dei costi di gestione, a differenza di gran parte dei musei che presentano bilanci deficitari”.
All’interno del nuovo Piano di Governo del Territorio l’antica filanda, tutt’ora funzionante, potrebbe quindi trovare un piccolo spazio per valutare il “rilancio” dell’idea museale o una differente modalità di sfruttamento da parte del pubblico, previa la stipula di un accordo con la proprietà.

il filatoio visto dall'alto
In caso di un ritorno al funzionamento, la filanda aprirebbe le porte ai visitatori mostrando macchinari di assoluto fascino, a cominciare dalle tre grandi ruote da sette metri di diametro (ristrutturate nel 1912) che mettevano in funzione i macchinari grazie al lento scorrere delle acque del “rio Ello”, il torrente che attraversa il paese per poi gettarsi nella piana di Oggiono e quindi nel Bevera.
I prossimi mesi saranno chiarificatori sotto questo profilo, a partire dalla prima conferenza di VAS in programma per la fine del mese di gennaio.
Uno degli esempi più lampanti è rappresentato dalla vecchia filanda Della Torre, sita in pieno centro paese a poca distanza dal Municipio.
Un edificio squadrato, imponente, austero capace di comunicare al visitatore di passaggio il rigore e la disciplina un tempo all’ordine del giorno in questo angolo di Brianza, frutto di un’espansione industriale che proprio nel settore tessile ha gettato le basi per la ricchezza e il futuro di molti cittadini.

il filatoio di via De Vecchi
Attualmente vincolato dalla Soprintendenza per i beni culturali e architettonici, il vecchio stabile versa ormai in stato di abbandono da alcuni decenni, da quando cioè furono sospese tutte le attività produttive a favore delle più grandi e note realtà industriali della pianura.
A oltre 110 anni dalla sua fondazione, la vecchia filanda del paese nasconde al suo interno ancora molte “sorprese” potenzialmente sfruttabili dalla comunità locale per dare vita a una nuova forma di turismo in paese.
Il vicesindaco Virginio Colombo
“Negli anni tale proposta è andata a decadere, in seguito al mancato raggiungimento di un accordo con la proprietà – ha spiegato Colombo, attuale vicesindaco nella giunta Zambetti – tenevamo fortemente a questo progetto. La filanda, a fine ‘800, era all’avanguardia in tutta Europa per l’avanzata tecnologia che veniva impiegata. All’epoca si usavano infatti sistemi orizzontali di produzione, mentre il “nostro” filatoio impiegava già quello verticale. Allo stato attuale non esistono in Italia ed Europa filatoi funzionanti, un motivo in più che ci aveva spinto a perseguire la carta del museo. Avevamo anche commissionato degli studi per valutare quante persone avrebbero potuto varcarne i cancelli ottenendo un risultato più che soddisfacente, 100 visitatori al giorno per circa 30.000 presenze all’anno. Numeri che ci avrebbero garantito un pareggio dei costi di gestione, a differenza di gran parte dei musei che presentano bilanci deficitari”.
All’interno del nuovo Piano di Governo del Territorio l’antica filanda, tutt’ora funzionante, potrebbe quindi trovare un piccolo spazio per valutare il “rilancio” dell’idea museale o una differente modalità di sfruttamento da parte del pubblico, previa la stipula di un accordo con la proprietà.

il filatoio visto dall'alto
In caso di un ritorno al funzionamento, la filanda aprirebbe le porte ai visitatori mostrando macchinari di assoluto fascino, a cominciare dalle tre grandi ruote da sette metri di diametro (ristrutturate nel 1912) che mettevano in funzione i macchinari grazie al lento scorrere delle acque del “rio Ello”, il torrente che attraversa il paese per poi gettarsi nella piana di Oggiono e quindi nel Bevera.
I prossimi mesi saranno chiarificatori sotto questo profilo, a partire dalla prima conferenza di VAS in programma per la fine del mese di gennaio.
A. M.