Delitto di Rogeno: condannati all'ergastolo i 3 uomini accusati dell'omicidio di Richetta Panzeri. Sei anni di reclusione alla badante che fece da "basista"
Sono trascorse quasi sette ore da quando i Giudici togati e popolari della Corte d'Assise di Como (Presidente Alessandro Bianchi, a latere togata Luisa Lo Gatto) si sono ritirati in camera di Consiglio per deliberare al termine del processo ai 4 imputati accusati concorso nell'omicidio dell'ex commerciante Angela Enrica Panzeri, per tutti “Richetta', 85 anni, strangolata con il cavo elettrico di una lucidatrice nella sua abitazione di Rogeno (Lecco) nella piovosa notte del tre maggio 2007. In gabbia ad attendere la decisione della giuria, Gentjan Belugu, albanese già condannato all'ergastolo per l'omicidio di un tassista a Chieti, il connazionale Ilir Hyka residente a Erba (Como) e Pierangelo Villa, noto spacciatore 50enne con casa a Besana Brianza (Milano).

Richetta Panzeri
Poi ecco la sentenza che rispecchia pressochè in toto quelle che erano state le richieste del Pubblico Ministero, Luca Masini: ergastoli. Nessuno dei tre uomini ha battuto ciglio. Altri sei anni di reclusione vengono inflitti per concorso anomalo in omicidio all'ex badante della vittima, Vjoleta Kokoshi, sorellastra di Ilir per la quale il Pm aveva sollecitato otto anni per aver fatto, sostanzialmente, da basista. La donna è stata assolta dall'accusa del furto di un mazzo di chiavi. Secondo una prima chiave di lettura del dispositivo di condanna, la donna ben conoscendo il gratello, non poteva non immaginare che quelle informazioni le avrebbe utilizzate per commettere un crimine. Bisognerà , comunque, attendere il deposito delle motivazioni, previsto per il 25 settembre, per avere maggior chiarezza sul perchè la Corte ha considerato “concorrente' nell'omicidio la donna. “Attendo con impazienza di leggere le motivazioni, ma posso sin d'ora annunciare che quasi certamente faremo ricorso in Appello' ha spiegato l'avvocato Pierpaolo Livio di Como che per la sua assistita aveva sollecitato il 17 giugno scorso l'assoluzione, come assoluzione avevano auspicato i difensori dei tre uomini.

I giudici Lo Gatto e Bianchi alla lettura della sentenza
“Non si può condannare a una pena così alta la mia assistita. Lei ha confidato al fratellastro dove la pensionata aveva nascosto, dentro una stufa, i suoi valori ma non immaginava assolutamente che lo stesso avrebbe poi utilizzato quelle innocenti confidenze per commettere un furto finito come sappiamo'. Secondo il Pm, autori materiali del delitto sono i tre uomini che “hanno ucciso senza pietà quell'anziana donna per portarle via i suoi valori'.
Stando alla dinamica illustrata dal magistrato inquirente, Richetta, quella notte, sarebbe stata tirata giù a forza dal letto dai tre uomini e non si sarebbe svegliata per dei rumori. I malviventi avrebbero prima rovistato ovunque nella certezza che da qualche parte avesse nascosto almeno 3mila euro e qualche gioiello. Non trovando nulla, l'avrebbero picchiata per poi strangolarla con il cavo della lucidatrice cagionandole un decesso in tempi non superiori ai tre-quattro minuti. “Un delitto spietato e determinato', dunque, secondo Masini, e da oggi pomeriggio anche secondo la Corte d'Assisse, che proprio per questo al termine della requisitoria aveva scandito con estrema chiarezza quelle quattro sillabe che compongono la parola 'er'¦ga'¦sto'¦lo'. Richiesta condivisa dalla parte civile rappresentata dall'avvocatessa lecchese Maria Grazia Corti.
Bob Decker