Casatenovo: grazie al talento di 3 giovani agricoltori nasce lo ''Zafferano Padano''
Portare lo zafferano in Brianza, curandone tutte le fasi della coltivazione dal dissodamento del terreno fino all’essicazione e alla vendita diretta al consumatore.
È questo l’ambizioso progetto varato lo scorso anno da tre giovani agricoltori casatesi, un team rigorosamente “under 30” che ha deciso di unire le proprie forze per impiantare una coltivazione del cosiddetto “oro rosso” culinario sul nostro territorio.
Da qualche giorno Marco e Fabio Cogliati, titolari dell’azienda “Voglia di Verde”, hanno messo sul mercato i primi 230 grammi di zafferano coltivato nella verde Brianza. Un risultato di tutto rispetto, considerando le difficoltà insite nel processo produttivo e le numerose incognite che caratterizzano ogni nuova “avventura” imprenditoriale.

“Ho iniziato l’attività nel 2009 coltivando a Ronco Briantino piante ornamentali – ci ha spiegato Marco – la concorrenza però era tanta così mi sono messo alla ricerca di una pianta nuova, particolare, in grado di diversificare l’offerta e di abbattere la concorrenza.
Al termine di un lavoro di ricerca mi sono imbattuto nello zafferano: il nostro territorio climaticamente si presta infatti alla coltivazione, motivo per il quale lo scorso anno verso il mese di agosto abbiamo iniziato con un test in campo”.

Per il primo tentativo i giovani cugini Cogliati hanno fatto riferimento a uno zio residente a Brivio, che casualmente coltivava un piccolo appezzamento di terreno con dei crochi. In seguito attraverso internet hanno acquistato da Roma i primi “cormi” del Crocus sativus, i bulbi necessari a dar vita alla prima autentica coltivazione di zafferano della Brianza casatese.

“Abbiamo iniziato su un piccolo appezzamento a Ronco Briantino, dove abbiamo i nostri campi – ha proseguito Marco – dalla prima raccolta abbiamo ricavato soltanto pochi grammi di stimmi, i filamenti rossi contenuti nel fiore dal quale si ricava, una volta essiccato, lo zafferano. Per conoscere da vicino questa particolare realtà nel mese di aprile ci siamo recati in visita in Umbria e in Abruzzo, i luoghi per eccellenza dello zafferano. Parlando con i contadini che lo coltivano da sempre abbiamo cercato di apprendere i trucchi del mestiere, i segreti e gli accorgimenti che migliorano la resa della coltivazione.

Nel luglio di quest’anno abbiamo ricominciato: a Ronco avevamo il terreno adatto ed eravamo sempre più propensi ad investire su questa coltura, così abbiamo acquistato 5 quintali di cormi e li abbiamo piantumati su una superficie di circa 500 mq. La scelta di Ronco non è stata casuale in quanto il terreno casatese, particolarmente argilloso, favorisce il ristagno dell’acqua facilitando la propagazione di eventuali malattie. Il terreno sabbioso dove abbiamo piantato i nostri cormi, invece, previene questa problematica”.

Con l’aiuto della sorella Alessandra e di Fabio, i tre giovani casatesi si sono dati da fare in tutte le varie fasi della coltivazione: dal dissodamento del terreno alla tracciatura delle file, dalla posa dei cormi alla raccolta dei bellissimi fiori del crocus.
“Tutto il processo viene svolto a mano per non rovinare il prodotto. Tra ottobre e novembre abbiamo fatto il primo raccolto: dai fiori vengono poi staccati uno a uno gli stimmi, successivamente essiccati all’interno di un particolare macchinario che ne conserva il gusto e le proprietà medicinali. Al termine ci sono rimasti 230 grammi di prodotto secco. Per il prossimo anno, a parità di cormi piantati, ci aspettiamo una resa superiore del 30 – 35%.”.

È questa la storia dello “zafferano padano”, nome scelto ad hoc per richiamare il carattere geografico di una coltivazione praticamente unica nel lecchese e forse nell’intera Lombardia.
Il prezioso zafferano prodotto dall’azienda dei Cogliati è stato recentemente messo sul commercio in “tagli” variabili dagli 0,15 grammi (sufficienti per circa 4 porzioni di risotto) al grammo intero (circa 30 risotti).

Una grande soddisfazione per questi giovani che dopo un anno di fatiche vedono finalmente concretizzarsi il loro progetto lanciando sul territorio un prodotto nuovo e a “chilometro zero”.

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il profilo Facebook dello Zafferano Padano al sito: http://www.facebook.com/pages/Zafferano-Padano/227823074019057

È questo l’ambizioso progetto varato lo scorso anno da tre giovani agricoltori casatesi, un team rigorosamente “under 30” che ha deciso di unire le proprie forze per impiantare una coltivazione del cosiddetto “oro rosso” culinario sul nostro territorio.
Da qualche giorno Marco e Fabio Cogliati, titolari dell’azienda “Voglia di Verde”, hanno messo sul mercato i primi 230 grammi di zafferano coltivato nella verde Brianza. Un risultato di tutto rispetto, considerando le difficoltà insite nel processo produttivo e le numerose incognite che caratterizzano ogni nuova “avventura” imprenditoriale.

“Ho iniziato l’attività nel 2009 coltivando a Ronco Briantino piante ornamentali – ci ha spiegato Marco – la concorrenza però era tanta così mi sono messo alla ricerca di una pianta nuova, particolare, in grado di diversificare l’offerta e di abbattere la concorrenza.
Al termine di un lavoro di ricerca mi sono imbattuto nello zafferano: il nostro territorio climaticamente si presta infatti alla coltivazione, motivo per il quale lo scorso anno verso il mese di agosto abbiamo iniziato con un test in campo”.

Per il primo tentativo i giovani cugini Cogliati hanno fatto riferimento a uno zio residente a Brivio, che casualmente coltivava un piccolo appezzamento di terreno con dei crochi. In seguito attraverso internet hanno acquistato da Roma i primi “cormi” del Crocus sativus, i bulbi necessari a dar vita alla prima autentica coltivazione di zafferano della Brianza casatese.

“Abbiamo iniziato su un piccolo appezzamento a Ronco Briantino, dove abbiamo i nostri campi – ha proseguito Marco – dalla prima raccolta abbiamo ricavato soltanto pochi grammi di stimmi, i filamenti rossi contenuti nel fiore dal quale si ricava, una volta essiccato, lo zafferano. Per conoscere da vicino questa particolare realtà nel mese di aprile ci siamo recati in visita in Umbria e in Abruzzo, i luoghi per eccellenza dello zafferano. Parlando con i contadini che lo coltivano da sempre abbiamo cercato di apprendere i trucchi del mestiere, i segreti e gli accorgimenti che migliorano la resa della coltivazione.

Nel luglio di quest’anno abbiamo ricominciato: a Ronco avevamo il terreno adatto ed eravamo sempre più propensi ad investire su questa coltura, così abbiamo acquistato 5 quintali di cormi e li abbiamo piantumati su una superficie di circa 500 mq. La scelta di Ronco non è stata casuale in quanto il terreno casatese, particolarmente argilloso, favorisce il ristagno dell’acqua facilitando la propagazione di eventuali malattie. Il terreno sabbioso dove abbiamo piantato i nostri cormi, invece, previene questa problematica”.

Con l’aiuto della sorella Alessandra e di Fabio, i tre giovani casatesi si sono dati da fare in tutte le varie fasi della coltivazione: dal dissodamento del terreno alla tracciatura delle file, dalla posa dei cormi alla raccolta dei bellissimi fiori del crocus.
“Tutto il processo viene svolto a mano per non rovinare il prodotto. Tra ottobre e novembre abbiamo fatto il primo raccolto: dai fiori vengono poi staccati uno a uno gli stimmi, successivamente essiccati all’interno di un particolare macchinario che ne conserva il gusto e le proprietà medicinali. Al termine ci sono rimasti 230 grammi di prodotto secco. Per il prossimo anno, a parità di cormi piantati, ci aspettiamo una resa superiore del 30 – 35%.”.

È questa la storia dello “zafferano padano”, nome scelto ad hoc per richiamare il carattere geografico di una coltivazione praticamente unica nel lecchese e forse nell’intera Lombardia.
Il prezioso zafferano prodotto dall’azienda dei Cogliati è stato recentemente messo sul commercio in “tagli” variabili dagli 0,15 grammi (sufficienti per circa 4 porzioni di risotto) al grammo intero (circa 30 risotti).

Una grande soddisfazione per questi giovani che dopo un anno di fatiche vedono finalmente concretizzarsi il loro progetto lanciando sul territorio un prodotto nuovo e a “chilometro zero”.

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il profilo Facebook dello Zafferano Padano al sito: http://www.facebook.com/pages/Zafferano-Padano/227823074019057

A. M.