Civate: Mauri tranquillizza su Valle dell’Oro: ''le analisi escludono pericoli per l’acqua''
L’estate rovente non ha mancato di far divampare il fuoco delle polemiche sui lavori in Valle dell’Oro, nel territorio comunale di Civate.
Come ormai noto all’inizio del mese un gruppo di cittadini rilevò, su alcuni quantitativi di terre di scavo riportati all’interno di un’area privata, tracce di idrocarburi con conseguente preoccupazione per un rischio ambientale.

Alcune immagini dei lavori in corso in Valle dell'Oro
fornite dagli Indignados NO Cava http://www.cornizzolonocava.com/
Le terre di scavo in oggetto erano state provvisoriamente riportate in loco da un’azienda specializzata in quanto necessarie allo svolgimento dei lavori di regimentazione idraulica del rio Toscio, duramente colpito diversi anni fa da una violenta alluvione.

Il torrente Toscio durante la disastrosa alluvione del luglio 2009
Ulteriori analisi disposte dal Comune sul medesimo terreno avevano invece dato esito negativo per la presenza di idrocarburi, contribuendo così ad alimentare sospetti e congetture circa l’effettivo carico inquinante di suddette terre. Una situazione che non ha mancato di creare allarmismi nella popolazione e nelle associazioni ambientaliste, già schierate in forze sul campo per la difesa del Monte Cornizzolo contro l’apertura di nuovi fronti estrattivi.
Le evidenti operazioni di scavo – per le quali Regione Lombardia aveva stanziato una cifra complessiva pari a un milione di euro, tesi a mettere in sicurezza l’intera valle dalle future alluvioni -, unitamente all’ipotetica carica inquinante delle terre riportate, avevano fatto gridare allo “scempio” e al “devasto delle aree naturali” svariati gruppi di cittadini, arrivando persino ad additare come potenziale “disastro ecologico” i movimenti di terra in atto lungo la parte più bassa della valle.

I lavori visti dall'alto. Più in quota si nota la presenza del complesso di San Pietro al Monte

A smentire queste voci, richiamando a una maggiore attenzione nel valutare uno scenario oggetto di ingenti lavori, è stato quest’oggi il sindaco Baldassarre Mauri che nei prossimi giorni informerà per mezzo di una lettera tutti i cittadini civatesi sullo stato della situazione.
“Partiamo con un primo, rassicurante dato: le analisi condotte sulle acque della Valle dell’Oro non evidenziano criticità o presenze di sostanze pericolose per la salute – ci ha spiegato Mauri, fugando qualsiasi dubbio sulle possibili infiltrazioni di idrocarburi nella falda acquifera – ulteriori analisi sulle terre riportate saranno invece condotte la prossima settimana dall’Arpa.
È necessario in questo caso scindere due importanti aspetti legati alla questione: il primo riguarda l’entità dei lavori, rientranti nelle opere di regimentazione idraulica del Toscio e il relativo consolidamento del versante franoso. Nelle foto le terre smosse rappresentano nient’altro che un fronte franoso vecchio di vent’anni che i lavori dovranno appunto mettere in sicurezza. È normale che in questi frangenti si smuova molta terra, a interventi ultimati tutto tornerà verde. È come se si trattasse di una casa in costruzione: durante la sua realizzazione tutto sembra disordinato e in rovina ma quello che conta è il risultato finale. Lo scempio additato da alcuni è pertanto provvisorio e teso a mettere finalmente in sicurezza un punto critico per Civate”.
I lavori, a detta del sindaco, si starebbero svolgendo seguendo tutte le direttive vigenti in materia e sotto la supervisione degli ingegneri e dei professionisti individuati dalla Regione Lombardia, senza alcun rischio per l’ambiente".

Il secondo aspetto individuato da Mauri riguarda infine i terreni riportati sulle aree private, oggetto di un’ordinanza di sgombero prorogata al prossimo 23 settembre. “Una proroga doverosa, dal momento che azienda e privati hanno raggiunto un accordo per la rimozione ad agosto inoltrato quando le discariche apposite erano ormai chiuse – ha proseguito il primo cittadino – per questo voglio rassicurare tutti i civatesi. Le opere di ingegneria idraulica non comprometteranno il nostro territorio e le terre di scavo, esaurite le analisi di Arpa, saranno trattate a norma di legge senza alcun pericolo per nessuno”.
Restano vive, nel frattempo, le preoccupazioni di molti cittadini e associazioni locali in merito agli sviluppi della situazione. Apprensioni rese ancor più vive e fondate dal possibile arrivo di una nuova cava a brevissima distanza dal rio Toscio, capace di rendere vigili, attenti e sensibili gli animi di centinaia di cittadini impegnati attivamente sul fronte della tutela del territorio lecchese.
Come ormai noto all’inizio del mese un gruppo di cittadini rilevò, su alcuni quantitativi di terre di scavo riportati all’interno di un’area privata, tracce di idrocarburi con conseguente preoccupazione per un rischio ambientale.

Alcune immagini dei lavori in corso in Valle dell'Oro
fornite dagli Indignados NO Cava http://www.cornizzolonocava.com/
Le terre di scavo in oggetto erano state provvisoriamente riportate in loco da un’azienda specializzata in quanto necessarie allo svolgimento dei lavori di regimentazione idraulica del rio Toscio, duramente colpito diversi anni fa da una violenta alluvione.

Il torrente Toscio durante la disastrosa alluvione del luglio 2009
Ulteriori analisi disposte dal Comune sul medesimo terreno avevano invece dato esito negativo per la presenza di idrocarburi, contribuendo così ad alimentare sospetti e congetture circa l’effettivo carico inquinante di suddette terre. Una situazione che non ha mancato di creare allarmismi nella popolazione e nelle associazioni ambientaliste, già schierate in forze sul campo per la difesa del Monte Cornizzolo contro l’apertura di nuovi fronti estrattivi.
Le evidenti operazioni di scavo – per le quali Regione Lombardia aveva stanziato una cifra complessiva pari a un milione di euro, tesi a mettere in sicurezza l’intera valle dalle future alluvioni -, unitamente all’ipotetica carica inquinante delle terre riportate, avevano fatto gridare allo “scempio” e al “devasto delle aree naturali” svariati gruppi di cittadini, arrivando persino ad additare come potenziale “disastro ecologico” i movimenti di terra in atto lungo la parte più bassa della valle.

I lavori visti dall'alto. Più in quota si nota la presenza del complesso di San Pietro al Monte

A smentire queste voci, richiamando a una maggiore attenzione nel valutare uno scenario oggetto di ingenti lavori, è stato quest’oggi il sindaco Baldassarre Mauri che nei prossimi giorni informerà per mezzo di una lettera tutti i cittadini civatesi sullo stato della situazione.
Baldassarre Mauri
È necessario in questo caso scindere due importanti aspetti legati alla questione: il primo riguarda l’entità dei lavori, rientranti nelle opere di regimentazione idraulica del Toscio e il relativo consolidamento del versante franoso. Nelle foto le terre smosse rappresentano nient’altro che un fronte franoso vecchio di vent’anni che i lavori dovranno appunto mettere in sicurezza. È normale che in questi frangenti si smuova molta terra, a interventi ultimati tutto tornerà verde. È come se si trattasse di una casa in costruzione: durante la sua realizzazione tutto sembra disordinato e in rovina ma quello che conta è il risultato finale. Lo scempio additato da alcuni è pertanto provvisorio e teso a mettere finalmente in sicurezza un punto critico per Civate”.
I lavori, a detta del sindaco, si starebbero svolgendo seguendo tutte le direttive vigenti in materia e sotto la supervisione degli ingegneri e dei professionisti individuati dalla Regione Lombardia, senza alcun rischio per l’ambiente".

Il secondo aspetto individuato da Mauri riguarda infine i terreni riportati sulle aree private, oggetto di un’ordinanza di sgombero prorogata al prossimo 23 settembre. “Una proroga doverosa, dal momento che azienda e privati hanno raggiunto un accordo per la rimozione ad agosto inoltrato quando le discariche apposite erano ormai chiuse – ha proseguito il primo cittadino – per questo voglio rassicurare tutti i civatesi. Le opere di ingegneria idraulica non comprometteranno il nostro territorio e le terre di scavo, esaurite le analisi di Arpa, saranno trattate a norma di legge senza alcun pericolo per nessuno”.
Restano vive, nel frattempo, le preoccupazioni di molti cittadini e associazioni locali in merito agli sviluppi della situazione. Apprensioni rese ancor più vive e fondate dal possibile arrivo di una nuova cava a brevissima distanza dal rio Toscio, capace di rendere vigili, attenti e sensibili gli animi di centinaia di cittadini impegnati attivamente sul fronte della tutela del territorio lecchese.
A. M.