Bulciago, Fumagalli: sentenza a giorni, si va verso il fallimento
La sentenza per il caso della Fumagalli Edilizia Industrializzata di Bulciago arriverà nei prossimi giorni. Si è infatti in attesa di conoscere il responso ufficiale del tribunale di Lecco rispetto al consenso da parte dei creditori chirografari (i fornitori, i clienti e le banche che vantano un credito nei confronti dell'azienda) per l'avvio della causa di concordato preventivo.
Mercoledì si è infatti tenuta un udienza in tribunale a Lecco e i pareri favorevoli all’avvio della procedura non avrebbero superato il 40% degli aventi diritto al voto (un voto per ciascun creditore), mentre per legge si doveva arrivare al 50% più un voto per ottenere la maggioranza.
Se questo risultato dovesse trovare conferma, il giudice del Tribunale sarà costretto ad avviare la procedura fallimentare mettendo all’asta i beni della Fumagalli nel tentativo di ripianare i debiti.
Le speranze rispetto all'ammissione dell'azienda bulciaghese al ''concordato'' erano esigue. Diverse perplessità (con espressioni di voto negativo) erano già state espresse da alcuni dei partecipanti all'udienza dello scorso novembre, in merito soprattutto alla proposta di rimborso formulata dai commissari che dal 12,5% prevista inizialmente, è scesa al 10%.
Una cifra di gran lunga inferiore a quella che di norma viene proposta ai creditori e che si aggira attorno al 20 o al 30%. Secondo le prime indiscrezioni diversi creditori avrebbero espresso parere contrario. Per la sentenza definitiva da parte del tribunale sarà però necessario attendere ancora qualche giorno.
Entro venerdì i curatori della procedura Guido e Francesco Puccio, dovrebbero presentare una relazione dettagliata della vicenda, illustrando anche quello che accadrà in seguito.
In caso di mancata ammissione al concordato, il giudice delegato alle procedure immobiliari dovrà accertare la mancanza del quorum e decretare quindi l’avvio del fallimento. A quel punto sarà nominato un commissario fallimentare.
Ricordiamo che sono in carico all’azienda 154 dipendenti.
Mercoledì si è infatti tenuta un udienza in tribunale a Lecco e i pareri favorevoli all’avvio della procedura non avrebbero superato il 40% degli aventi diritto al voto (un voto per ciascun creditore), mentre per legge si doveva arrivare al 50% più un voto per ottenere la maggioranza.
Se questo risultato dovesse trovare conferma, il giudice del Tribunale sarà costretto ad avviare la procedura fallimentare mettendo all’asta i beni della Fumagalli nel tentativo di ripianare i debiti.
Le speranze rispetto all'ammissione dell'azienda bulciaghese al ''concordato'' erano esigue. Diverse perplessità (con espressioni di voto negativo) erano già state espresse da alcuni dei partecipanti all'udienza dello scorso novembre, in merito soprattutto alla proposta di rimborso formulata dai commissari che dal 12,5% prevista inizialmente, è scesa al 10%.
Una cifra di gran lunga inferiore a quella che di norma viene proposta ai creditori e che si aggira attorno al 20 o al 30%. Secondo le prime indiscrezioni diversi creditori avrebbero espresso parere contrario. Per la sentenza definitiva da parte del tribunale sarà però necessario attendere ancora qualche giorno.
Entro venerdì i curatori della procedura Guido e Francesco Puccio, dovrebbero presentare una relazione dettagliata della vicenda, illustrando anche quello che accadrà in seguito.
In caso di mancata ammissione al concordato, il giudice delegato alle procedure immobiliari dovrà accertare la mancanza del quorum e decretare quindi l’avvio del fallimento. A quel punto sarà nominato un commissario fallimentare.
Ricordiamo che sono in carico all’azienda 154 dipendenti.
